Giornata del benessere sessuale: perché parlare di vibratori è ancora un tabù?

Il 4 settembre è la Giornata mondiale per il benessere sessuale. Un’occasione per parlare di un oggetto che, nonostante il successo crescente degli ultimi anni, per molte persone è ancora un tabù: il vibratore

Mentre per molte persone il vibratore è qualcosa di uso comune, il cui utilizzo viene condiviso con tranquillità, per molte altre non è così. Anche a livello legale, in diversi stati il vibratore rappresenta una proibizione: vi sono interi Paesi in cui questi oggetti non sono consentiti. Ad esempio, attualmente in Texas è vietato possedere più di sei sex toys a persona.

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Eppure, i vibratori esistono dalla notte dei tempi: oggetti dalla forma fallica venivano creati già nell’antica Grecia. La leggenda vuole che Cleopatra ne fosse una fiera utilizzatrice già nel 50 a.C. Nonostante una lunga storia, l’idea dell’utilizzo del vibratore per molte persone porta con sé ancora imbarazzo, timore se non repulsione. Insomma: è un tabù.

L’isteria e la nascita del vibratore

Il primo prototipo di sex toy di cui si ha certa testimonianza è degli anni ‘60 del 1800, ed è stato creato dal fisico statunitense George Herbert Taylor. Il suo nome era “manipulator”. Il celebre film del 2011, Hysteria, ha reso celebre invece il macchinario creato qualche anno dopo da Mortimer Granville, nel 1883. Il film, seppur romanzato, mostra quella che era una realtà nell’epoca vittoriana, ovvero la volontà di curare “l’isteria”.

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Con il termine isteria si indicavano una serie di patologie psico-fisiche di cui soffrivano le donne dell’epoca. Questi disturbi erano causati, secondo i medici, dagli influssi negativi dell’utero sulla psiche

La masturbazione femminile veniva considerata come una cura per un problema medico causato dall’imperfetta natura femminile e il vibratore un presidio per curare tali fastidi.

In questo modo, il desiderio delle donne veniva patologizzato e inserito in un contesto di medicalizzazione da parte degli uomini

Un oggetto, quindi, nato non certo con il fine di appagare il desiderio femminile. Solo dal 1968 il vibratore diventerà simbolo dell'emancipazione sessuale femminile, che, nonostante le lotte, è ancora da raggiungere completamente.

Vibratore: quando si diffonde e il boom dal 2020

La pandemia ha portato a un boom di vendite di sex toys, vibratori compresi. Dal 2020, complice la pandemia che ha modificato le abitudini sessuali, le vendite di giocattoli erotici hanno registrato un +160%.

Questo può essere dovuto sicuramente a un maggior numero di ore passate in casa e la possibilità quindi di dedicarsi a nuove “esperienze”, sia all’aumento del sexting.

Secondo un sondaggio di The Poken Company, società di intrattenimento per adulti, in collaborazione con l’Osservatorio europeo per la sessualità femminile, nel 2021 si è verificato un generale aumento della masturbazione da parte delle donne. L’indagine è stata realizzata su un campione di 5025 donne provenienti da Francia, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito,

In particolare, nel nostro Paese si è passati dal 67% al 74% di donne che affermano di masturbarsi. Bisogna notare che in Paesi come Germania e Regno Unito i numeri sono molto più elevati: 82% e 78%.

In Italia anche la percentuale di donne che usano vibratori o giocattoli sessuali è molto più bassa che nel resto d'Europa, seppur in crescita: il 30% nel 2021 (rispetto al 17% di quattro anni prima).

Secondo l’indagine questi dati dimostrano «una tendenza strutturale, segnata dalla crescente autonomia del piacere femminile e dall'uso sempre più diffuso e disinibito della pornografia e dei sex toys

Diversi brand di vibratori inoltre stanno utilizzando sempre di più una comunicazione accattivante, per ottenere un’immagine più in linea con le tendenze contemporanee e scostarsi dal vecchio mondo “per adulti”.

Anche a causa di ciò, molte persone influencer mostrano senza problemi i loro sex toys, normalizzandone l’utilizzo.

La visione fallocentrica del sesso

Tuttavia, nonostante l’impegno dei brand e la rappresentazione nei media e sui social, le vendite aumentano, ma il tabù rimane. Parlare serenamente di vibratori e di masturbazione femminile non è facile in tutti i contesti.

Questo avviene per diversi motivi.

La causa principale è da cercarsi nella concezione fallocentrica dei rapporti sessuali.
Secondo questa visione, ad oggi dominante nella società, un rapporto sessuale può essere considerato tale solo se prevede la penetrazione di un pene in una vagina. Ne è l’esempio più lampante il concetto di “perdita della verginità”, legato all’integrità dell’imene, errato ed obsoleto.

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Il mondo della sessualità è molto più sfaccettato. Un rapporto sessuale non è altro che un’attività tra due persone dalla quale si può ricavare piacere sessuale, in qualsiasi modo e con qualsiasi supporto – come un vibratore.

Un’altra causa alla radice del sospetto nei confronti dei vibratori è la paura, spesso inconscia, nei confronti del piacere femminile. Il piacere e l’eccitazione femminile, se non sono direttamente legati alla riproduzione, portano con sé sempre una sorta di mistero, se non addirittura timore, spesso giudizio, come osserva anche Jude Ellison Sady Doyle nel suo saggio Il mostruoso femminile (Edizioni Tlon, 2019). Un modo di pensare che si basa su una visione stereotipata della donna, vista come entità priva di pulsioni e di desideri.

L’eccitazione femminile risulta meno visibile rispetto a quella maschile, ma questo non vuol dire che non esista

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Infine, non va sottovalutato il ruolo della mascolinità tossica: spesso il vibratore, se usato all’interno di una coppia dove è presente un uomo, può essere considerato una minaccia o un sostituto che va a minare la virilità di colui che non riesce, da solo, a soddisfare la persona partner. Uno stereotipo legato ai ruoli di genere imposti.

Un nuovo modo di vivere la sessualità

Parlarne, confrontarsi, condividere e anche esprimere le proprie curiosità: tutto questo è necessario per scardinare realmente il tabù sui sex toys e i vibratori.

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Per una donna sperimentare e riprendere in mano la propria sessualità e il proprio corpo, se desiderato, può essere un importante atto emancipazione. Per un uomo, provare nuove modalità di rapporti e non farsi condizionare dall’ansia della prestazione può essere una grande forma di liberazione.

E infine, leggerezza. Il sesso è divertimento: i sex toys non sono altro che degli ausili per giocare e passare del tempo piacevole.

Decostruendo il tabù ci si renderà conto che sono solo oggetti come altri: ci auspichiamo così che l’imbarazzo potrà passare

Ed è in tale modo che si potrà raggiungere un reale benessere, libero da stereotipi e miti performativi.

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