A Torino, ogni lunedì una piscina sarà solo per le donne. Divisiva o inclusiva?
Un’ora e mezza alla settimana dedicata esclusivamente alle donne: alla piscina Trecate di Torino, nel quartiere Pozzo Strada, dall'8 maggio il lunedì mattina l'accesso sarà esclusivamente al femminile, nell'ambito dell'iniziativa "Piscina al femminile" dell'associazione Sport di borgata, affiliata Uisp.
Un'ora alla settimana riservata alle donne
Il progetto prevede che ogni lunedì mattina dalle 10.30 alle 12 (orario tradizionalmente di chiusura), alla piscina possano accedere solo donne: dagli istruttori al personale, nella struttura potranno entrare soltanto loro, così da andare incontro alle esigenze di chi, per motivi culturali o religiosi, non è suo agio nel mostrarsi in costume davanti agli uomini. Unica eccezione i bambini, che potranno nuotare con le loro mamme.
Un progetto simile, pensato anche in quel caso per favorire l'integrazione, era stato avviato qualche anno fa in un'altra piscina torinese, la Massari. Qui, per due ore alla settimana, l’impianto era riservato esclusivamente alle donne di fede musulmana, che potevano frequentare in tranquillità corsi di nuoto, acquagym e nuoto libero, gestiti esclusivamente da assistenti bagnanti e istruttrici donne.
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La notizia ha prevedibilmente scatenato il dibattito, soprattutto online, con due schieramenti opposti: da un lato chi ha applaudito a un'iniziativa che non è incentrata esclusivamente sulla religione, ma aiuta tutte le donne che per qualche motivo non si sentono a loro agio a mostrarsi in costume davanti a uomini, dall'altro chi la ritiene più divisiva che inclusiva. Di esempi del genere, però, ce ne sono molti, e disseminati non solo in italia (iniziative simili sono state adottate a Reggio Emilia e a Sesto San Giovanni, oltre che a Torino), ma anche in Europa.
Tanto per citare alcuni esempi, nel 2021 a Bruxelles è stata inaugurata Flow, struttura ricreativa che sorge nella periferia nord-ovest in cui è stato consentito l'uso del burkini, il costume integrale usato da alcune donne musulmane, e in cui un'ora alla settimana l'accesso è riservato, anche qui, alle sole donne. Stessa cosa accade, ormai da diversi anni, anche in Finlandia, dove sono numerose piscine che prevedono accessi separati e riservati alle donne.
Le palestre per sole donne
L'idea di di nuotare, e in generale allenarsi, senza timore di incappare in sguardi maschili è d'altronde per molte donne estremamente rassicurante. Ne è dimostrazione anche il boom di palestre dedicate solo a loro.
A Monza, per esempio, l'associazione "Donne in movimento” prevede allenamenti per sole donne, di diverse etnie e religioni, i programmi di allenamento sono studiati ad hoc e le istruttrici sono, ovviamente, donne; anche a Mirano, nel 2021, è nato “Femme Fit Italia”, ideato da Matteo Zorzato, ex atleta professionista e imprenditore che ha voluto inaugurare uno spazio accessibile soltanto alle donne. Altre realtà simili sono nate in gran parte delle regioni d'Italia, e in tutti i casi, alla base del format c'è la volontà di garantire alle donne uno spazio in cui potersi allenare liberamente, a livello fisico e mentale, indossando ciò che desiderano e senza preoccupazioni relative a sguardi troppo insistenti o approcci indesiderati.