Educazione sessuale: nelle scuole milanesi torna il progetto “A Luci accese”

31-10-2023
Meno di un giovane su due (43,4%) utilizza sempre il preservativo: è il dato, allarmante, che emerge dall'indagine svolta dall’Osservatorio Giovani e Sessualità di Durex in collaborazione con Skuola.net. Un dato che pone l'urgenza di un'educazione sessuale che parta dalle scuole. Da qui il progetto di Durex "A Luci Accese", un programma di educazione affettiva e sessuale che ha l’obiettivo di raggiungere 23.000 studenti

L'Italia è una delle poche nazioni europee, insieme a Cipro, Bulgaria, Polonia, Romania e Lituania, a non avere inserito ufficialmente nei piani formativi un programma di educazione sessuale. Una mancanza che può condurre a inconsapevolezza sessuale, soprattutto tra i più giovani: secondo l'indagine, infatti, la fascia 11-13 anni è quella che preoccupa di più, con un 55,6% chedichiara di non utilizzare nessun metodo contraccettivo.

I dati emersi dall'indagine di Durex e Skuola.net

Ad aver aderito alla ricerca di quest'anno, condotta da Durex e Skuola.net con il supporto di EbiCo – una cooperativa sociale ONLUS riconosciuta come Spin-Off Accademico dell’Università di Firenze - sono stati più di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni.

Per quanto riguarda la contraccezione, il 62,5% dei giovani intervistati dichiara di affidarsi al coito interrotto e oltre il 39,3% (+3,6% rispetto al 2022) lo definisce erroneamente come un metodo efficace contro gravidanze indesiderate o Infezioni Sessualmente Trasmesse, con le percentuali più elevate tra i giovanissimi nella fascia 11-13 anni. La consapevolezzain merito all’inefficacia del coito interrotto sembra infatti crescere con l’età, sebbene questo non sia un deterrente al suo utilizzo.

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La situazione è poi ulteriormente aggravata dallo scarso confronto e dialogo, a scuola e in famiglia. I giovani, infatti, non sembrano sentirsi a loro agio nell’affrontare questa tematica a casa: il 45,3% dichiara di rivolgersi ad Internet per chiarire i dubbi in ambito affettivo e sessuale e tra questi la maggior parte lo fa per l’imbarazzo di chiedere a qualcuno (31,6%) e perché non sa a chi rivolgersi (12,8%), con il rischio di esporsi a fake news, informazioni sbagliate e fuorvianti.

Solo il 9,3% si rivolge ai genitori – con percentuali in calo negli ultimi tre anni - il 5,9% al medico, il 12% chiede aiuto agli amici oppure, semplicemente, non chiede a nessuno, con la percentuale di questi ultimi che sale notevolmente al 20,3% nella fascia dei più giovani tra gli 11 e i 13 anni.

Di fronte a questo scenario complicato, quali potrebbero essere le misure da introdurre? L’educazione in ambito affettivo e sessuale nelle scuole risulta sicuramente la principale. Una misura che, tra l'altro, viene richiesta a gran voce dai giovani: dall’Osservatorio, infatti, emerge che il 93,7% degli intervistati crede che l’educazione alla sessualità e all’affettività dovrebbe essere offerta come materia nel curriculum scolastico.

Il programma di Durex "A luci accese" nelle scuole di Milano

Alla luce di quanto emerso dall’Osservatorio, Durex porta avanti un'iniziativa che rappresenta un primo concreto passo in Italia nella direzione dell’educazione affettiva e  sessuale nelle scuole: “A Luci Accese”, un programma di educazione affettiva e sessuale che mira a coinvolgere 23.000 studenti milanesi.

Curata dall’Associazione ALA MILANO ONLUS, un’associazione no profit che si occupa di tutela della salute e promozione del benessere delle persone, l'iniziativa ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano ed è già attiva nelle scuole di Milano da ottobre con il supporto di esperti educatori/educatrici, psicologi/psicologhe e sessuologi/sessuologhe.

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Ciascuna delle scuole aderenti ha accesso a laboratori di educazione affettiva e sessuale, conferenze e incontri con esperti, docenti, genitori e personale scolastico, con momenti dedicati al feedback e alla restituzione al termine delle attività e con la somministrazione di un questionario pre e post interventi, al fine di valutare le conoscenze acquisite e il gradimento rispetto alle tematiche trattate.

Sono inoltre proposte attività interattive (giochi, quiz, role playing, dibattiti, etc.) e momenti di riflessione e condivisione in piccoli e grandi gruppi, oltre a uno spazio di ascolto non giudicante che faciliti l’emersione di domande e vissuti personali.

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