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Su Rai 4, un film con un ladro bloccato in un suv esaspera la giustizia fai da te

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Rai 4 propone il film 4x4, un thriller claustrofobico in cui un giovane ladro cade vittima della trappola tesa da un medico, stanco di una realtà sociale che non fa nulla per prevenire il crimine.

Rai 4 trasmette la sera dell’8 luglio in prima visione tv il film 4x4. Diretto dal regista argentino Mariano Cohn e con protagonista l’attore Peter Lanzani, il film di Rai 4 4x4 è un thriller claustrofobico girato in maniera sequenziale con al centro il racconto di un ladrone che è chiamato a confrontarsi con l’inverosimile.

Un lussuoso fuoristrada è parcheggiato in un quartiere come tanti di Buenos Aires. Il giovane ladro, Ciro, vi si introduce con l’obiettivo di rubare qualcosa. Tuttavia, quando vuole uscire, non può più farlo. Le porte non si aprono e lo stesso vale per i finestrini: il 4x4 è un bunker blindato. La situazione per lui è più che disperata, in gioco c’è la sua stessa vita… qualcuno dall’esterno ha il controllo del veicolo e sembra avere un piano ben preciso.

Il ladro e il medico

Dopo un prologo in cui è chiarissimo che la sicurezza è una preoccupazione per molti, Ciro, il protagonista quasi unico del film di Rai 4 4x4, forza la portiera del conducente di un fuoristrada parcheggiato in strada e si introduce nei veicolo.

Il suo desiderio non è altro che rubare l’autoradio; compie qualche altro atto di vandalismo all'interno della vettura ma, quando vuole uscire, non ci riesce. Le porte non si aprono, i vetri non solo sono oscurati e l’abitacolo è insonorizzato: dall’esterno nessuno può vederlo o sentirlo. L’auto è anche blindata: è una trappola a tutti gli effetti.

Il proprietario del fuoristrada è un medico (Dady Brieva), che comunica con Ciro - l'unico contatto con il mondo esterno, dato che il cellulare del giovane è scarico - per spiegargli perché ha fatto quello che ha fatto. È stato derubato decine di volte e, per una ragione che non spoileriamo, non ha molto da perdere. È stanco, fino all’esasperazione.

4x4 si riferisce nella scia dei film sull'isolamento e la sopravvivenza, come Buried di Rodrigo Cortés o il meno claustrofobico ma comunque incentrato sull’isolamento 127 ore di Danny Boyle, entrambi del 2010.

Se la tensione si mantiene per tutta la durata del film è perché Cohn dimostra abilità nello sfruttare ogni posizione della telecamera all'interno del veicolo per esacerbare il sentimento di reclusione ma anche di sottomissione e la recitazione di Peter Lanzani. Che conquisti o meno la simpatia del pubblico è soggettivo ma il Ciro di Lanzani ha così tante sfumature che finisce per essere un personaggio difficile da dimenticare.

Chiaramente, il medico e il ladro sono le due facce ideologiche di una realtà sociale che Cohn è disposto a sottolineare. È qui che il film si allontana dal genere thriller e inizia a giocare sulla dicotomia. La giustizia fai-da-te e tutta la polemica che il racconto selvaggio di Cohn alimenta, ma senza schierarsi né dall'una né dall'altra parte. Lo spettatore può scegliere la propria decisione, fare proprio il messaggio e sentirsi, a ogni modo, rappresentato.

Il poster originale del film di Rai 4 4x4.
Il poster originale del film di Rai 4 4x4.

Il finale dopo i titoli di coda

4x4 era un rischio, una svolta nella mia filmografia; volevo esplorare un terreno che mi ha sempre affascinato e che non avevo ancora affrontato”, ha spiegato Mariano Cohn, regista del film di Rai 4, alla sua prima regia in solitaria. “La sfida era costruire un thriller con gli elementi essenziali del genere, con un personaggio esposto a una situazione fisica e psicologica estrema. Inoltre, non volevo rinunciare alla visione autoriale dei miei lavori precedenti”.

Il film affronta un tema di dibattito permanente in Argentina ed è basato su fatti reali. La premessa è semplice: un ragazzo tenta di rubare dentro un 4x4 ma finisce in una trappola e rimane bloccato all’interno del veicolo. “Da quel momento, l'intento del film è costruire il minuto per minuto. Sono 90 minuti di massima tensione che coinvolgono il pubblico e lo rendono compagno di prigionia”, ha proseguito il regista.

4x4 non è concepito come una storia chiusa con il lucchetto perché, come regista, mi interessa che il film respiri, che ventili e scuota lo spettatore. Farlo sentire giudice e parte. Seminare un dilemma morale che, a seconda di come ognuno lo risolve, possa cambiare il senso del film. Per sicurezza, un ultimo dettaglio: il finale arriva dopo i titoli di coda, quindi bisogna restare a guardare”.

4x4: Le foto del film

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