Miss Biker

Com’è nata Miss Biker, la più grande community italiana di motocicliste

Miss Biker è il punto di riferimento per le motocicliste in Italia: una community dove trovare consigli e incoraggiamento, ma anche un sito dove leggere recensioni imparziali e interviste alle campionesse del settore. Una passione, quella per la moto, che la fondatrice del progetto Lisa Cavalli è riuscita a trasformare in lavoro per aiutare se stessa e altre motocicliste a fare rete e a superare i pregiudizi

In gergo motociclistico le chiamano le “zavorrine”: sono le passeggere dei motociclisti, rigorosamente al femminile perché nella maggior parte dei casi sul sedile posteriore finiscono le donne. Lo dimostrano anche alcuni gruppi Facebook per appassionati e appassionate come “AAA Zavorrina cercasi, centauro offresi”, che vuole essere un “gruppo creato per far incontrare ragazze appassionate di moto ma che non hanno nessuno che le porta e motociclisti che avrebbero piacere di avere una zavorrina sul sellino”.

https://www.instagram.com/p/By2_XD4ii00/

A Lisa Cavalli questa descrizione è sempre stata decisamente stretta, e lo è diventata ancora di più sette anni fa: nel 2015, infatti, aveva appena comprato una moto per ridare senso alla sua vita, per tirare fuori un sogno che era rimasto fin troppo tempo nel cassetto. Non aveva sofferto così tanto per essere una semplice zavorrina: voleva stare nella parte anteriore del sellino, dare da sola una direzione alla sua vita e alla sua nuova Yamaha MT-07. Da questo desiderio di libertà nasce Miss Biker, quella che oggi è la più grande community italiana per motocicliste.

Miss Biker: da gruppo Facebook ad azienda di successo

Avevo delle esigenze: trovare altre persone come me, avere il sostegno di altre motocicliste, scambiare opinioni e ricevere consigli

ci spiega Cavalli. «Per questo ho deciso di fondare una community su Facebook. All’inizio c’erano solo sette iscritte, ma siamo cresciute in fretta. Il primo raduno che ho organizzato è stato un successo enorme: sold out in 48 ore!».

motocicliste

Le sorprese però non finiscono qui: al raduno si presenta anche l’amministratore delegato di Yamaha, che la prende da parte e le dice: «Secondo me dovresti farlo di lavoro». Cavalli non se lo lascia ripetere due volte:

abbandona l’azienda di famiglia per diventare libera professionista e apre un blog con articoli scritti da motocicliste per motocicliste, una rarità nel settore

Dopo qualche anno arrivano anche le collaborazioni con i brand, che le chiedono di testare moto, abbigliamento tecnico e accessori: Miss Biker diventa allora un’azienda specializzata in marketing e comunicazione, senza mai trascurare i membri della community e le loro necessità.

https://www.instagram.com/p/CZbOHMpI9gd/

«Non sapevo nulla di marketing, quindi mi sono rimessa a studiare», racconta Cavalli, che aggiunge: «Sono molto selettiva e pignola e lo sono ogni volta che collaboro con un’azienda. Per me la community è un gruppo di amiche e alle mie amiche non consiglierei mai prodotti pessimi o scadenti».

Oggi Miss Biker è un progetto di successo seguito da più di diecimila motocicliste e aspiranti tali, ma soprattutto una community con la partecipazione alle stelle: l’89% delle biker interagisce infatti almeno una volta il mese con il resto del gruppo per condividere traguardi, difficoltà e soluzioni

Come superare paure e pregiudizi se si è una motociclista in erba

motociclista in erba

Il motociclismo è un mondo prevalentemente maschile, ma non dev’essere per forza così. Bisogna abbattere i pregiudizi e l’unico modo per farlo è vedere sempre più motocicliste in strada. Le persone sono semplicemente spaventate da ciò che non conoscono, che non hanno mai visto

afferma Cavalli, precisando che ciò deve accadere sia a livello amatoriale che professionale. «Anche ad alti livelli ti sminuiscono ancora prima di vedere chi sei e come guidi. Pochissime donne nella storia hanno mai partecipato al motomondiale, ed è un peccato. Per le bambine e le ragazze che amano la moto vedere un campionato misto è un segnale fortissimo», racconta.

Nella vita di tutti i giorni, invece, il sessismo inizia dalle scuole guida.

Molti istruttori consigliano alle aspiranti motocicliste di iniziare dalle moto più piccole o di abbandonare direttamente ogni speranza

spiega la fondatrice di Miss Biker. Per iniziare in sicurezza, però, la formazione è fondamentale: una volta trovata la scuola giusta, l’ideale è affidarsi a un istruttore o un’istruttrice certificata e fare pratica in parcheggi chiusi e attrezzati.

https://www.instagram.com/p/CMji-xEDGD7/

«Ho visto ragazze salire sulla moto senza sapere dove fossero le marce e finire per fare degli slalom spettacolari», racconta Cavalli, che aggiunge: «Prendere il foglio rosa e capire se la moto fa per te o no è l’unico modo per diventare una motociclista. Guidare la moto di un amico qualsiasi in un parcheggio è inutilmente pericoloso».

Una community senza confini

Alla domanda su chi sia la sua più grande fonte d’ispirazione come motociclista, Cavalli risponde di getto: “Laia Sanz”.

Sanz è infatti una delle figure più importanti del motociclismo femminile degli ultimi anni: ha conquistato 14 campionati del mondo di trial femminile e 10 campionati europei nella stessa categoria, 7 trial delle Nazioni femminile, 6 campionati del mondo di enduro femminile e ha partecipato in moto per undici volte alla Parigi-Dakar

https://www.instagram.com/p/CX3PkC1Mv-d/

«Intervistarla in videochiamata per Miss Biker è stato meraviglioso», commenta Cavalli, «e sono anche molto contenta di essere riuscita a farlo con grande sicurezza, una dote che solo pochi anni fa non mi apparteneva».

motociclismo femminile
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Con la stessa sicurezza oggi Lisa Cavalli si concentra sui prossimi obiettivi di Miss Biker: continuare a crescere non solo in Italia, ma anche all’estero.

Abbiamo due Ambassador di Miss Biker in giro per il mondo, una in Giappone e un'altra in Turchia. Sono felicissima perché sono due paesi in cui essere donna, per un motivo o per un altro, non è mai facile, così come lo è essere motociclista. Per questo per me la sorellanza, la solidarietà tra donne, è e sarà sempre fondamentale

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