Aspettando le paralimpiadi 2024: perché il loro ruolo nella promozione di inclusione e parità è così importante

Il mondo dello sport si prepara a celebrare la 17ª edizione delle Paralimpiadi, ora che le Olimpiadi di Parigi si sono concluse. La cerimonia di apertura avrà luogo il 28 agosto in Place de la Concorde, nel cuore di Parigi, e si prevede la partecipazione di 4.400 atleti, accompagnati da 2.500 assistenti, provenienti da 184 delegazioni, e un pubblico stimato di circa 65.000 spettatori. La cerimonia di chiusura si terrà l'8 settembre allo Stade de France

L'evento è stato ufficialmente inaugurato con la cerimonia di accensione della fiamma a Stoke Mandeville, luogo simbolico considerato la culla di questa prestigiosa manifestazione. Gli atleti britannici Helene Raynsford e Gregor Ewan hanno dato inizio a un viaggio simbolico della fiamma, che culminerà a Parigi mercoledì prossimo, durante la cerimonia di apertura delle Paralimpiadi. Il programma delle Paralimpiadi include 22 sport, suddivisi in 23 diverse discipline, con un totale di 549 eventi che si terranno nell'arco di 11 giorni.

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Gli atleti Helene Raynsford e Gregor Ewan all'accensione della fiamma
Gli atleti Helene Raynsford e Gregor Ewan all'accensione della fiamma

L'evoluzione dello sport paralimpico: dai giochi di Stoke Mandeville alle paralimpiadi attuali

Vi siete mai chiesti da dove provenga il nome Paralimpiadi? Il termine nasce dal fatto che questi giochi si svolgono in parallelo alle Olimpiadi. Il concetto fu sviluppato da Ludwig Guttmann, un neurologo tedesco che, dopo essere fuggito in Gran Bretagna per scampare alle persecuzioni naziste, ebbe l'intuizione di usare lo sport come strumento di riabilitazione per i soldati paraplegici della Seconda Guerra Mondiale. Ma andiamo per ordine.

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Questo percorso è iniziato con la prima edizione dei "Giochi di Stoke Mandeville" per atleti disabili nel 1948, un evento pionieristico che ha aperto la strada a competizioni sempre più organizzate e riconosciute a livello internazionale.

Nel 1952, il medico e attivista italiano Antonio Maglio propose a Ludwig Guttmann, il fondatore dei Giochi di Stoke Mandeville, di portare la IX edizione a Roma. Questa proposta segnò un punto di svolta, culminando nel 1960 quando i Giochi si svolsero durante le Olimpiadi di Roma, rappresentando la prima volta che un evento sportivo per atleti con disabilità veniva organizzato in parallelo alle Olimpiadi tradizionali.

L'importanza e l'impatto di questi giochi continuarono a crescere. Nel 1964, le Olimpiadi per disabili a Tokyo videro la partecipazione di 390 atleti, dimostrando un aumento significativo dell'interesse e della partecipazione globale. Questa tendenza è proseguita fino al 2010, quando le Paralimpiadi invernali di Vancouver ospitarono 650 atleti provenienti da 45 nazioni, sottolineando l'incremento della rappresentanza e della competitività internazionale.

Le Paralimpiadi oggi

Questi eventi storici non solo hanno offerto una piattaforma per gli atleti con disabilità per dimostrare le loro capacità e il loro spirito competitivo, ma hanno anche contribuito a cambiare la percezione e ad aumentare la consapevolezza sulla disabilità a livello globale. Oggi, le Paralimpiadi e altre competizioni internazionali continuano a crescere, ispirando milioni di persone e promuovendo l'inclusione e l'uguaglianza attraverso lo sport.

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Il simbolo delle Paralimpiadi si distingue da quello delle Olimpiadi sia per i colori che per lo stile. Invece dei tradizionali cinque cerchi, è formato da tre "agitos" in blu, rosso e verde. Questi colori sono stati scelti perché sono tra i più comuni nelle bandiere di tutto il mondo. Il logo simboleggia l'unione di corpo, mente e spirito degli atleti con disabilità.

Il logo paralimpico a Place de la Bastille, a Parigi
Il logo paralimpico a Place de la Bastille, a Parigi

Questo ruolo inclusivo dello sport è diventato ancora più evidente negli ultimi decenni, specialmente con la crescente importanza delle Paralimpiadi. Questi giochi internazionali, dedicati agli atleti con disabilità, rappresentano un esempio straordinario di come l'attività sportiva possa non solo migliorare il benessere psicofisico, ma anche svolgere un ruolo cruciale nel garantire diritti e opportunità a tutti, indipendentemente dalle loro condizioni fisiche.

Le Paralimpiadi dimostrano che lo sport non è solo competizione, o almeno non una competizione malsana, ma un potente mezzo per promuovere l'uguaglianza e l'inclusione

Gli atleti paralimpici non solo superano sfide personali incredibili, indipendenti dalla loro disabilità, ma sfidano anche le percezioni comuni della disabilità, mostrando al mondo che il coraggio, la determinazione e la passione non conoscono limiti. Questo spirito è perfettamente in linea con le recenti evoluzioni normative, come la riforma dell'articolo 33 della Costituzione italiana, che riconosce il valore sociale ed educativo dello sport in tutte le sue forme.

Inoltre, la riforma dello sport (d.lg. n. 36/2021) rafforza il principio secondo cui ogni individuo, compresi coloro con disabilità, ha il diritto di partecipare ad attività sportive in un ambiente sicuro e accessibile. Garantire l'accesso alle infrastrutture sportive per tutti è essenziale non solo per promuovere il benessere fisico, ma anche per assicurare il pieno inserimento delle persone con disabilità nella società.

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Alcuni dati su sport e disabilità

Per comprendere appieno l'importanza delle Paralimpiadi e dello sport per le persone con disabilità, è utile considerare alcuni dati significativi forniti dall'ISTAT.

Secondo le statistiche del 2019, il 5,2% della popolazione italiana soffre di gravi limitazioni a causa di problemi di salute. Di questa popolazione, solo il 9,2% pratica sport, mentre il 14,4% non si dedica allo sport ma partecipa ad attività fisiche. Ma il dato più preoccupante è che circa l'80% delle persone con disabilità è completamente inattivo.

Questi dati sottolineano l'importanza cruciale di promuovere l'accesso allo sport per le persone con disabilità, non solo per migliorare il loro benessere fisico, ma anche per favorire la loro integrazione sociale. Infatti, il 31% delle persone con disabilità che praticano sport si dichiarano molto soddisfatte delle proprie relazioni sociali, una percentuale significativamente superiore rispetto al 16% di coloro che non praticano alcuna attività sportiva. Questi numeri evidenziano come lo sport possa essere un fattore determinante nel migliorare la qualità della vita e il senso di appartenenza sociale per le persone con disabilità, confermando ulteriormente l'importanza di iniziative come le Paralimpiadi e di politiche che promuovano l'accesso allo sport per tutte e tutti.

Teoria della motivazione e personalità di Maslow

Il movimento è considerato un bisogno primario, come indicato da Maslow nella sua teoria della "Motivazione e Personalità". Le motivazioni principali che spingono le persone a praticare sport possono essere suddivise in due categorie: primarie e secondarie.

Motivazioni primarie:

  • Il Gioco: Visto come un'attività piacevole e che favorisce la concentrazione psico-motoria.
  • L'Agonismo: Nasce dal bisogno di sfidare sé stessi e la natura, cercando uno spazio per esprimersi e migliorarsi continuamente.

Motivazioni secondarie:

  • Aspetti Psicobiologici: Comprendono bisogni omeostatici e autoplastici che influenzano la pratica sportiva.
  • Fattori Socio-Culturali: Include la necessità di affiliazione, appartenenza, gratificazione e crescita personale.

Lo sport rappresenta un potente mezzo per il recupero e lo sviluppo delle potenzialità individuali, offrendo l'opportunità di esprimere non solo le abilità residue, ma anche quelle latenti e inespresse che spesso l'individuo non è consapevole di possedere. Questo aspetto diventa particolarmente rilevante per le persone che affrontano una disabilità sopraggiunta, un cambiamento che può portare a sentimenti di sconforto e frustrazione per non essere più in grado di fare ciò che un tempo era possibile. Tuttavia, il ritorno alla pratica di una disciplina sportiva già conosciuta prima del trauma può offrire grandi benefici, permettendo di affrontare "vecchi problemi" con "nuove soluzioni". Questo approccio positivo può estendersi anche ad altri ambiti della vita quotidiana.

Le esigenze specifiche delle persone con disabilità hanno portato alla creazione di diverse tipologie di sport:

  • SPORT INVARIATI: Questi sono rivolti a persone con disabilità lieve, che hanno la capacità di raggiungere livelli di sviluppo paragonabili a quelli delle persone senza disabilità. Le regole e le modalità di gioco rimangono invariate, consentendo agli atleti di competere senza necessità di adattamenti significativi.
  • SPORT CON REGOLE ADATTATE: Questa categoria è destinata a persone con disabilità da moderata a grave. Le regole dello sport vengono modificate per rispondere alle esigenze specifiche degli atleti, permettendo loro di partecipare e competere in modo equo e sicuro.
  • ATTIVITÀ MOTORIE ADATTATE: Queste attività sono pensate per persone con disabilità grave, e vengono specificamente progettate per rispondere alle loro capacità e necessità, consentendo loro di partecipare ad attività fisiche in modo sicuro ed efficace.

Lo sport-terapia

Lo sport-terapia inizia spesso in ambito ospedaliero, come parte integrante del processo di riabilitazione. In questo contesto, la persona disabile passa da essere oggetto di cure a soggetto attivo nell'azione, imparando a utilizzare le proprie capacità residue per raggiungere obiettivi specifici. Questo processo non solo favorisce la competitività e la partecipazione, ma aiuta anche gli atleti a sviluppare un controllo mirato del corpo nel tempo e nello spazio.

Per le disabilità mentali, il controllo del tempo diventa un fattore cruciale. Gestire ciò che rimane delle proprie capacità in funzione di strumenti specifici diventa essenziale per il miglioramento del benessere psicofisico.

Le Paralimpiadi e lo sport dimostrano dunque che la disabilità non è un limite con i giusti ausili, ma un'opportunità per riscoprire la forza interiore e superare ogni ostacolo.

Ogni atleta paralimpico è la prova vivente che la forza, costanza, tenacia e determinazione possono trasformare le sfide in vittorie, incoraggiando il mondo a vedere il potenziale oltre la disabilità

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