Il 20 novembre è la Giornata della memoria Transgender: un’occasione per riflettere
Ogni anno, il 20 novembre si celebra il Transgender Day of Remembrance (TDoR), una giornata ancora poco conosciuta che merita invece di essere ricordata per la sua importanza.
La scelta di questa data è dovuta a un fatto di cronaca: nel novembre 1998 una donna transgender di nome Rita Hester viene assassinata nel proprio appartamento. L’anno successivo la morte di Hester, si svolse una veglia commemorativa con candele a San Francisco, che poi fu organizzata in molte altre città in tutto il mondo.
Da qui la decisione dall’attivista transgender Gwendolyn Ann Smith di prendere questa data simbolica di fine novembre come giornata in ricordo di tutte le persone transgender vittime di odio, violenza e ingiustizie.
Vita transgender: le microaggressioni sistemiche
La cosa migliore di essere trans è essere trans. La cosa peggiore di essere trans sono gli altri
Questa ironica affermazione di Munroe Bergdorf, modella e attivista transgender, parla di una situazione purtroppo reale. Come afferma Juno Dawson nel suo saggio Questo libro è Trans (Edizioni Sonda, 2021) la transfobia è parte integrante della vita transgender.
Questa si divide in transfobia implicita ed esplicita. La transfobia implicita si basa sull’assunto, dato dalla società, che le persone siano cisgender. Le persone transgender sono così una minoranza invisibilizzata: è come se non esistessero.
Da qui le microaggressioni nella vita quotidiana, che possono essere molteplici. Ad esempio: dividere delle file tra uomini e donne, situazione che in Italia ancora avviene in molti contesti, a partire dai seggi elettorali.
Oppure, chiedere in un questionario quale sia il sesso della persona che compila, dando la possibilità di rispondere solo “femmina o maschio”.
Il problema è che non sempre le persone cisgender si rendono conto di queste dinamiche e della sofferenza che possono provocare. Approfondire questo tema può aiutare tutte le persone a comportarsi in maniera più inclusiva nei confronti della minoranza transgender.
Violenza sulle persone transgender: la punta dell’iceberg
Le microaggressioni sono la base di una cultura transfobica, le cui conseguenze più estreme possono essere considerate la “punta dell’iceberg” della violenza. Molto spesso, infatti, le persone transgender subiscono aggressioni di vario tipo. Si va dagli insulti online e al cyberbullismo, agli insulti nella vita reale, ricevuti anche da persone sconosciute incontrate per strada.
Vi sono poi le discriminazioni che possono assumere forme diverse. Tra queste, rifiutarsi di fornire servizi, come negare il soggiorno in un hotel. Oppure evitare di assumere al lavoro persone transgender
Queste situazioni possono portare a conseguenze gravissime sulla vita delle persone, dal punto di vista sia pratico che psicologico.
Un esempio drammaticamente attuale è avvenuto poco mesi fa nel nostro Paese. Nel giugno 2022, in Veneto, Cloe Bianco, una donna transgender di 58 anni, è stata trovata morta nel suo camper. Bianco, insegnante di Fisica, era stata vittima per anni di discriminazioni, era stata allontanata dall’insegnamento dopo il suo coming out nel 2015 e viveva da mesi isolata. Una situazione che l’ha portata alla decisione di togliersi la vita, come testimoniano le ultime parole che ha lasciato sul suo blog.
I crimini violenti: la situazione in Italia
Le persone transgender sono molto a rischio di essere vittime di crimini violenti. Secondo l’ACET, l’associazione per la cultura e l'etica transgenere, le vittime di odio transfobico nel mondo nel 2022 sono state 381: un dato tragico se si tiene conto che queste persone sono circa l’1% della popolazione.
Tra queste vittime si contano sia le persone morte perché uccise a causa del loro essere transgender sia le persone che a causa dell’odio transgender sono state portate al suicidio
In particolare, secondo i dati dell’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (aggiornati al 2019), i crimini d’odio contro le persone transgender sono in costante crescita in Italia e in Europa. Purtroppo, l’Italia è al primo posto come numero di vittime in Europa. Il Trans Murder Monitoring, rileva che il nostro Paese detiene il primato di transfobia nel Vecchio Continente, con ben 44 omicidi tra gennaio 2008 e settembre 2021 (vengono conteggiati solo i dati riportati dalla stampa).
Come partecipare attivamente al TDoR?
Sono diverse le associazioni in Italia che organizzano manifestazioni ed eventi per ricordare le vittime dell’odio transfobico. Tra queste, il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma organizza la proiezione del film “The Death and Life of Marsha P. Johnson” a cui seguirà un dibattito sabato 19 novembre.
Domenica 20 novembre si terrà invece sempre a Roma la commemorazione del TDoR alla stazione Termini alle ore 17. Si tratta di un luogo importante per la comunità transgender: è qui che nel 2013 è stata assassinata la giovane Andrea Oliviero, donna transgender. Da qui prenderà le mosse un corteo silenzioso illuminato da candele. È prevista anche un’esibizione del Roma Rainbow Choir, il coro LGBT+ ufficiale del Circolo Mario Mieli.
A Milano, la marcia per la liberazione delle persone transgender e non binarie è promossa da due associazioni, la già citata ACET e ALA Trans Milano. L’appuntamento è alle 17 in Piazza Oberdan.
Anche a Napoli si terrà una fiaccolata dove ogni persona porterà con sé un fiore e una candela. Il ritrovo è in Piazza del Gesù alle 16. In particolare, si ricorderà Chiara, diciannovenne napoletana parte del collettivo transfemminista I’m Queer Any Problem, che si è tolta la vita lo scorso 24 Ottobre a Napoli a causa degli abusi subiti a scuola e in famiglia.
Anche a Bologna si terrà una manifestazione, sempre il 20 novembre, dallo slogan “Ci vogliamo vivə, ci vogliamo liberə!”.