A Bologna la storia audiovisiva del movimento LGBTQIA+ è racchiusa in un archivio
OUT-TAKES, l’archivio audiovisivo LGBTQI, è attivo dal 2013 e come racconta Simone Cangelosi «l’idea di creare questo archivio nasce in seguito alla realizzazione del film “Una nobile rivoluzione” che narra la vita di Marcella Di Folco e il suo attivismo dentro il movimento LGBTQIA+ italiano». Da quel momento - dopo anni di studio, ricerca, interviste e riprese - Cangelosi sente l’esigenza di sistematizzare tutti quei materiali che possono permettere di ricostruire pezzi di storia, ma soprattutto le lotte e i traguardi del movimento LGBTQIA+.
La sede dell’archivio è a Bologna e come spiega Cangelosi questa scelta nasce sia da una questione contingente, ossia il fatto che nel periodo in cui avvia l’archivio vive in questa città, ma anche dal fatto che Bologna è il luogo in cui «la presenza del Dams da una parte e la visibilità del movimento LGBTQIA+ dall’altra, la rendono ideale come punto di raccolta e incontro delle esperienze e testimonianze che l’archivio vuole recuperare».
Ma l’archivio non è soltanto fisico. Soprattutto negli ultimi anni si sta lavorando per rendere digitali e consultabili i documenti.
Obiettivi dell’archivio: recupero, digitalizzazione, memoria
L’archivio raccogliere le voci delle persone attraverso diari, interviste, fotografie, riprese audiovisive e altri materiali e documenti. «La missione è la raccolta sistematica e globale, il recupero, la digitalizzazione e la conservazione e dei supporti materiali che custodiscono la memoria audiovisiva del movimento per i diritti civili e della storia in generale delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer», spiega Cangelosi.
L’archivio mira a recuperare, conservare e promuovere il patrimonio audiovisivo girato e registrato da coloro che sono stati parte stessa del movimento
Un archivio costituito da materiali prodotti dal basso creati da videoamatori. Foto e video eterogenei conservati da privati o centri di documentazione che occupandosi di tematiche generali non hanno la possibilità di sistematizzare questo patrimonio che di conseguenza non è accessibile a tutti.
Un archivio aperto
L’archivio ha l’intento di far emergere le testimonianze sonore e visive realizzate dai militanti, dagli attivisti, dai testimoni del movimento. È attraverso il «recupero di materiali sui più disparati supporti e con diverse tecniche di registrazione e ripresa - spiega Cangelosi - che si riescono a ricostruire le vicende che si sono susseguite nel corso dei decenni». Il regista paragona poi questo lavoro a quello dell’archeologo: «qui però non si scava in profondità; si portano alla luce delle storie che sono già in superficie».
L’archivio audiovisivo è un progetto in divenire e open source che si arricchisce grazie alle persone, alle attiviste e agli attivisti che decidono di donare la loro memoria storica che diventa collettiva
Chi sono le persone protagoniste dell’archivio?
«È grazie alla rete che si è costruita negli anni che diverse persone hanno deciso di donare le loro memorie», dice Cangelosi. Ne sono esempi Porpora Marcasciano e Lucy Salani. Esplorando il sito dell’archivio audiovisivo LGBTQIA+, alla sezione protagonisti - che a sua volta è suddivisa in “Persone/attivisti” e “Collettivi/gruppi” - troviamo due nomi di riferimento: Marcella Di Folco (1943-2010) e Lucy Salani (1924-2023).
Particolare rilievo è dedicato al “Fondo Lucy Salani” che contiene le carte che testimoniano la sua lunga vita. Documenti, foto e testimonianze sono state affidate da Lucy Salani a Simone Cangelosi. «Il fondo raccoglie documenti che vanno dal giugno 1945, poche settimane dopo la fine dell'internamento di Salani nel campo di concentramento di Dachau, al settembre 2022, immediatamente prima del deterioramento della salute di Lucy e della sua scomparsa avvenuta nel marzo del 2023», si legge su OUT-TAKES.
In OUT-TAKES storie personali e storia collettiva si intrecciano: «questo è un valore aggiunto dell’archivio perché partendo dalle singole esperienze si mettono insieme vari tasselli che rendono possibile ricostruire il contesto», conclude Cangelosi.
OUT-TAKES - che nel linguaggio cinematografico indica le sequenze scartate nella fase di montaggio di un film - rappresenta un gesto politico di riconoscimento e affermazione di diverse soggettività spesso marginalizzate. Conservare la memoria storica delle lotte per i diritti civili di lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer è possibile anche «facendo rete con altre strutture simili per creare un archivio condiviso che raccolga contributi di attivisti e associazioni».