Lotta alla violenza di genere, bullismo e gender gap: il manifesto delle donne al Festival di Sanremo 2024
C’è l’iconica Loredana Berté, che con la sua “Pazza” è diventata il manifesto di tutte quelle donne definite tali (quasi sempre da uomini) per le loro scelte e la loro personalità, e che per questo si sono odiate, finendo poi per riuscire finalmente ad amarsi. E c’è la rivelazione Angelina Mango, che canta della noia e dell’importanza di riconoscerla come tempo di valore. E poi ci sono Angela Brambati dei Ricchi e Poveri, Alessandra Amoroso, Emma, Annalisa, Fiorella Mannoia, Rose Villain, Clara, BigMama.
Sono le donne del Festival di Sanremo 2024, una presenza femminile ridotta e risicata rispetto a quella maschile, bilanciata in qualche modo (ma non del tutto) da ospiti e co-conduttrici. Giorgia, Teresa Mannino, Lorella Cuccarini sono state scelte per affiancare Amadeus nel trainare il carrozzone scintillante e a tratti kitsch del festival della canzone italiana, e le prime due non hanno esitato a sfruttare l’occasione per ribadire la necessità di combattere la violenza di genere e promuovere la parità tra sessi. Da ogni punto di vista.
Giorgia: «Quando non sottolineeremo più maschile e femminile avremo pareggiato»
Una cosa importante, in questo senso, l’ha detta proprio Giorgia. Interpellata in conferenza stampa sul fatto che ormai da dieci anni una donna non vince il Festival, ha fatto notare come sottolineare il maschile e il femminile non faccia altro che alimentare le differenze e renderle più evidenti. Quando parleremo genericamente di artisti e interpreti, ha detto Giorgia, vorrà dire che abbiamo pareggiato la situazione».
E gli applausi più fragorosi e sentiti sono stati per lei, non soltanto per la dovuta e attesa esibizione-omaggio, ma anche per la classe, l'eleganza e il rispetto con cui ha occupato il palco su cui è salita, in gara, 5 volte, vincendo una sola volta, la prima, con "Come saprei".
Il cast di "Mare Fuori" e il monologo contro la violenza sulle donne
Al cast di "Mare Fuori" - in cui figura, tra l'altro, anche un'artista in gara, Clara - è stato invece assegnato il delicato compito di affrontare il tema della violenza di genere. Gli attori della serie da record in onda su Rai2 sono saliti sul palco per un monologo scritto da Matteo Bussola in cui hanno enunciato otto parole per sensibilizzare sulla violenza di genere: "ascolta", "accogli", "accetta", "impara", "verità", "accanto", "insieme" e "no". Quest'ultima parola «definisce il perimetro della nostra volontà, la più alta dichiarazione d'amore che si possa fare». Una sottolineatura importante in questi giorni in cui a livello europeo si ridefinisce, e si battaglia, sulla definizione di stupro, con l'obiettivo di rendere tali tutti quei comportamenti che vengono perpetrati senza consenso.
Teresa Mannino e le formiche tagliafoglie
Teresa Mannino, co-conduttrice per la terza serata, ha inevitabilmente usato la comicità e l'ironia per parlato di un tema così drammatico e delicato. Nel suo monologo la comica siciliana ha usato la metafora della differenza tra gli umani e gli animali, nello specifico le formiche tagliafoglie, per mostrare come alcuni comportamenti siano radicati nella società e alimentati da sistemi di valori distorti, affrontando anche il tema dell'ambiente.
«Le formiche tagliafoglie fanno agricoltura da 50 milioni di anni e non hanno rovinato niente. Noi facciamo agricoltura solo da 10 mila anni e abbiamo sfinito il pianeta - ha detto dal palco - La regina madre sceglie il sesso dei nascituri e fa solo femmine, i maschi solo una volta all'anno per la riproduzione della loro specie. Non gli fanno neanche buttare la spazzatura. Hanno il solo compito di fornire gli spermatozoi. Dopo il loro accoppiamento muoiono, non hanno il problema di gestire i loro ex e i maschi sono felici perché la loro vita è stata un'unica grande scopata. Gli animali umani invece preferiscono il potere, sulle donne, sui bambini, sulla natura. Anche a me piace il potere, ma a me piace quello di ridere e di farvi ridere».
Bullismo e body shaming, gli sfoghi catartici di Alessandra Amoroso e BigMama
Ai monologhi di co-conduttrici e ospiti si affiancano poi le dichiarazioni di alcune cantanti in gara, che hanno deciso di sfruttare il palco del Festival per sensibilizzare su piaghe come il bullismo e il body shaming. Alessandra Amoroso in conferenza stampa ha letto, in un flusso doloroso e catartico, tutti i messaggi di odio che le sono arrivati via social, mentre BigMama ha raccontato alcuni episodi di bullismo, body shaming e violenze di cui è stata vittima e ha riversato tutto nel brano "La rabbia non ti basta". E ancora: Annalisa in "Sinceramente" canta di libertà, non soltanto di essere se stessi, ma anche di dare fastidio e lamentarsi, mentre Fiorella Mannoia, - che è in gara con "Mariposa", inno all'orgoglio femminile - nel 1987 cantava di tutto "quello che le donne non dicono". Quest'anno, invece, al Festival di Sanremo le donne non soltanto hanno molto da dire, ma sono decise a farlo, e a farsi sentire chiare e forti.