Biancaneve, il remake del classico Disney è un inno al girl power (non senza polemiche)

Il remake di Biancaneve arriverà nel 2024 e sta già facendo discutere: la principessa è interpretata da una giovane attrice di origini latine, la sceneggiatura è di Greta Gerwig, regista del film Barbie, e del Principe Azzurro non c'è traccia

Prima è toccato alla Sirenetta, adesso è il turno di un’altra principessa Disney: Biancaneve, forse "la" principessa, la fanciulla in pericolo e da salvare per eccellenza. Solo che nel remake live action cui sta lavorando il colosso americano, Biancaneve si salva da sola: nessuna traccia del Principe Azzurro, ma solo di una banda di nani che poi nani non sono, perché sono un variegato gruppetto di “briganti” tra cui spicca anche una donna.

Greta Gerwig alla sceneggiatura, Rachel Zegler è la nuova Biancaneve

Il remake di Biancaneve non ha fatto in tempo a essere annunciato - è atteso nel 2024 - che ha già iniziato a fare discutere per quella che, per i detrattori, è la scelta di Disney di forzare a tutti i costi le narrazioni per puntare sull’inclusività. A scrivere la sceneggiatura è stata Greta Gerwing, regista del cult “Barbie” e considerata a oggi una tra le più importanti voci femministe nel mondo del cinema. A interpretare Biancaneve sarà invece un’attrice ancora poco conosciuta in Italia, giovane, è vero, ma con le idee chiarissime e grinta da vendere: Rachel Zegler, 22 anni, pelle e capelli bruni che richiamano chiaramente le origini colombiane. E proprio le origini latine non sono piaciute ai tanti che hanno accusato la Disney di fare “revisionismo”: Biancaneve, nella fiaba dei fratelli Grimm, deve il suo nome alla pelle bianchissima, e per i detrattori di Zegler la sua carnagione non sarebbe adatta al ruolo. 

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L’attrice, dal canto suo, ha già zittito in passato le polemiche definendosi una “White latina”, e parlando delle difficoltà a sentirsi parte integrante dell’una o dell’altra comunità, visto che da ogni lato si finisce per vedere piovere accuse di non appartenenze. Non si è però fatta scoraggiare: «Mai in un milione di anni avrei immaginato di avere una chance per questo ruolo. Non si immagina, tradizionalmente, Biancaneve come una donna latina, anche se questa fiaba è davvero popolarissima tra i Paesi di lingua spagnola - ha detto in uno degli appuntamenti “Actors on Actors” di Variety - Difficilmente vedi persone che mi somigliano interpretare ruoli del genere».

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"Ogni bambina può essere una principessa"

Su X, alla fine (il social precedentemente noto come Twitter), Zegler ha pubblicato alcune sue foto da bambina in cui veste gli abiti di diverse principesse Disney, scrivendo: «Sono estremamente riconoscente per l'amore di coloro che mi difendono online, ma per favore non taggatemi in discorsi senza senso sul mio casting. Davvero, non voglio vederli. Vi lascio queste foto, e spero che ogni bambina sappia che può essere una principessa, qualunque cosa accada».

A questo si aggiunge poi il fatto che in un’intervista a Variety di settembre 2022, Zegler aveva parlato delle modifiche apportate al film originale, sottolineando che «non è più il 1937» e che Biancaneve «non sarà salvata dal principe. E non sognerà il vero amore. Sogna di diventare la leader che sa di poter essere». Tagliata anche la parte in cui il Principe Azzurro risveglia Biancaneve con un bacio: «Mi sembra uno stalker», era stato l’altro contestato commento di Zegler relativo a una delle scene più iconiche del cartone animato originale.

Ciliegina sulla torta delle polemiche, il remake di “Biancaneve” s’intitola, appunto, solo “Biancaneve”: niente sette nani, visto che c’è un solo attore affetto da nanismo, e nel gruppetto spicca anche una donna. Una scelta precisa, da parte di Disney, dopo le critiche mosse da Peter Dinklage, star di “Game of Thrones”: «Per evitare di rafforzare gli stereotipi del film d'animazione originale, stiamo adottando un approccio diverso con questi sette personaggi e ci siamo consultati con i membri della comunità del nanismo», ha spiegato il colosso statunitense. 

Il precedente con la Sirenetta

Il nuovo Biancaneve, insomma, ha già infiammato il dibattito, dimostrando come sia difficile vedere determinati personaggi sotto luci differenti. Zegler non è d’altronde la prima giovane attrice a dover affrontare e combattere stereotipi e pregiudizi dopo essere stata scelta per un remake di Disney. Prima di lei è toccato ad Halle Bailey, scelta per interpretare la Sirenetta, un personaggio che è stato e sarà iconico per intere generazioni, nel live action di Disney uscito nel 2023.

Halle ha dovuto gestire le critiche arrivate per il suo aspetto, così diverso da quello di Ariel, l’indomita sirena dai lunghi capelli rossi che si innamora di un umano. La scelta di un’attrice afroamericana per interpretare un personaggio che Hans Christian Andersen, nel 1837, descriveva nella sua fiaba come “una fanciulla dalla pelle chiara e delicata come un petalo di rosa, gli occhi azzurri come un lago profondo”, ha suscitato una valanga di polemiche, ma a ripagare Bailey sono state le reazioni dei bambini, in particolare delle bambine che nella sua Ariel si sono riviste e riconosciute, tra stupore e meraviglia.

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