Che cos’è il #notallmen e come il film “Una donna promettente” lo mette in crisi

04-03-2022
Not all men sì, ma non tutti gli uomini sono così! –è un’argomentazione divenuta proverbiale: quella in cui un interlocutore, quasi sempre di sesso maschile, reindirizza una discussione su sessismo, cultura dello stupro o diritti delle donne per parlare di come niente di quanto detto sia colpa sua. Ecco come viene smascherata dal film Una donna promettente, in onda a partire dal 26 marzo su Sky

Promising young woman è la sceneggiatura originale di Emerald Fennell che ha vinto l'Oscar nel 2021 e che smentisce il Not all men. Come? Descrivendo una violenza sistemica, cioè legata non a circostanze accidentali quanto a un sessismo ben radicato nella società. Nonostante l’arrivo di un personaggio che ci fa credere che, "vedi, allora gli uomini non sono tutti così."

Not all men e la necessità degli uomini di difendersi a tutti i costi

#notallmen è diventato un famosissimo hashtag, che torna a fare tendenza ogni volta che scoppia un caso mediatico relativo a sessismo o violenza di genere.

#notallmen
#notallmen

La sua prima apparizione su Twitter risale al 2011 e diventa famoso nel 2014, quando la fumettista Mattie Lubchansky usa l’espressione nella sua pagina di fumetto satirica Please, listen to me: Not-all-men diventa il nome di un buffo supereroe, significativamente definito:

Difensore dei già difesi, protettore di chi è protetto e voce per chi l’ha già

L’idea di fondo che il supereroe incarna è che le donne accusino gli uomini senza cautela: le argomentazioni dell’eroe vengono utilizzate contro i giudizi negativi rivolti agli uomini e a supporto della tesi per cui “non sono tutti così”. Smussandone le responsabilità in ogni episodio di violenza.

Lubchansky riesce, con la sua formulazione, a mettere in luce la natura del problema: il notallmen è la risposta di chi si affanna a difendere un privilegio molto ben radicato. Col rischio, però, di fare troppo rumore perché possano emergere altre voci, altre questioni.

Prima del 2014, le formule “e allora gli uomini?” o “il patriarcato fa male anche agli uomini”, più diffuse, erano perlopiù animate da una volontà di inclusione e non di esenzione della responsabilità.

Promising young woman, un thriller di tutti i giorni

Promising young woman, il film scritto e diretto da Emerald Fennell, ha vinto l'Oscar (2021) per la migliore sceneggiatura originale e ha ricevuto quattro altre nomination: miglior film, miglior attrice, regista e montaggio.

Emerald Fennell alla cerimonia degli Oscar
Emerald Fennell alla cerimonia degli Oscar

Con una violenza sessuale sullo sfondo della storia, Fennell racconta una comunità che nega e minimizza la violenza, fino a ingannare anche sé stessa.

La protagonista del film, Cassie, sceglie un club diverso ogni weekend e si finge ubriaca: a fine serata, arriva sempre un “bravo ragazzo” ad assicurarsi che stia bene.

Quando questi uomini tentano di aggredirla approfittando del suo finto stato di ubriachezza, lei rivela loro di essere sobria e cosciente, mettendoli di fronte all’innegabile ferocia di quello che stavano per fare.

Questi bravi ragazzi

Il film accoglie e mette in scena, in uno scenario estremamente realistico, tutte le osservazioni più comuni che esprimono il pregiudizio di fronte a una donna ubriaca o indifesa a vario titolo: fin dalla prima scena ascoltiamo frasi come

“Se non sta attenta, qualcuno se ne approfitterà”, o “È solo un invito a farlo”, e ancora “Dacci dentro, ragazzo!”, riferito al giovane che, apparentemente, si offre di andare ad aiutare Cassie

Il not all men viene sapientemente neutralizzato durante il film, perché il racconto dimostra che tutti e tutte, senza eccezioni, sono vittima dello stesso sistema che in questo caso penalizza le giovani. Sono tutti convinti di essere, continuano a ripetere, bravi ragazzi. Ma nonostante questo, tutti si dimostrano disposti a esercitare violenza nel momento in cui l’occasione si presenta.

“Perché devi rovinare tutto?” chiede uno dei bravi ragazzi nel film. Cosa sta rovinando Cassie? Il diritto dell’uomo di avere un rapporto con una donna sbronza, suggerisce Fennell.

Giustificazioni come “eravamo solo dei ragazzini” per giustificare uno stupro veicolano l’idea di fondo che la violenza sessuale è considerata una tra le prerogative maschili e che spetti alla donna evitarla e difendersi.

Fai in modo che non succeda, o perlomeno non a te

Not all men, yes all women

In Promising Young Woman, nonostante la potente denuncia di un sistema che legittima la violenza, non c’è una contrapposizione di genere tra i personaggi positivi e negativi. Ma viene loro restituita la dignità di persone immerse in complesse dinamiche sociali e culturali in cui è la cultura dello stupro il problema di fondo.

La violenza descritta da Fennell è sistemica: questo vuol dire che è quotidianamente perpetrata per via di problemi interni alla nostra società

La narrazione del not all men e dei bravi ragazzi, invece, sostiene l’idea per cui la dinamica viva di casi isolati, di ragazze sfortunate incappate in personaggi poco rispettabili. In realtà, nel film di Fennell, a perpetrare violenza non sono personaggi poco rispettabili, ma uomini attenti alla parità sul posto di lavoro e che salvano le vite dei bambini per professione.

In questo modo, il film accoglie le obiezioni, le incorpora e le smonta: è questo il modo in cui riesce a mettere in luce altre dinamiche. Sono queste che vanno trattate, analizzate, decostruite: qualsiasi altro dibattito sulla liceità dei ruoli di genere rischia di mettere in ombra il proposito principale. Piuttosto, è necessario puntare il dito contro una cultura dello stupro che minimizza e normalizza la violenza, e che rende estremamente difficile, per esempio, denunciare.

Spesso, infatti, accade che la violenza da parte degli uomini sia considerata come una ragazzata o un errore di percorso: la verità è che è sempre evitabile, e per questo da condannare

Proteste contro la rape culture
Proteste contro la rape culture

Del resto, la risposta all’hashtag #notallmen non ha tardato ad arrivare: un utente anonimo di Twitter ha creato l’hashtag #yesallwoman, per rimarcare che tutte le donne sono colpite da sessismo e misoginia, anche se non tutti gli uomini sono sessisti.

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