A scuola contro il bullismo: a Trento parte un’opportunità formativa per gli studenti
Il bullismo si combatte anche attraverso educazione e sensibilizzazione, perni della prevenzione, ed è da queste basi che le scuole di Trento sono partite avviando, prime in Italia, un percorso di certificazione che consente appunto di prevenire e contrastare il bullismo a scuola. Per l'anno scolastico 2023/2024, infatti, il liceo scientifico Da Vinci e il liceo linguistico Sophie Scholl hanno avviato la prima Sezione Rondine, un percorso sperimentale che integra la didattica con l’esperienza rigenerativa di un metodo riconosciuto, il Metodo Rondine, capace di trasformare i conflitti in occasioni di crescita e di condivisione.
Il punto di partenza del progetto è stata l’indagine effettuata tra dicembre 2022 e gennaio 2023 su 2.809 studenti delle scuole secondarie di primo grado e in alcuni casi anche delle classi quarta e quinta delle primarie di 7 istituti, i cui risultati sono stati presentati al Festival Educa, a margine della lectio “Educare alla gestione dei conflitti” tenuta da Franco Vaccari, il fondatore di Rondine Cittadella della Pace, l’organizzazione internazionale impegnata nella riduzione dei conflitti armati nel mondo e nella diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto.
L'indagine condotta tra quasi 3.000 studenti
Scopo principale del percorso di certificazione, quello di sviluppare le competenze degli studenti e degli insegnanti per migliorare il clima in classe e a scuola, e avere quindi un impatto sulla qualità delle relazioni a scuola: «Siamo partiti con tre scuole e avviato la sperimentazione - ha detto Paola Pasqualin, dirigente Istituto Comprensivo Trento 5 - Oggi nella città di Trento abbiamo intrapreso il percorso di certificazione per prevenire e contrastare il bullismo in tutti i 7 istituti comprensivi, che si concluderà con l’audit di maggio. Il primo passaggio è la valutazione dei rischi, segue la necessità di definire la politica del bullismo e infine il piano operativo, cioè le azioni che vengono fatte all’interno di una comunità scolastica. L’ultimo passo è la formazione per tutti. Ma il punto di partenza sono stati i questionari che hanno coinvolto 2.809 studenti».
L’indagine condotta negli istituti ha visto gli studenti rispondere a diverse domande: da “cos’è il bullismo” (il 78% dei ragazzi ha risposto “un fenomeno grave che riguarda due o più ragazzi/e che non sono amici, in cui uno o più ragazzi hanno più potere dell’altro o degli altri”), a “cosa consiglieresti a un tuo amico in caso di bullismo”, passando per “come aiutare i ragazzi e le ragazze che subiscono prepotenze” e “come ti comporti in caso di bullismo”. Nel primo caso, la maggior parte dei ragazzi si è mostrata consapevole che il bullismo si vince solo denunciando e/o parlando con una figura adulta, nel secondo oltre la metà ha risposto che è necessario parlarne, meglio se tutti insieme in classe. Alla domanda “come ti comporti in caso di bullismo”, il 23% dei ragazzi ha affermato di essere intervenuto in difesa della vittima dicendo al prepotente di smetterla, mentre il 19% “gira al largo”, cercando di non farsi coinvolgere.
Bullismo: in Italia ne è vittima il 15% degli adolescenti
La collaborazione delle scuole di Trento con Rondine è nata circa 10 anni fa, e ha formato numerose generazioni di studenti: «Dopo l’avvio del progetto – ha raccontato Viviana Sbardella, sovraintendente scolastica della Provincia di Trento – che porta i ragazzi delle scuole di Trento a scegliere di trascorrere il quarto anno a Rondine anziché all’estero, abbiamo deciso di rafforzare questa collaborazione esportando il Metodo Rondine nelle nostre scuole per avere la stessa ricaduta ed efficacia nella formazione dei cittadini. Nell’anno scolastico 2023-2024 saranno due gli istituti di Trento ad avviare le prime Sezioni Rondine, che richiedono una formazione significativa dei docenti e l’istituzione di un tutor, una nuova figura, un facilitatore delle relazioni, che accompagni studenti e docenti nel percorso e nelle tante attività extra curricolari».
VEDI ANCHE LifestylePerché si sottovaluta ancora il peso dell’hate speech?Stando ai dati diffusi a febbraio 2023 dall’Istituto Superiore della Sanità tramite il Sistema di Sorveglianza Hbsc Italia in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, in Italia circa il 15% dei ragazzi è vittima o è stata vittima di bullismo, con una percentuale del 20% nei bambini di 11 anni (1 su 5), e del 10% nei ragazzi più grandi. I dati sono stati raccolti tramite un’indagine che ha coinvolto un campione rappresentativo di ragazzi di 11, 13 e 15 anni, che ha confermato che il fenomeno è purtroppo omogeneo, con percentuali che non si discostano di molto da una regione all’altra, e che la frequenza di atti di bullismo sembra essere stabile negli anni, mentre il cyberbullismo ha visto un’impennata nei giovani di 11 e 13 anni fortemente associata alla diffusione dei social network.
Cos'è il Metodo Rondine contro il bullismo
Il Metodo Rondine per la risoluzione dei conflitti, applicato alla scuola, si configura appunto nel "Quarto anno Rondine", un’opportunità formativa e di studio riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione come percorso di sperimentazione per l’innovazione didattica rivolta a diciassettenni di tutta Italia dei licei Classico, Scientifico e delle Scienze Umane, per frequentare la classe quarta nel borgo di Rondine, un ambiente internazionale dove si sperimenta la trasformazione del conflitto. Una scuola innovativa che coniuga lo studio delle discipline degli indirizzi curricolari dei tre licei, con un percorso di crescita e di profonda consapevolezza di sé per lavorare sulla dimensione emotiva e relazionale, imparare ad assimilare ed elaborare gli stimoli della società globale, affrontare il futuro e le sfide della contemporaneità con sicurezza, e definire il proprio progetto di vita.
Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace, docente di psicologia presso la scuola nel Metodo Rondine, ha spiegato che l'obiettivo del Metodo Rondine è inquadrare la scuola come «un’istituzione al servizio della comunità. Gli insegnanti hanno il compito, nella loro totale libertà, di costruire delle relazioni conflittuali per creare un habitat educativo dedicato alla crescita dei giovani. La parola conflitto deve smettere di essere sinonimo di guerra e diventare una parola positiva. In una classe non si deve avere paura dei conflitti, perché è nel conflitto che sta la fatica di costruire delle relazioni ed è proprio il conflitto la nostra energia vitale e lo strumento di trasformazione per la crescita personale e sociale».