Perché dovremmo tuttə conoscere Suzanne Noël, la pioniera della chirurgia estetica che si batteva per le donne
Il suo nome risulterà sconosciuto ai più, eppure Suzanne Noël ha svolto un ruolo centrale nel percorso di liberazione ed emancipazione femminile. Fu moglie, madre, medico e un’impegnata attivista e femminista, che con il suo esempio e lavoro ha tracciato una nuova via a sostegno dell’indipendenza e dell’autodeterminazione della donna.
Il suo nome risulterà sconosciuto ai più, eppure Suzanne Noël ha svolto un ruolo centrale nel percorso di liberazione ed emancipazione femminile
Fu con lei che la chirurgia estetica prese a sposare anche un’altra missione, quella di rivendicare il diritto tutto femminile di sentirsi belle e giovani, in un’epoca in cui per le donne, il passare del tempo e della giovinezza andava spesso di pari passo con l’esclusione dal mondo del lavoro e il destino di una vita di subordinazione e dipendenza. Ed è così che Suzanne, giovane studentessa di medicina nella Parigi d'inizio Novecento, sposata a un illustre dermatologo, che ne incoraggiò gli studi, scelse ben presto che avrebbe dedicato l’intera vita a sostenere e incoraggiare l’autonomia femminile, nobilitando per sempre la concezione della chirurgia estetica.
Il suo ruolo di antesignana coraggiosa e libera e il suo animo rivoluzionario hanno fatto di lei un’indiscutibile icona di femminismo, che oggi rivive anche grazie alla graphic novel della scrittrice di origine marocchina Leïla Slimani e del disegnatore Clément Oubrerie, dal titolo A mani nude, pubblicata in Italia da Oblomov.
Chi era Suzanne Noël: il ritratto della pioniera della chirurgia estetica
Suzanne Noël nacque a Laon, una cittadina del nord della Francia nel 1878 da una famiglia della piccola borghesia. Visse un’infanzia tutt’altro che spensierata e gioiosa, a causa delle morte prematura dei quattro fratelli. All’età di 19 anni sposò Henry Perat, un illustre dermatologo, e con lui si trasferì a Parigi: sarà l’inizio di una nuova vita che ne condizionerà per sempre le sorti.
Qui, nel 1905 si iscrisse alla facoltà di medicina, anche grazie al marito che presentò per lei una particolare licenza, requisito all’epoca obbligatorio per le donne che decidevano di intraprendere un percorso universitario.
Sin da subito spiccò per un’intelligenza acuta e vivace che la fece emergere tra i colleghi maschi, tra cui quello che diventerà il suo secondo marito, André Noël. Anche la nascita della primogenita, Jacqueline, avvenuta nel 1908, non rallentò la sua carriera universitaria, e in breve tempo, Suzanne iniziò a lavorare a fianco dei più noti dermatologi e chirurghi dell’epoca.
Dopo gli studi, iniziò a lavorare in sala operatoria, rimodellando i volti sfigurati dei reduci del fronte della Grande Guerra. Questa prima fase della sua carriera rappresentò per lei un’ottima palestra, che le permise di affinare le tecniche di chirurgia ricostruttiva per ridurre al minimo i danni estetici. Si gettavano qui le basi per il suo futuro lavoro. In breve tempo, infatti, Suzanne comprese che il suo desiderio era quello di dedicarsi alle donne, per aiutarle a conquistare la propria autonomia e libertà.
Dopo gli studi, iniziò a lavorare in sala operatoria, rimodellando i volti sfigurati dei reduci del fronte della Grande Guerra
Sarà infatti lei per prima a interpretare la chirurgia estetica in chiave femminista, rivendicando il diritto delle donne a vedersi belle e a costruirsi un’identità propria, conquistando un ruolo oltre alla casa e alla famiglia, con cui venivano rigidamente identificate dalla società dell’epoca.
Non solo: fu sempre lei a sostenere con fermezza che migliorare il proprio aspetto esteriore fosse per le donne un potente strumento di affermazione sociale, perché in grado di rilanciarle sul lavoro, sottraendole così alla dipendenza economica e psicologica del marito. In altri termini, a regalare loro la libertà. È anche e soprattutto questo il volto più importante del suo impegno femminista, che abbracciò con convinzione e passione per tutta la vita.
Fu lei per prima a interpretare la chirurgia estetica in chiave femminista, rivendicando il diritto delle donne a vedersi belle e a costruirsi un’identità propria
Uno dei casi più celebri che trattò fu quello di una madre single, licenziata e sostituita da una donna più giovane, che, a seguito dell’operazione di chirurgia estetica, riuscì a ottenere nuovamente il suo posto. Ma alla porta del suo studio, bussò anche una delle più celebri attrici dell’epoca, Sarah Bernhardt; sottopostasi a un lifting del volto di cui non era soddisfatta, scelse di rivolgersi a Noël, colpita dalle sue celebri tecniche, minimamente invasive, oltre che dai rapidi tempi di ripresa post-intervento.
La sua fama, infatti, si consolidò rapidamente, grazie soprattutto a uno stile personalissimo ed efficace, che metteva al centro la relazione con il paziente. Prima di operare, infatti, Suzanne sottoponeva la paziente a lunghi colloqui, dando vita a un dialogo virtuoso utile per rinsaldare il legame tra medico e paziente e ad aiutare quest’ultimo ad acquisire piena consapevolezza di sé e delle proprie motivazioni più profonde.
Il suo lavoro si distinse anche da quello dei colleghi dell’epoca, grazie ad alcune importanti innovazioni, tra cui il ricorso a una documentazione fotografica dei casi trattati - e la classica tecnica del "prima" e "dopo" che conosciamo oggi - che sostituiva la consuetudine di ritrarre i corpi solo attraverso il disegno. Non solo, fu la prima a scrivere un libro completo sul suo lavoro, inserendo anche gli errori commessi e da evitare in futuro per garantire risultati ottimali e meno invasivi.
Il suo lavoro si distinse anche grazie ad alcune importanti innovazioni, tra cui il ricorso a una documentazione fotografica dei casi trattati, la classica tecnica del "prima" e "dopo" che oggi conosciamo
Come anticipato, il suo impegno femminista fu una costante nella sua vita e nel suo lavoro, tanto che nel 1924 Noël inaugurò a Parigi il primo gruppo Soroptimist in Europa, ispirato al movimento omonimo, nato negli Stati Uniti come alleanza di donne per promuovere le loro carriere professionali.
Da sempre lottò per la rivendicazione dei diritti femminili, e lo fece ogni giorno, anche nei più semplici gesti quotidiani: portava sempre un nastro sul cappello che recitava “Voglio votare”, e con il quale ricordava quotidianamente che le donne non erano cittadine a pieno titolo. Sempre per questa ragione, le invitò anche ad avviare uno sciopero fiscale.
Da sempre lottò per la rivendicazione dei diritti femminili, e lo fece ogni giorno, anche nei più semplici gesti quotidiani
Il suo impegno, però, non fu rivolto solo alle donne, ma in generale alle categorie più fragili e sottomesse. Durante il nazismo, infatti, mise a disposizione la sua arte per difendere gli ebrei perseguitati: in quel periodo, limitò la sua attività di liposuzione e lifting facciale per concentrarsi sulla rinoplastica sugli ebrei in fuga dalla Gestapo. Successivamente, si occupò di intervenire chirurgicamente sulle cicatrici, le ustioni e le conseguenze che i campi di concentramento avevano lasciato sui loro corpi.
Durante il nazismo mise a disposizione la sua arte per difendere gli ebrei perseguitati, concentrandosi sulla rinoplastica agli ebrei in fuga dalla Gestapo
Per tutta la vita, fino alla sua morte, avvenuta nel 1954, Suzanne si spese con passione e forza per aiutare gli altri, nonostante le grandi tragedie vissute in prima persona: nel 1918 perse la figlia a causa dell'influenza Spagnola e poco dopo assistette al suicidio del secondo marito, morto gettandosi nella Senna davanti ai suoi occhi, a causa di una forte depressione che lo colpì proprio dopo la morte della figliastra.
Il suo impegno, il suo esempio e la sua vita intera sono ancora oggi una testimonianza preziosa e concreta, per quanto purtroppo poco nota, del lavoro nobile svolto a sostegno della causa femminista e della libertà delle donne. Visionaria e libera, con il suo sguardo rivoluzionario seppe tracciare nuove strade e possibilità per le donne dell’epoca, lottando contro le discriminazioni e per la parità.
"A mani nude", la graphic novel di Leïla Slimani dedicata alla figura di Suzanne Noël
È stata proprio la sua anima rivoluzionaria e il suo costante impegno a favore delle donne e della loro indipendenza a spingere la scrittrice e giornalista francese di origine marocchina Leïla Slimani - nota da sempre per la sua vena femminista - a celebrare Suzanne, rendendola protagonista della sua prima graphic novel, dal titolo A mani nude.
Una storia intensa e ricca quella che Slimani, già vincitrice del celebre Premio Goncourt con il libro Ninna nanna, sceglie di raccontare, mettendo in scena l’emancipazione femminile nella Parigi della Belle Époque con l’aiuto del tratto raffinato e unico del disegnatore e autore di film d'animazione Clément Oubrerie, celebre per il suo adattamento a fumetti di Zazie nel metro di Queneau e per la serie in quattro albi che racconta il debutto di Picasso nel mondo dell'arte.
Un omaggio, quello reso da Slimani e Oubrerie, che rende onore a una personalità femminile centrale del XX secolo, troppo poco celebrata negli anni, nonostante l’inestimabile apporto da lei compiuto a favore dell’emancipazione della donna e della lotta alla parità.