Good News/Bad News: le notizie sui diritti civili di novembre 2023

Nuovo appuntamento mensile con la nostra rubrica sui diritti civili: a novembre si parla di lezioni sui diritti LGBTQIA+, matrimoni tra persone dello stesso sesso e aborto

Francia, nel 2024 il diritto all’aborto sarà in Costituzione

La Francia inserirà presto in Costituzione il diritto all’aborto. Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron con un tweet lanciato su X nei giorni scorsi: «Sulla base del lavoro di parlamentari e associazioni, il disegno di legge costituzionale sarà inviato questa settimana al Consiglio di Stato e presentato al Consiglio dei ministri entro la fine dell'anno. Nel 2024, la libertà delle donne di abortire sarà irreversibile».

Si tratta di una decisione storica in Europa, distante anni luce dalla linea adottata da Paesi come la Polonia, dove vige un quasi totale divieto di aborto. Il presidente francese aveva annunciato le sue intenzioni lo scorso 8 marzo, giornata internazionale per i diritti delle donne, di fatto replicando indirettamente anche agli Stati Uniti, dove nel giugno del 2022 è stata annullata la storica sentenza Roe vs Wade, quella che garantiva appunto il diritto all’aborto fungendo da precedente. 

In Francia l'aborto è stato depenalizzato il 29 novembre 1974, dopo due giorni e tre notti di discussioni in aula da parte dell’Assemblée Nationale. Il dibattito sulla modifica costituzionale era iniziato un anno fa, e a Macron spetta il compito di far approvare il disegno di legge con ampio consenso in Parlamento.

A Roma è polemica sulle lezioni sui diritti LGBTQIA+ nelle scuole 

Nella Capitale infuriano le polemiche su un progetto nato in Campidoglio che ha come obiettivo organizzare una serie di incontri sui diritti LGBTIA+ nelle scuole. Si chiama “Ti presento Andrea - Viaggio nella comunità LGBTQIA+», ed è promosso dal dipartimento Pari opportunità e riservato a studenti delle scuole medie, superiori e istituti professionali, ma aperto anche alle famiglie degli alunni partecipanti. 

Il progetto, inserito nella bozza del programma formativo per gli istituti della Capitale, ha come obiettivo «favorire la conoscenza di specifiche tematiche afferenti alla comunità» e «prevenire eventuali discriminazioni basate sull’identità di genere e l’orientamento sessuale per creare una società pacifica basata sul rispetto e sulla dignità di ogni persona». Si tratta di una serie di incontri da tenere nei locali delle scuole o nelle sedi di associazioni come Famiglie Arcobaleno, Genderlens, Rete Genitori Rainbow, Gaynet Roma, Plus Roma, Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli” e Gay Center. 

Immediate le proteste delle opposizioni del sindaco Gualtieri in Campidoglio, e anche di Pro-Vita, ma dal Comune non è arrivato alcun passo indietro, come confermato anche da Marilena Grassadonia, coordinatrice Diritti LGBT+ di Roma Capitale: «Andiamo avanti sulla strada della promozione dei diritti».

Giappone, l’obbligo di sterilizzazione per persone trans è incostituzionale

La Corte Suprema giapponese ha dichiarato incostituzionale la legge del 2004 che imponeva di sottoporsi a sterilizzazione le persone transgender. La legge giapponese, infatti, stabilisce che per cambiare genere sui documenti una persona debba avere almeno 18 anni, non essere sposata, non avere figli minorenni, avere una diagnosi di disforia di genere e debba essere priva di capacità riproduttiva, con organi genitali che rispecchiano quelli del genere desiderato.

Una donna transgender ha però chiesto l’intervento della Corte Suprema per il suo caso: già sotto terapia ormonale, il tribunale le ha imposto anche di sottoporsi a sterilizzazione, e lei ha deciso di portare il caso in tribunale. Dopo i primi due gradi di giudizio, che le hanno dato torto, il 25 ottobre la Corte Suprema ha emesso una sentenza in cui dichiara che la legge speciale sul disturbo dell'identità di genere, che impone la sterilizzazione chirurgica come prerequisito per la riassegnazione di genere, è incostituzionale perché in aperto contrasto con l'articolo 13 della Costituzione, che sottolinea l'importanza del rispetto dei diritti della persona.

«Si tratta di una decisione storica per i diritti dei transgender in Giappone, e dell’ultimo segnale incoraggiante del fatto che il Paese sta rivalutando le pratiche o le leggi discriminatorie che colpiscono le personeLGBT+ - ha detto Boram Jang, ricercatore di Amnesty International per l'Asia orientale - La sentenza della Corte rappresenta un importante passo avanti, ma la lotta per i diritti LGBT+ in Giappone rimane una battaglia in salita».

La Corte Suprema indiana rifiuta di legalizzare i matrimoni gay

Nulla di fatto, dalla Corte Suprema indiana, per la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. A decidere nel merito, ha detto la Corte, deve essere il Parlamento, anche se una parziale concessione alla comunità LGBTQIA+ è stata fatta ammettendo che ha il governo ha il dovere di riconoscere le relazioni LGBTQIA+ e di proteggerle dalla discriminazione.

La battuta d’arresto è arrivata al termine della lunga disamina di una ventina di richieste di legalizzazione di matrimoni gay, con una sentenza che ha visto due giudici su cinque contrari: «È di competenza del Parlamento e delle legislature statali determinare la legge sul matrimonio», ha detto il presidente della Corte Suprema Dhananjaya Yeshwan Chandrachud, aggiungendo però che «la nostra capacità di provare amore e affetto gli uni per gli altri ci fa sentire umani, e questa Corte ha riconosciuto che l'uguaglianza richiede che le unioni queer e le persone queer non vadano discriminate».

Grande delusione tra le associazioni che si battono da anni per la legalizzazione e il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, che speravano che l’India diventasse il secondo Paese asiatico, dopo Taiwan, a intraprendere questo passo.

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