La Casa di Ale, un progetto per diffondere e sperimentare l’accessibilità domestica

Un bambino, Alessandro, che a quattro anni viene colpito da una malattia rara, e un papà, Marco Meroni, che decide di trasformare il dolore in un'iniziativa che è un'immensa dimostrazione di amore per la vita e di generosità. "La Casa di Ale" è un progetto che vuole creare informazione e consapevolezza attorno al tema dell'accessibilità domestica, per raggiungere tutte le famiglie nella stessa situazione di Marco e Alessandro

 È il 2016 quando, a soli quattro anni, Alessandro, un bimbo come tanti della provincia di Como, viene colpito dal virus EV D-68, meglio conosciuto come Mielite Acuta Flaccida. Nel giro di pochi giorni Alessandro non può più muoversi né respirare in autonomia.

«Immaginati uno tsunami: dove passa porta morte e distruzione. Non puoi sapere quali saranno i danni fino a quando le acque non si sono ritirate. Lo stesso principio vale per ciò che è capitato ad Ale», racconta Marco Meroni.

Da quel momento, l'obiettivo della famiglia di Alessandro è stato quello di offrirgli una vita il più possibile normale.

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Nasce con questa idea "Il Volo di Ale", progetto digitale che racconta la vita di Alessandro e che segue lo sviluppo e i progressi de "La Casa di Ale". Presentata alla stampa a inizio settembre, è una casa 100% accessibile che offre assistenza e autonomia ad Alessandro, ma non solo. Perché è anche un'abitazione che funge da incubatore, da hub e da luogo di sperimentazione in cui portare a terra tutte le innovazioni e le tecnologie legate all'accessibilità domestica.

«Nel progettare "La Casa di Ale" ci è venuto incontro il concetto di il concetto di Universal Design, nato nel 1985 grazie all’architetto americano Ronald L. Mace. Un concetto che si è poi sviluppato nel pensiero "Design for All", ovvero un design per tutti», prosegue Meroni.

Da questi presupposti nasce uno spazio domestico, progettato dall'architetto Alessandro Pagani, che applica i 7 principi base dello Universal Design: Equità, Flessibilità, Semplicità, Percettibilità, Tolleranza all'errore, Contenimento dello sforzo fisico, Misure e spazi sufficienti.

La Casa di Ale, in provincia di Como
La Casa di Ale, in provincia di Como

Il risultato è una Smart Home dove, attraverso il controllo vocale di dispositivi compatibili, come luci, tapparelle, termostati, zanzariera e oscurante della sala, TV, Alessandro può condurre molte delle attività che in una casa normale gli sarebbero precluse. Tante sono le aziende che hanno supportato il progetto: da Vimar a Electrolux, passando per Miltecho, Hoval, Solarevolution, Sonnen, Duravit e Alexa.

Grazie all'aiuto di Alexa, per esempio, Alessandro può effettuare chiamate dalla propria camera alle altre stanze in caso di bisogno e, viceversa, i genitori possono monitorarlo anche dall’esterno. Inoltre, può ascoltare musica, giocare e anche studiare, effettuando ricerche, approfondimenti o facendo i compiti, utilizzando solamente la sua voce.

La stanza di Alessandro
La stanza di Alessandro

«Siamo molto orgogliosi di aver supportato il progetto "Il Volo di Ale", contribuendo a trasformare il concetto di accessibilità in qualcosa di davvero concreto. Il nostro contributo si pone l’obiettivo di generare un cambiamento positivo nella vita di Alessandro e dei suoi familiari, ma anche di sensibilizzare la società sulle tematiche di disabilità e accessibilità. Per noi infatti tecnologia non è solo sinonimo di innovazione, ma anche e soprattutto di miglioramento della qualità di vita. Lavoriamo quotidianamente per fare in modo che i nostri dispositivi e servizi possano rispondere al meglio alle esigenze di tutti, in nome dell’inclusività», ha dichiarato Giacomo Costantini, Business Development Manager di Amazon Alexa.

"La Casa di Ale" è dunque un esempio di come le nuove tecnologie possano dialogare tra loro offrendo ambienti domestici realmente accessibili.

La Casa di Ale come Living Lab

Da progetto studiato ad hoc per le necessità di Alessandro, "La Casa di Ale" evolverà in un Living Lab dove sperimentare tutte le innovazioni pensate per rendere più accessibili le case delle persone disabili.

In questo senso, la casa diventa una concept house con soluzioni e idee per la disabilità pronte per essere condivise ed esplorate con chiunque ne abbia bisogno. Uno spazio reale dove evolvere i concetti di Universal Design e di Design for All.

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Il primo progetto nato da questa idea è un braccio robotico sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Milano. Un ausilio per Alessandro che potrà rappresentare un aiuto importante per moltissime persone.

Obiettivo del Living Lab è infatti quello di mettere a disposizione idee, progetti e iniziative.

«Oggi l’idea è questa. Chissà se riusciremo a evolvere ulteriormente il nostro progetto in qualcosa ancora di diverso. Noi crediamo nella condivisione e nell’attivazione. Pragmatismo unito a una certa capacità di visione futura. Per dare a Ale, ma anche a tanti altri, molte opportunità in più», conclude Marco Meroni.

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