A Milano, un festival di danza esplora la non conformità dei corpi nello spazio pubblico

Dal 14 al 24 settembre, il festival Le Alleanza dei Corpi porterà a Milano una riflessione sul ruolo dei corpi - eccentrici, altri, irregolari, plurali e insieme singolari, queer - all'interno degli spazi pubblici della città. Una città che deve essere ripensata proprio attorno alla centralità dello spazio condiviso e aperto, dove affermare la propria libertà di essere, apparire, pensare

“In termini di riappropriazione della città, gli spazi comuni costituiscono quei nodi spaziali attraverso i quali la metropoli può tornare a essere uno spazio cruciale della politica”. Con questo pensiero di Stavros Stavrides, architetto e attivista greco, viene presentata la nuova edizione del festival Le Alleanze dei Corpi.

Tema di quest'anno è proprio lo Spazio Comune: un luogo che assorbe l'energia dei corpi e che si modella attorno a loro, dove ripensare le relazioni in un nuovo concetto di comunità.

Del resto, quali sono, se non gli spazi comuni, i luoghi in cui ci sentiamo più liberi in città?

Obiettivo del festival, pensato come un laboratorio trasformativo che si articola in un programma di percorsi partecipativi, pratiche relazionali, performance, mostre, simposi che connettono il territorio alle istituzioni culturali della città, è quello di offrire uno spunto di riflessione sull'urgenza di ripartire proprio da questi luoghi per reimmaginare la città.

E se pensiamo a Milano, dove lo spazio comune viene progressivamente divorato dal capitale privato, un festival come Le Alleanze dei Corpi stimola una riflessione tanto attuale quanto urgente. Il tutto attraverso il linguaggio liberatorio della danza. Non servono parole, del resto, per rivendicare il diritto allo spazio, a respirare.

Il programma del festival si focalizza su alcuni nodi cruciali: lo spazio pubblico come cultura della città e del bene comune, la decolonizzazione come pratica fondante del riconoscimento della città da parte dei corpi che la abitano, le ecologie radicali come prospettiva sociale per nuove forme di relazione tra l’umano e il vivente per nuove ecologie sociali e collaborative. 

Il progetto ospita e coinvolge a livello produttivo artisti, performer e coreografi impegnati nel lavoro sui territori e nella riflessione sul corpo nella sfera pubblica, attraverso percorsi di workshop, performance, coreografia espansa, pedagogie radicali, riscrittura del paesaggio urbano, individuando nella danza un importante strumento di coinvolgimento per le nuove generazioni.

Il festival si apre il 14 settembre in Fabbrica del Vapore, con una giornata di incontri e performance incentrata sul tema della relazione tra città, istituzioni culturali e beni comuni dal titolo Spazio pubblico - Spazio Comune. Saranno presenti l’architetto, sociologo e attivista greco Stavros Stavrides (Università di Atene, autore di Towards the Cities of Thresholds e  Spazio Comune - recentemente pubblicato in Italia da Agenzia X), Annalisa Metta (docente di Architettura del Paesaggio, Università Roma3, autrice de Il paesaggio è un mostro. Città selvatiche e nature ibride), Emanuele Braga (ricercatore, attivista e artista), Elisabetta Consonni (coreografa), Marco Minoja (Direzione Cultura Comune di Milano), Alessandro Bollo (progettista culturale). 

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Segue la performance di Ariella Vidach Connecting Bodies, un progetto corale per ripensare il corpo come singolare e insieme plurale. L’obiettivo del progetto è incoraggiare lo scambio e la relazione tra le persone attraverso un linguaggio spontaneo e istintivo nella creazione di un movimento  e di un corpo collettivo.

Il programma segue il 16 settembre con EXTRABODIES, una serie di performance in cui convergono poetiche queer, politiche del desiderio, corpi e paesaggi in transizione, attraverso formati aperti e irregolari. 

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Il 17 settembre verrà presentato il nuovo lavoro di Jacopo Miliani Flowerflexion, che rivolge l’attenzione ad alcuni stereotipi collegati alla figura del corpo umano come contenitore di forze, mentre il 20 settembre vedrà l’apertura della mostra BLOOM ROOM (aperta sino al 28 settembre) al DiDstudio, cantiere aperto ai nuovi formati della danza e della performatività, dove convergono l’installazione di Jacopo Miliani Florilegio, e la Queer Ecology di Dogyorke (Yuri S. D’Ostuni) 17 L.

Il 21 il festival si sposta poi a Ovest, tra QT8 e San Siro, con un doppio programma dedicato al tema delle ecologie radicali e acustiche. Al Bosco in Città i musicisti Attila Faravelli e Nicola Ratti presentano QW. 10 boscoincittà, a cura di Claudia D’Alonzo, un percorso performativo dedicato all’esperienza di ascolto, come pratica esplorativa collettiva ecosistemica, un invito a spostare l’attenzione e a cogliere le continue trasformazioni degli spazi che abitiamo, attraverso la creazione di semplici accadimenti sonori e l’ascolto di ciò che ne deriva.

Nella stessa giornata al Kinlab avrà luogo il workshop e simposio Climate Justice League Super eroə dei nuovi mondi per la giustizia climatica a cura di Emanuele Braga, un percorso di attivismo e pensiero speculativo per immaginare le icone fictional della giustizia climatica e sovvertire e radicalizzare, in ottica situazionista, gli immaginari delle lotte. Il workshop e il simposio lanciano il percorso del prossimo 12-15 ottobre, Art for Radical Ecologies Manifesto, una piattaforma antispecista, fossil free e post-antropocentrica ideata dall’Institute of Radical Imagination.

Il 22 settembre Le Alleanze dei Corpi attraversa Parco Lambro con BODY FARM di Silvia Rampelli / Habillé d’eau, già Premio UBU nel 2018. Il progetto prende nominalmente spunto dalle Body Farms - centri di ricerca di Antropologia Forense, creati negli Stati Uniti per studiare la de-composizione dei corpi - cogliendo il riverbero di alcune analogie di linguaggio: l'invito a donare il corpo alla scienza sembra guidare l'attore nella consegna allo sguardo. Immerso nello spazio aperto, il fruitore si trova nella condizione di dover cercare una misura, una messa a fuoco, un ordine. Body Farm è l'esperimento necessariamente singolare di un evento apparente e del suo sciame percettivo.

Il 23 settembre e il 24 settembre, infine, prende il via nella piscina del Parco Trotter, nel quartiere dove storicamente si situa Le Alleanze dei Corpi, HOW TO DECOLONIZE CONTEMPORARY DANCE   Pratiche e rituali di decolonizzazione dello spazio pubblico, un simposio performativo in cui far convergere e condividere pratiche e teorie sul tema del corpo nella contemporaneità, sui contenuti e sulle estetiche che veicola, e su come queste si rifrangono sulle forme artistiche del presente.

Intorno alle due giorni si sviluppano alcuni progetti: il 23, presso Cascina Biblioteca, si avvia il laboratorio Glitter, progetto di trasmissione a due voci condotto da Marta Bellu e Laura Lucioli, danzatrice con la sindrome di down, che nasce dall’urgenza di ricercare dentro il linguaggio nuove coreografie di parole per condividere la danza.

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