Stereotipi di genere nei giochi per bambini e bambine: come decostruirli
Anne Fausto-Sterling, biologa e docente di studi di genere, afferma che etichettare una persona come maschio o femmina è una decisione sociale. Come spiega la studiosa nel testo Sexing the Body, Gender Politics and the Construction of the Sexuality, le rigide credenze sul genere che la società ha creato definiscono anche come una persona verrà percepita nel suo contesto.
Questo carico di aspettative e ruoli viene trasmesso fin dalla prima ancora che si impari a parlare o camminare, o addirittura prima di essere al mondo
Basti pensare alla tradizione del Gender Reveal Party, molto comune negli Stati Uniti, ma che sta iniziando a prendere piede anche in Italia.
Quello che dovrebbe essere un momento leggero e divertente, dove i futuri genitori scoprono il sesso del loro bebè con le modalità più fantasiose, in realtà evidenzia come il carico di aspettative legate al genere sia già presente prima della nascita. Non viene presa in considerazione l’idea che la persona che nascerà non si riconoscerà per forza nel genere osservato nell’ecografia o che non si ritroverà nello stereotipo che la società ha previsto per il suo genere.
Giochi da maschi, giochi da femmina: il ruolo del marketing
È interessante notare che il concetto di “giochi da maschi e giochi da femmina” è relativamente recente.
In passato, secondo la sociologa Elisabeth Sweet, pochi giochi erano progettati esclusivamente per bambini o bambine.
Ad esempio, negli anni 70, il 70% dei giochi non aveva alcun tipo di indicazione relativa al genere. Le pubblicità erano meno stereotipate: vi erano bambine che guidavano automobiline e maschi che giocavano con le bambole
A partire dagli anni 90, invece, il Kid Marketing ha puntato molto sulla divisione tra giochi da maschi e giochi da femmine, con un picco negli anni 2000. I giochi sono molto diversi tra loro a seconda del genere a cui sono dedicati.
I giochi da maschio prediligono l’avventura, il rischio (se non la violenza), la potenza. L’immaginario è dunque quello dei pirati, dei poliziotti, del far west. Spesso sono giochi dove bisogna toccare, costruire, esplorare, ragionare, andare veloci con macchine potenti.
I giochi per le bambine sono solitamente morbidi, con colori tenui. L’immaginario è quello della “piccola donna”.
La bambina dunque sarà portata a giocare da sola in tranquillità, con oggetti con cui sperimentare i ruoli di cura, come le bambole
Altre tipologie di giochi sono vezzosi, improntati sulla bellezza: gioielli, piccole scarpine con tacco, a volte trucchi. Oppure vi è un filone dedicato alla cura della casa: case delle bambole, cucinette con cui preparare dolci, accessori per la pulizia.
Si nota che nelle pubblicità di questi giocattoli vengono rappresentati solo bambini o solo bambine a seconda del target. Anche i claim sono rivolti specificamente a bambini o bambine.
La netta differenziazione avviene anche all’interno della maggior parte dei negozi, dove i giochi sono divisi in modo chiaro in settori differenti a seconda del genere
Una scelta obbligata?
La rigida determinazione di genere formulata dalla società fa sì che, quando si deve regalare o acquistare un gioco, tendenzialmente si vira verso un oggetto correlato al sesso della persona a cui è indirizzato. Il contrario, infatti, potrebbe apparire fuori luogo, strano.
Allo stesso modo i bambini e le bambine, cresciuti con stimoli di questo tipo, tenderanno a scegliere i giocattoli che la narrazione rappresenta come pensati per loro. Anche se non è sempre così: vi sono bambine che prediligono giocare con macchinine o costruzioni e bambini che desiderano giocare con le bambole
La situazione è ancora più significativa per le giovani persone transgender, non binary, gender fluid o che per qualsiasi motivo non si sentono rappresentate da un rigido binarismo di genere.
In questi casi può accadere addirittura che non esprimano desideri di giochi non socialmente accettati, per paura del giudizio delle persone adulte. Quando invece questo desiderio è espresso, non sempre è accolto.
Soprattutto per i bambini con sesso assegnato alla nascita maschile, accade che le famiglie evitino di farli giocare con oggetti considerati per “l’altro sesso”. Questo accade anche se il bambino ha manifestato la curiosità per quel tipo di giochi, curiosità che volte è per la famiglia fonte di preoccupazione.
Il ruolo dei giochi
Nel momento della crescita il ruolo dei giochi è molto importante. Giocare infatti non significa solo divertirsi e passare il tempo, ma ha una grande importanza educativa, formativa e di scoperta del mondo.
Attraverso il gioco si stimolano la creatività e le abilità cognitive. Differenziando i giochi tra maschi e femmine, si sviluppano alcune abilità e se ne trascurano altre.
Osserva Megan Fulcher, professoressa di psicologia alla Washington and Lee University:
I giocattoli più “maschili” favoriscono lo sviluppo motorio e delle abilità spaziali, mentre quelli “femminili” stimolano principalmente lo sviluppo fino-motorio, del linguaggio e le abilità sociali
È evidente quindi come la scelta di giocattolo non sia banale e possa influire in profondità sull’apprendimento e la visione che si ha del mondo.
Limitare l’esplorazione di modalità di gioco differenti può influire sullo sviluppo futuro della persona
Decostruire le convinzioni sul gioco
Elena Gianini Belotti, scrittrice e pedagogista italiana, già nel 1973, nel suo famoso saggio Dalla Parte delle Bambine, affermava:
Ammesso che ve ne siano, non è in potere di nessuno modificare le eventuali cause biologiche innate, ma può essere in nostro potere modificare le evidenti cause sociali e culturali delle differenze tra i sessi
Non è sicuramente facile decostruire credenze così radicate nella società odierna. Tuttavia il primo passo per muoversi in questo senso è sicuramente cercare di conoscere i propri limiti e anche le proprie convinzioni inconsce.
In questo senso è illuminante un esperimento condotto dalla BBC dove a un gruppo di volontari viene chiesto di far giocare una bambina e un bambino di pochi mesi con alcuni giochi. Viene detto ai volontari che la bambina è un maschio e il bambino è una femmina.
Nell’esperimento emerge chiaramente come la scelta delle modalità di gioco sia fortemente influenzata dal genere percepito, così come la concezione che la persona adulta ha di ciò che i bebè preferiscono.
Fortunatamente anche nel mondo dei giochi per l’infanzia le cose stanno cambiando.
Diverse associazioni di genitori hanno chiesto che i giochi non siano più genderizzati e che non vi siano divisioni tra reparti all’interno dei negozi di giocattoli: il famoso shop di Londra Hamleys ha eliminato i reparti separati.
Ultimamente è possibile trovare molti più giocattoli gender-neutral rispetto che negli anni 90 o 2000. E molte più neo famiglie permettono ai loro bambini di giocare con la cucina giocattolo o con le bambole e regalano alle bambine macchinine e giochi con i pirati.
Un segnale positivo per un futuro in cui i bambini e le bambine possano imparare e sviluppare le loro inclinazioni personali al di fuori di costrutti e imposizioni sociali