Smart working: diritto o concessione del datore di lavoro?

Il tema del lavoro agile è tornato alla ribalta in questi ultimi giorni. Ciò in quanto, senza interventi del governo, dal 1 luglio 2023 scadrà il diritto a lavorare in questa modalità per i lavoratori fragili e per i genitori con figli fino a 14 anni (nel settore privato). Questo significa che lo smart working sparirà definitivamente dalle nostre vite? Assolutamente no!

La possibilità di lavorare in modalità agile rappresenta oggi uno degli elementi che vengono maggiormente presi in considerazione dai lavoratori quando si apprestano a scegliere un nuovo luogo di lavoro e una delle domande più frequentemente fatte in sede di assunzione.

Questo per le più disparate ragioni: familiari, di benessere personale, di lontananza fisica dal luogo di lavoro, ecc. Pertanto le aziende italiane se vorranno restare al passo coi tempi e continuare a essere appetibili sul mercato di riferimento non potranno che assicurare, anche per il futuro, questo istituto ai propri dipendenti (almeno nella misura media delle 2 o 3 giornate a settimana). Del resto, è la legge stessa a prevedere che il ricorso al lavoro agile sia volto proprio a “incrementare la competitività e agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. 

Pertanto, no, il lavoro agile non sparirà dal nostro territorio

Non solo. Anche successivamente all’1 luglio di quest’anno, se in un’azienda è prevista la possibilità di lavorare in modalità agile, dovranno essere accolte in via prioritaria le richieste di alcune specifiche categorie di persone, ovvero dei lavoratori con figli fino a dodici anni di età; lavoratori con figli in condizioni di disabilità; lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata; caregivers. Queste persone non potranno essere licenziate, trasferite, sanzionate o demansionante a causa della richiesta di fruizione del lavoro agile.

Quindi cosa cambia?

“Semplicemente” (se così si può dire) il lavoro agile non sarà più un “diritto” dei dipendenti (o di alcune categorie di dipendenti), ma una concessione che viene fatta dall’azienda alle proprie risorse, al pari di altri benefit.

Ciò detto in termini generali, dal punto di vista giuridico, il lavoro agile è disciplinato dalla L.n. 81/2017 che tratta le “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”.

Tale istituto si caratterizza, ai sensi di legge, per l’alternanza tra prestazione lavorativa resa all’interno dei locali aziendali e prestazione lavorativa eseguita in altri luoghi scelti dal lavoratore (di norma presso il proprio domicilio). Quindi il lavoro agile non attribuisce al dipendente – come a volte si pensa – la facoltà di lavorare al 100% da casa (come il telelavoro), ma è – almeno secondo la disciplina normativa - una forma di lavoro ibrido casa-ufficio.

Quali sono i suoi elementi essenziali? Il lavoro agile:

  • prevede la sottoscrizione di un accordo individuale (un contratto o una lettera) tra datore e lavoratore, che ne individua le caratteristiche essenziali e organizzative (quanti giorni devo essere presente in azienda, come segnare la presenza in ufficio, come organizzare le call con i colleghi / clienti, quando è possibile esercitare il diritto alla disconnessione, ecc.)
  • può essere regolato anche da regolamenti o accordi collettivi aziendali (che individuano i settori o gli uffici che possono lavorare in modalità agile, ecc. – non tutte le mansioni infatti sono compatibili con il lavoro agile)
  • deve rispettare la durata massima dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale previsto dal contratto individuale di lavoro: di norma le 8 ore al giorno e le 40 ore a settimana per un full time
  • consente al lavoratore di scegliere liberamente dove lavorare (anche se alcune aziende, per profili legali / fiscali / previdenziali, ad oggi escludono la possibilità dei dipendenti di lavorare dall’estero)

Una volta individuate le caratteristiche di tale istituto dal punto di vista giuridico, non è superfluo evidenziare come lavorare in modalità agile non sia sempre facile, nel senso che è essenziale sapere sfruttare realmente questo istituto ed evitare di essere fagocitati dal lavoro ed in balia, giorno e notte, delle richieste provenienti da colleghi, superiori e clienti.

In altri termini, bisogna sapere e imparare a lavorare in modalità agile.

Ecco perché pensiamo sia utile proporvi un piccolo vademecum di sopravvivenza pratica per il lavoratore in modalità agile:

  • sfrutta il lavoro da casa per avere più tempo per te stesso la mattina prima di iniziare a lavorare: fai colazione al bar, leggi qualche pagina di un libro, approfittane per andare in palestra
  • controlla sempre l’orario di lavoro: lavoro agile non è sinonimo di lavoro h24; monitora la tua attività e chiudi il pc una volta raggiunti gli obiettivi o comunque le 8 ore giornaliere
  • stacca per pranzo e goditi la tua pausa: questo tempo ti serve per liberare la mente e riprendere la giornata più motivat*
  • vestiti e sii presentabile: per te stess*, prima che per gli altri
  • accendi la telecamera: i rapporti umani sono importanti e rendono più agevole chiedere favori ai colleghi o affrontare le situazioni di crisi
  • non ti isolare / farti isolare: sii il primo a chiedere di presenziare in azienda per avere rapporti con i colleghi e con i tuoi responsabili

Ora che sai tutto sul lavoro agile, non ti resta che mettere in pratica i nostri consigli!

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