Brand Inclusion Index 2024: quando aziende e media diventano ambasciatori di inclusione

07-11-2024
Non solo un imperativo morale, ma anche un’opportunità importante per unire efficacemente valore sociale e business. Kantar, realtà specializzata brand advisory e insight, ha lanciato il Brand Inclusion Index 2024 con un evento a cui ha partecipato anche The Wom

Un’iniziativa nata per evidenziare come la diversità e l’inclusione siano oggi fattori determinanti per la crescita delle aziende: presentato il 6 novembre con un evento presso il Centro Culturale di Milano, il Brand Inclusion Index 2024 consiste in un indice sviluppato attraverso metodologie di ricerca inclusive che ha coinvolto più di 20.300 persone in 18 Paesi, tra cui anche l’Italia.

Lo studio ha messo in luce un dato significativo (e allarmante): un italiano su quattro ha vissuto nell’ultimo anno esperienze discriminatorie, e il 67% di questi episodi avviene in momenti di interazione con i brand, non solo nel momento dell'acquisto ma anche nella comunicazione e nell’esperienza di prodotto.

Definire strategie più inclusive per migliorare l’esperienza del consumatore diventa quindi sempre più urgente per le aziende. Con un obiettivo: avviare un circolo virtuoso di rispetto delle diversità che si possa propagare all'interno di tutta la società.

Federico Capeci, CEO Italia di Kantar, ha commentato così il lancio del Brand Index: «In Kantar ci siamo dati l’obiettivo di stimolare, indirizzare e supportare la business community affinché il marketing possa diventare uno strumento di amplificazione delle strategie DEI delle aziende. Lo facciamo da tempo e in tutto il mondo, con orgoglio e senso di responsabilità, studiando i mercati, cosa pensano le persone e come i brand possono intraprendere la strada dell’inclusività in modo corretto, coerente con i propri valori e i propri obiettivi».

Come crescere attraverso l'inclusione secondo il Brand Inclusion Index 2024

Sulla base dell’indice, Kantar ha identificato cinque key finding che possono aiutare le aziende a crescere colmando i gap di inclusione. Alcune di questi sono mirati a sfatare alcuni miti sui processi di inclusione, con cui spesso le aziende si scontrano.

  • La diversità e l’inclusione sono tematiche importanti (per l’82% degli italiani) che influenzano il comportamento di acquisto di tutti (il 78%) e in particolare della GenZ (80%)
  • Il 79% degli italiani si aspetta che i brand abbiano un impatto positivo sulla società e che mitighino le forme di discriminazione.
  • La crescita dei brand dipenderà dalla capacità di colmare i gap di inclusione, in particolare tra le minoranze sottorappresentate
  • L’industria pubblicitaria deve fare di più, come ad esempio avere un casting che rappresenti le minoranze, raccontare una storia inclusiva, mirare ad avere un impatto sulla comunità
  • I brand devono continuare a innovare per affrontare le sfide dell’inclusione e mantenere la rilevanza sul mercato

Il brand più inclusivo in Italia? Amazon

Dallo studio di Kantar, Amazon emerge come il brand più inclusivo, capace di conquistare il secondo posto nel ranking globale. Un riconoscimento che deriva da numerose attività interne che hanno l’obiettivo di promuovere l’inclusione, come la valorizzazione degli Affinity Group interni, la formazione inclusiva su leadership consapevole e linguaggio, l’accessibilità dei propri spazi di lavoro, il congedo parentale di sei settimane, gli strumenti di contrasto al gender gap in ambito di talent acquisition e la parità retributiva.

A questo proposito Elena Ceccolini, Diversity Equity and Inclusion Manager per Amazon Italia Transport ha dichiarato: «Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, ulteriore conferma del nostro impegno per la diffusione di una cultura dell’inclusione. Inclusione, accessibilità, ed equità sono fondamentali per noi e permeano ogni aspetto della nostra organizzazione. La valorizzazione di tutte le diversità è molto più di un valore, è un elemento fondante del modo in cui lavoriamo, ci rende più creativi e rappresenta la chiave per un ambiente di lavoro stimolante, in cui ogni persona si senta vista e rispettata. Continueremo a innovare e a migliorare le nostre best practices, perché crediamo che un ambiente di lavoro veramente inclusivo non solo benefici i nostri dipendenti, ma ci permetta anche di servire meglio i nostri clienti e le comunità in cui operiamo».

A seguire Amazon nella classicifica dell’Index, in Italia, sono poi Nike, Disney, Coop e Dove.

La presentazione del Brand Inclusion Index 2024

L'evento di presentazione dell’indice, in collaborazione con Amazon e RINA, si è tenuto il 6 novembre presso il Centro Culturale di Milano. Ospiti della tavola rotonda sono state Alexandra Kaspareck, ESG Manager di Kiko Milano; Daniela Cerrato, Marketing Director di Mondadori Media - che ha portato l’esperienza di The Wom nella valorizzazione dell’inclusione -; Cristina De Marchi, Key Account Manager di RINA e Ulrike Sauerwald, Responsabile Centro Studi di Valore D.

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Sul palco: Alexandra Kaspareck, ESG Manager di Kiko MilanoDaniela Cerrato, Marketing Director di Mondadori MediaCristina De Marchi, Key Account Manager di RINA e Ulrike Sauerwald, Responsabile Centro Studi di Valore D.
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Alexandra Kaspareck, ESG Manager di Kiko MilanoDaniela Cerrato, Marketing Director di Mondadori Media.
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Daniela Cerrato, Marketing Director di Mondadori MediaCristina De Marchi, Key Account Manager di RINA e Ulrike Sauerwald, Responsabile Centro Studi di Valore D.
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Daniela Cerrato, Marketing Director di The Wom per Mondadori Media
Daniela Cerrato, Marketing Director di The Wom per Mondadori Media

A proposito di The Wom, invitato da Kantar come esempio di come si possa parlare di inclusività assieme ai brand, Daniela Cerrato, Marketing Director di The Wom per Mondadori Media, ha commentato: «In The Wom, l'inclusione è molto più di un valore: è il fondamento del nostro impegno quotidiano. Ci dedichiamo a offrire rappresentatività autentica a tutte le identità che seguono il nostro brand e quelle dei nostri partner. È una responsabilità che abbracciamo con determinazione per creare uno spazio che rifletta il mondo nella sua complessità e ricchezza di sfumature».

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