Ballo anch'io

Ballo anch’io, l’associazione che si occupa di danza per le persone disabili

Ballo anch’io è una delle poche associazioni in Italia che organizza corsi di danza per persone disabili, fornendo lezioni di danza in carrozzina, danza inclusiva e danza integrata. In questo articolo intervistiamo una delle sue insegnanti, Elena Bollati, che è anche direttrice artistica e coreografa dell'associazione

«A un certo punto della mia adolescenza, la mia insegnante di danza classica dell’epoca ha cominciato a interessarsi di danza in carrozzina e mi ha coinvolta come assistente. Da quel momento si è aperto ai miei occhi un mondo di possibilità e non ho potuto più fare a meno di farne parte», racconta Elena Bollati, direttrice artistica e coreografa di Ballo anch’io, un’associazione specializzata in corsi di danza per persone disabili con sede a Torino.

In Italia ci sono parecchie altre associazioni che si occupano di danza inclusiva, a macchia di leopardo dal punto di vista geografico

spiega Bollati, che aggiunge che Ballo anch’io «è la prima associazione fondata Italia e sicuramente la più specializzata per la danza in carrozzina, dato che la nostra fondatrice Marilena Goria ha portato la danza in carrozzina nel nostro paese già dal 2004 e ne è stata la responsabile per anni all'interno della Federazione Italiana Danza Sportiva, formando molti insegnanti».

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L’associazione offre infatti una varietà di corsi molto ampia, che vanno dalla danza inclusiva alla danza integrata, passando per la special dance.

«La danza inclusiva è formata da un gruppo misto di giovani e adulti in carrozzina manuale o elettrica, con disabilità motoria e intellettiva anche gravi, e comprende anche persone in piedi con disabilità intellettivo-motoria e relazionale. Danzano tutti insieme con la collaborazione di volontari ed assistenti», spiega Bollati.

La special dance, invece, è rivolta a bambini e ragazzi fino alle scuole medie, con disabilità anche gravi, in carrozzina ed in piedi, e prevede l'insegnamento della danza con l'utilizzo di esercizi semplici, con strumenti come cerchi, nastri e palle, privilegiando l'aspetto ludico e relazionale.

Infine, per danza integrata si intende un tipo di danza in cui ballerini e ballerine, sia in piedi che seduti, riproducono gli stessi movimenti, con la stessa intenzione, ciascuno secondo le proprie abilità.

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Per quanto riguarda la danza fisica integrata, la nostra compagnia di danza Re-Action Integrated Dance Company, è la prima ed unica in Italia

spiega l’insegnante, precisando che si tratta una disciplina che si è affermata grazie a importanti compagnie professionali come Candoco, Stop-Gap, Axis Dance, Dancing Wheels e Infinite Flow.

Ballo anch’io: non solo lezioni di danza

Per il mio corso di danza integrata è molto importante l'apporto di ogni membro, perché soltanto in questo modo riusciamo a capire fino a dove ci possiamo spingere con l'interazione e quanti e quali movimenti nascono spontanei per integrarsi pienamente nel gruppo

spiega Bollati, le cui lezioni iniziano solitamente con un riscaldamento muscolare e una serie di sequenze nello spazio, per poi passare alla composizione coreografica.

«Per le gare di danza paralimpica la preparazione è un po' diversa perché bisogna sottostare a un regolamento, al minutaggio musicale e alla richiesta di specifici movimenti per avere punteggi più alti, quindi è un lavoro più "sportivo", dove poi noi cerchiamo di raggiungere anche il lato artistico» aggiunge l’insegnante. Per il suo gruppo di atlete paraolimpiche di danza integrata, alle lezioni si aggiunge poi un percorso di sostegno psicologico.

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«Questo percorso è molto utile saper gestire l'ansia e lo stress da prestazione, aumentare la consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, trovare e rafforzare le motivazioni per migliorare le capacità con impegno e fatica, un aspetto che è molto rilevante a causa delle varie condizioni delle persone disabili», racconta Bollati, che da qualche tempo si occupa anche di organizzare corsi di formazione per danzatori, insegnanti, educatori e performers.

Crediamo che la danza possa essere uno strumento socialmente utile per avvicinare le persone, sentirsi accettati per quello che si è, creare comunità e crediamo che tutti possano ballare, a tutti i livelli e soprattutto che si possa ballare insieme

spiega Bollati, secondo cui la formazione è il modo migliore affinché persone di diversi settori - educatori, animatori, insegnanti di sostegno, fisioterapisti e attori - possano portare la danza nel loro quotidiano.

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«Crediamo che se ogni persona avesse provato a danzare almeno una volta nella vita tutto andrebbe molto meglio», afferma Bollati, che spera che alle prossime giornate di formazione possano partecipare sempre più persone disabili:

 Il messaggio che vogliamo passare è anche quello dell'autodeterminazione: perché una persona con disabilità non può occuparsi degli altri attraverso l'insegnamento e la formazione?

La danza è danza, non ispirazione o altruismo

«Insegnare danza mi permette di modellare la società attraverso la bellezza di questa arte immensa», spiega Bollati, che tuttavia ha bene in mente a cosa somigli uno spettacolo di danza integrata o inclusiva ben riuscito.

Sono soddisfatta quando vengono a farci i complimenti perché hanno visto uno spettacolo bello e non uno spettacolo "commovente", la commozione davanti alle persone con disabilità non aiuta nessuno

afferma l’insegnante di Ballo anch'io, che rifiuta quindi ogni tipo di inspiration porn, ovvero uno sguardo sul mondo che trasforma ogni azione delle persone disabili in una spinta motivazionale per le persone abili.

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Per Bollati, infatti, l’essenza della danza è semplicemente donarsi alle altre persone:

Se mi occupo di danza integrata è perché ho trovato in questa disciplina un lavoro che mi piace profondamente e non per motivi caritatevoli e così vorrei che fosse il nostro pubblico

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