Oggi è la Giornata Mondiale per la consapevolezza sull’Autismo. Ecco cosa sapere
Il 2 Aprile è la Giornata Mondiale per la consapevolezza sull'Autismo, un’occasione per riflessione su un tema ancora troppo poco conosciuto. La celebrazione è stata istituita dall’ONU allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e accendere una luce sull’autismo. Non solo per comprendere meglio cosa significa convivere con questo disturbo, ma anche per alimentare l’attenzione sulla ricerca di diagnosi e trattamenti possibili.
Nel corso degli anni la conoscenza legata all’autismo è cresciuta, con essa però è aumentata la necessità di comprendere meglio cosa significa conviverci, prendendosi cura, come singoli individui e come società, sia delle persone affette che dei familiari
Definizioni e numeri
I Disturbi dello Spettro Autistico (Autism Spectrum Disorders - ASD), chiamati anche semplicemente autismo, sono delle problematiche neurologiche di origine multifattoriale ancora al centro di studi e ricerche.
Sono caratterizzati dall’alterazione dei modi in cui le persone comunicano, interagiscono e apprendono
Per conoscere meglio questo disturbo e la sua portata, è importante partire dai numeri.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal Ministero della Salute, nel nostro Paese, 1 bambino su 77 con un’età fra i 7 e i 9 anni ha ricevuto una diagnosi di disturbo dello spettro autistico
Gli alunni affetti da autismo che sono iscritti a scuola sono pari a 284mila. Il 42% ha una "disabilità intellettiva", il 26,4% presenta disturbi dello sviluppo, mentre i bambini con problemi sensoriali sono l’8%.
Cosa dovresti sapere sull'autismo
Nonostante si parli sempre più spesso di autismo, questo argomento resta fumoso e sconosciuto per molti. Chi si trova a contatto per la prima volta con un bambino autistico (o di un adulto) il più delle volte è privo degli strumenti efficaci per approcciarsi nel modo giusto.
Essere genitore, un nonno o un insegnante di un bambino con autismo infatti richiede forza, creatività e pazienza, ma soprattutto il coraggio e la voglia di pensare in grande
I bambini e i ragazzi autistici ci mostrano ogni giorno come sia possibile compensare e gestire in modo differente tanti aspetti della loro condizione. La cosa più importante però è uscire dal silenzio, parlarne, condividere e tentare nuove strade. Perché se la ricerca avanza, anche i genitori di questi bimbi possono insegnarci tanto. Innanzitutto che per comprendere il comportamento di chi è affetto da questo disturbo dobbiamo abbandonare alcuni schemi e sforzarci di osservare il mondo dal loro punto di vista.
Chi soffre di autismo, ad esempio, interpreta il linguaggio letteralmente. I giochi di parole, le allusioni e il sarcasmo non vengono compresi, così come le metafore. Bisogna dunque puntare l’attenzione sulla comunicazione e costruirla nel modo giusto
I bambini e i ragazzi autistici trovano difficile esprimere le sensazioni, per loro dunque è complicato spiegare di cosa hanno bisogno. Chi è accanto a loro dovrebbe dunque puntare l’attenzione sul linguaggio del corpo, interpretando piccoli e grandi cambiamenti, come la tendenza a isolarsi oppure ad agitarsi quando qualcosa non va. I segni ci sono tutti, ma è fondamentale imparare a leggerli.
Allo stesso modo è preferibile dare spazio al pensiero visivo. Per i bambini autistici le parole pronunciate dagli adulti sono qualcosa che scompare in fretta. Anziché dire qualcosa, dunque, sarebbe meglio mostrarlo concretamente con pazienza, calma e amore. Come qualsiasi altra persona infatti, anche chi soffre di autismo ha bisogno di qualcuno che crede del suo potenziale, che sia in grado di sottolinearne i suoi punti di forza e non le mancanze.
L’ingrediente che non deve mancare mai, in ogni caso, è l’amore incondizionato. Pensare a cosa sarebbe stato, concentrarsi troppo sul disturbo e dimenticare quanto invece di bello c’è nel presente, è un errore.
Nessuno sceglie l’autismo, ma di fronte ad esso tutti possiamo reagire fornendo a chi ne soffre supporto, amore e opportunità per diventare indipendente e crescere
Una storia per riflettere
Lo dimostra la storia di Franco e Andrea Antonello, rispettivamente papà e figlio, che hanno affrontato l’autismo con la forza dell’amore. Insieme sono partiti per un viaggio on the road e sempre insieme hanno imparato, fra tempeste e giorni di calma, come convivere con qualcosa per cui, purtroppo, non esiste una cura. La loro storia è stata raccontata nel bestseller di Fulvio Ervas Se ti abbraccio non avere paura (Marcos y Marcos, 2019), ed è un esempio di forza e coraggio, ma anche un modo per capire più da vicino cos’è l’autismo. Il libro ha ispirato il film Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores.
«Scrutavo il liquido – racconta Franco -, bevevo lentamente, come se l’acqua avesse potuto lavare i pensieri, trascinare ai reni il problema, e dai reni fuori, via, lontano da me. Non funziona così. E come funziona? avevo chiesto […] al medico di famiglia. “Funziona che la vita sta tutta sotto una grande curva a campana con al centro disturbi comuni e ai lati stravaganze d’ogni sorta. La vita è diluita nel mezzo e troppo densa ai lati”. “Non capisco.” “La vita è imperfetta ma ha una sua forza”. Aveva ragione. La biologia ha una sua forza e fa crescere anche i figli affetti da autismo».