Il Pnrr si dimentica delle donne, la denuncia di Period Think Tank: “Mancano dati e indicatori per la gender equality”
Il PNRR si “dimentica” delle donne. Lo sostiene Period Think Tank, associazione che promuove l'equità di genere attraverso un approccio femminista ai dati, che ha recentemente presentato in Senato il report del progetto "#datipercontare: statistiche e indicatori di genere per un Pnrr equo”, l’aggiornamento della piattaforma pubblica creata per permettere il monitoraggio civico del gender procurement degli appalti del PNRR e le richieste a Governo e Parlamento raccolte con la partecipazione di centinaia di attiviste ed esperte nel corso degli ultimi tre anni.
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Il bilancio a tre anni dall'avvio dei progetti PNRR
Un passo indietro: il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è considerato uno degli strumenti più importanti degli ultimi anni per risollevare l’Italia dopo la crisi da Covid-19. Obiettivo, diminuire - se non azzerare - i tre grandi divari del Paese: di genere, generazionale e territoriale. A tre anni dall’avvio però i progetti avviati sembrano avere disatteso la stragrande maggioranza delle aspettative, in particolare per quanto riguarda il gender gap.
La fotografia scattata da Period Think Tank (qui l'analisi completa) conferma quanto sottolineava lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel luglio 2021, e cioè che gli interventi mirati alle donne rappresentavano soltanto l’1,6% del totale (3,1 miliardi circa). Dai dati raccolti nell’ambito della campagna #datipercontare, l’associazione sottolinea come «dallo schema sull’associazione tra investimenti PNRR e obiettivi sviluppo sostenibile-SDGs (in miliardi di euro) si nota a immediato colpo d’occhio che l’obiettivo 5 sulla parità di genere sia quello meno finanziato in assoluto, non raggiungendo neanche un miliardo rispetto ai 194 miliardi totali dell’attuale PNRR».
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L'assenza di indicatori di genere
Non solo: dal documento mancano indicatori di genere utilizzabili per tutte le missioni del Piano, con conseguente estrema difficoltà a recuperare dati puntuali sul coinvolgimento delle donne: solo il 53% dei progetti prevede almeno un indicatore riferito alle persone fisiche, dei 106 indicatori di benessere e sostenibilità presenti e della loro collocazione nel framework SDG dell'agenda 2030, solo 4 hanno esplicitato l'impatto di genere (il 3,8%), e l'indicatore "imprenditorialità femminile" non risulta associato a nessuno dei progetti del PNRR in base ai dati pubblicati.
«La mancanza di un ampio numero di indicatori di genere trasversali a monitorare l’impatto di genere del Piano rimane a nostro avviso una delle principali criticità per far sì che il PNRR realizzi le sue promesse iniziali sulla parità di genere - sottolineano da Period Think Tank - Concretamente come ci dimostra anche l’ultima dashboard pubblicata da Istat il 18 giugno, non ci sono indicatori di genere che monitorano l’impatto dei progetti su argomenti cruciali, come per esempio il numero di uomini e donne che beneficeranno dell’accesso a case delle comunità e servizi di telemedicina o della riqualificazione di edifici di edilizia residenziale pubblica».
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Le proposte di Period Think Tank
L’associazione ha quindi ribadito la necessità di intervenire in modo concreto basandosi proprio sui dati, indispensabili per costruire le politiche di parità: «Per farlo bisogna partire dalla sensibilizzazione: cos’è un dato, perché è importante, perché non dev’essere neutro - sottolineano - Occorre ragionare sulla complessità dei dati e avere un approccio intersezionale che metta in relazione età, abilismo, sesso e genere”.
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Dati che rivestono un’importanza cruciale anche in relazione all’evoluzione del PNRR, così da far emergere, negli ambiti dedicati alla cura, quali e quanti sono stati gli investimenti infrastrutturali e quanta parte dei fondi sia stata invece destinata a bonus, decontribuzioni o altre forme di erogazioni a privati: «Sarebbe inoltre importante avere una valutazione di genere del PNRR che vada oltre il tasso di occupazione femminile - specificano ancora dall’associazione - Nello specifico, sarebbe utile capire in quali settori, per quali funzioni e inquadramento e che tipo di occupazione è stata generata dal PNRR, interrogando non solo la quantità, ma anche la qualità dei contratti legati al Piano».
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