Si può usare l’ironia parlando di autismo? Rispondono i Terconauti
Damiano e Margherita sono fratelli. Lui ha 42 anni, è autistico e desidera diventare un cantante lirico, nonostante per tutta la vita sia stato deriso e non considerato all’altezza dei suoi sogni, e poi c’è Margherita insieme al suo fidanzato Philipp, decisi ad abbattere invece questi limiti. Il loro è un messaggio chiaro: l’autismo, con tutte le sue sfaccettature, è una parte normale del vasto spettro dell’esistenza umana, meritevole di essere compresa e rispettata. Con questo articolo li andremo a conoscere meglio e a cogliere in che modo sono stati capaci di tracciare un nuovo percorso di consapevolezza sull’autismo. Il trio ad oggi conta 1 milione di follower sui social ed è conosciuto per la partecipazione a Italia’s Got Talent, Tu si Que Vales e per la pubblicazione del libro Mia sorella rompe le balle, edito da Mondadori.
Intervista ai Terconauti
Ci raccontate la storia dietro al nome “Terconauti?”
Ciao, sono Margherita, la sorella di Damiano. Questo nome rappresenta il nostro trio composto da me, Damiano e da Philipp Carboni, il mio ragazzo. All’inizio era solo un duo di fratelli nato circa nel 2016 quando vivevo in Irlanda. Damiano in quel periodo mi mandò una mail chiedendomi: “Mi aiuterai nonostante tutti mi dicano che per me le possibilità sono limitate?”. Fu proprio dopo aver letto quelle parole che mi resi conto di quanto non venisse preso sul serio dalle persone e di quanto io potessi aiutarlo.
Damiano voleva intraprendere la carriera artistica ma si è scontrato con pregiudizi legati all’autismo ricevendo, ahimè, tante porte chiuse in faccia. Io, diplomata in scrittura teatrale, ho deciso per questo di unirmi a lui, formando così un duo con cui abbiamo prodotto anche la nostra prima canzone: “Mia sorella rompe le balle.” Poi si è aggiunto Philipp, il mio ragazzo, che ha stretto un forte legame sin da subito con Damiano, tanto che lui stesso lo definisce “il fratello che non ha mai avuto.” Philipp ha iniziato ad appassionarsi all’autismo contribuendo al progetto con la sua passione per i video, fumetti e i media visivi.
Così nascono i Terconauti: per me significa Astronauti, per Philipp Argonauti ( dato che siamo un po’ degli esploratori di questo argomento e del modo di trattarlo diversamente rispetto a alla comunicazione più classica sull’autismo che tende al pietismo), per molti invece “auti” sta per autismo. Insomma Terconauti lascia spazio alla libera interpretazione di ognuno.
L’ironia è il vostro strumento principale. Potreste condividere un esempio specifico in cui l’ironia stessa vi ha aiutato a superare un pregiudizio comune legato all’autismo o a creare una connessione più profonda con la vostra community?
L’ironia è proprio la nostra chiave per affrontare il tema dell’autismo ma anche per affrontare la vita in generale
Troviamo che sia fondamentale utilizzarla, sia perché rispecchia un po’ la nostra personalità e il nostro modo di vedere il mondo, sia perché attraverso l’ironia si può incuriosire lo spettatore che, grazie a una risata, può imparare qualcosa di nuovo sull’autismo. Dunque è un modo alternativo per esorcizzare alcune paure e pregiudizi e magari per abbattere pregiudizi e stereotipi senza però essere arrabbiati o offensivi.
Sì, l’ironia aiuta a creare un legame forte con la community, infatti tante famiglie e tanti genitori di persone autistiche, attraverso i nostri video, si sentono in qualche modo sollevati e compresi. Ovviamente raccontare con positività non vuol dire che è sempre tutto facile e senza difficoltà, ma che attraverso il sorriso invece si tende a non raccontare la disabilità con pietismo e a superare quello che gli altri vedono come limiti.
Qual è invece lo stereotipo che più volete abbattere sull’autismo?
Di stereotipi sull’autismo e di pregiudizi ce ne sono tantissimi: questo è dovuto sia al non conoscere l’autismo, sia perché effettivamente si parla di spettro autistico e quindi le persone autistiche sono molto diverse tra di loro. Molti credono erroneamente che tutte le persone autistiche abbiano caratteristiche comuni, come evitare il contatto visivo o possedere abilità eccezionali o super poteri in specifici campi, ad esempio pensare che tutte le persone autistiche siano dei geni in matematica e questo non è sempre vero. Io anche sono autistica, eppure non ho nessuna di queste caratteristiche, come suggerisce anche Philipp.
Il nostro scopo è quello di smantellare il pregiudizio che si concentra sui limiti anzichè sulle capacità
Crediamo fortemente nell’importanza di riconoscere e valorizzare le capacità individuali, cambiando la prospettiva da ciò che una persona autistica “non può fare” a ciò che invece “può fare”, promuovendo così un’ immagine più positiva e anche completa dell’autismo.
Avete consigli per altre persone che vogliono trasmettere maggiore consapevolezza sull’autismo, sia online che offline?
Per chi desidera accrescere la consapevolezza sull’autismo è fondamentale iniziare da una prospettiva personale e autentica. Le persone autistiche dovrebbero condividere la propria esperienza e visione del mondo, mentre chi non è autistico può informarsi attraverso testimonianze e articoli. La chiave è racchiusa in una comunicazione genuina e trasparente, basata soprattutto su informazioni affidabili ma presentate in maniera comprensibili. Anche noi, seppure utilizzando spesso l’ironia, prima di condividere un contenuto ci affidiamo alla lettura di manuali anche scientifici per diffondere in maniera corretta l’argomento, seppur tenendo un tono chiaro e leggero in modo tale da permettere a chiunque di avere informazioni chiare, corrette e semplici da capire.
“Terconauti: una storia di autismo normale” non è soltanto una frase rivolta all’azione ma anche il titolo del vostro ultimo tour teatrale. Senza spoilerare troppo, potreste raccontarci di più sul vostro ultimo tour nei teatri e cosa può aspettarsi il pubblico?
Il nostro tour teatrale inizia il 2 aprile, coincidendo proprio con la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, al Teatro Martinitt di Milano. Con questo spettacolo coniughiamo narrazione e performance in un contesto comico. Uno spettacolo che, tra le risate, racconta anche la forza di rialzarsi, di credere in sè stessi e nei propri sogni al di là di ogni etichetta, di ogni ostacolo. Mostra la resilienza, la capacità di resistere agli urti senza spezzarsi, di superare eventi negativi sviluppando competenze a partire dalle difficoltà. Ci ricorda l’importanza di guardare le cose da una prospettiva diversa, perché in mezzo ad alti e bassi, tra le sorprese della vita, si può trovare anche la felicità. La nostra Tournée ci vedrà a Milano, Genova, Brescia, Treviglio, Torino, Padova, Firenze e Rimini. Qui potete acquistare i biglietti
Quali sono i vostri progetti futuri?
Sicuramente per ora siamo entusiasti del nostro tour teatrale di otto date e ancor di più per la registrazione di un estratto del nostro spettacolo su Comedy Central. È senza dubbio un traguardo significativo quello di essere riconosciuti come comici oltre che per il tema dell’autismo. Finora siamo stati in televisione a raccontare la nostra storia di autismo, però non siamo stati mai chiamati in quanto comici professionisti. Poi un altro sogno è quello di scrivere un altro libro, magari un fumetto creato da Philipp, oltre al nostro primo libro edito da Mondadori. Insomma, procediamo verso l’infinito e oltre!