Roberta Metsola

Chi è Roberta Metsola, nuova Presidente del Parlamento europeo (e perché la sua elezione è così discussa)

Originaria di Malta, a 43 anni è la più giovane a ricoprire questa carica. È stata anche la prima maltese a diventare vice presidente del Parlamento. Criticata per le posizioni antiabortiste del suo partito ha replicato: «Difenderò i diritti di tutte le donne»

Un’altra donna arriva ai vertici delle istituzioni europee: Roberta Metsola, 43 anni, è la nuova presidente del Parlamento europeo, che il 18 gennaio ha raccolto l’eredità di David Sassoli, scomparso l'11 gennaio 2022. Metsola si affianca così a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue (che come lei milita nel Partito Popolare Europeo) e Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea.

«Sono onorata della responsabilità che mi è stata affidata come nuova presidente del Parlamento europeo - ha detto Metsola - Voglio ringraziare i miei colleghi per il loro supporto e le altre candidate Alice Bah Kuhnke e Sira Rego. Potete contare su di me per rappresentare i valori europei per cui la nostra Assemblea lotta». 

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L’elezione e l’abbraccio con l'"avversaria"

Originaria di St Julian, Malta, Roberta Metsola è la più giovane presidente del Parlamento europeo e la terza donna a essere eletta per ricoprire la carica. Prima di lei ci sono state Simone Veil e Nicole Fontaine. È stata eletta con 458 voti (il numero minimo era 309) su un totale di 690 votanti, una maggioranza molto larga

L’elezione è coincisa con il suo 43esimo compleanno, ed è stata accolta da un applauso cui hanno partecipato anche le altre due candidate alla carica: la svedese Alice Bah Kuhnke (Verdi), che ha ottenuto 101 preferenze, e la spagnola Sira Rego (Sinistra), che ne ha totalizzate 57. L’unico candidato uomo, il polacco Kosma Zlotowsk, si è ritirato martedì mattina, prima della votazione. Dopo l’annuncio della sua elezione, Rego è sta la prima ad alzarsi per andare ad abbracciare Metsola e farle le sue congratulazioni.

L’inizio del percorso politico e gli studi

Metsola ha studiato giurisprudenza all’Università di Malta e si è specializzata al Consiglio d’Europa di Bruges. Avvocata specializzata in diritto comunitario, è sposata con il finlandese Ukko Metsola e ha 4 figli. Il suo percorso politico è iniziato presto. Da giovanissima milita nella formazione giovanile del Partito Nazionalista di Malta, un partito di centrodestra di impostazione europeista membro del Partito popolare europeo, associato all'Unione Democratica Internazionale. 

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Nel 2004, a 25 anni, Roberta Metsola ha provato a essere eletta tra i primi eurodeputati maltesi, senza successo. Cinque anni dopo, nel 2009, ci ha riprovato, anche questa volta senza riuscire. Ce la farà nel 2013, quando il connazionale Simon Busuttil lascerà il posto per guidare l'opposizione a Malta. Quasi dieci anni di tentativi in cui Metsola non è rimasta a guardare, ma ha continuato a formarsi, a studiare e a prepararsi al momento che attendeva da tempo.

La scalata ai vertici Ue e la nomina a vice presidente del Parlamento

Ottenuto un dottorato in giurisprudenza si è trasferita al prestigioso Collegio d'Europa per poi iniziare a lavorare per la Rappresentanza permanente di Malta presso l'Ue e poi al servizio dell'Alto rappresentante dell'Unione per la Politica estera. In patria intanto guadagnava sempre più consensi, tanto da diventare esponente e candidata di spicco del Partit Nazzjonalista: rieletta nel 2014 e poi nel 2019, si è specializzata nei temi dell’immigrazione e della difesa della libertà di stampa e ha ricoperto anche la carica di segretaria generale.

Nel 2020 arriva per Metsola la prima, grande occasione. Mairead McGuinness, nominata commissaria europeo per i Servizi finanziari, lascia vacante il posto di vicepresidente del Parlamento europeo: a 41 anni Metsola prende il suo posto, prima del suo Paese a coprire quella carica. Ed è qui che le cose per lei hanno iniziato a farsi più difficili, principalmente per la necessità di bilanciare le voci del suo partito con il nuovo ruolo. 

Le critiche per le posizioni anti abortiste e la replica: «Difenderò i diritti delle donne»

Metsola ha infatti quasi sempre votato in linea con le indicazioni del suo gruppo, sostenendo le posizioni del Ppe (Partito Popolare Europeo) in più del 90% delle volte nell'attuale legislatura, ed è stata criticata in particolare per le sue posizioni anti-abortiste. Malta è uno tra i Paesi più conservatori e cattolici in Europa, dove l’aborto è ancora considerato illegale. Lei però ha gettato acqua sul fuoco delle polemiche, complice anche il suo lavoro e l’impegno in temi delicati come i diritti civili, i diritti Lgbtiq, la questione migranti.

«Questo Parlamento lotterà per i diritti delle donne», ha detto da neopresidente dell'Assemblea di Strasburgo, rispondendo alle critiche ricevute in particolare dai partiti di centrosinistra.

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«La situazione nel mio Paese è diversa, c'è un dibattito in corso, che però deve svolgersi in quello Stato membro», ha sottolineato all’Ansa. E d’altro canto gli eurodeputati maltesi del Partito nazionalista già nel 2015 avevano chiarito che la questione aborto restava off-limit, fuori dalla portata dell’Unione Europea.

Metsola, che non ha mai contraddetto il suo partito, in conferenza stampa ha assicurato che «la posizione del Parlamento europeo sarà la mia, la promuoverò dentro e fuori alla Camera. I voti del passato facevano riferimento a posizioni di carattere nazionale. Io non voterò più su temi come l’aborto. Il Parlamento Ue ha sempre sostenuto che questi diritti debbano essere meglio protetti. Questa è la posizione dell’aula, e io mi impegno nei confronti di tutti in questo senso».

«La prima cosa che voglio fare è ricordare David Sassoli - sono state le prime parole di Roberta Metsola occupando la sedia di presidente - David è stato un combattente, credeva nel potere dell’Europa e nei suoi valori fondanti: democrazia, dignità, giustizia, solidarietà, uguaglianza e diritti fondamentali. Voglio che le persone tornino ad avere fiducia ed entusiasmo nel nostro progetto. Dobbiamo combattere contro la narrativa anti europeista e anti unione. La disinformazione e la mala informazione, amplificate nella pandemia, hanno alimentato nazionalismi, autoritarismi e protezionismi. Sono false illusioni che non offrono soluzioni, perché l’Unione Europea va nella direzione contraria, ed è incentrata sull’esserci uno per l’altro, sull’avvicinare, sul difendere i diritti di tutti».

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