Violenza sulle donne, cosa prevede il nuovo disegno di legge
L’ultima vittima è stata Sofia Castelli, 20 anni, uccisa dall'ex fidanzato a Cologno Monzese. Prima di lei Mariella Marino, 56 anni, uccisa a colpi d’arma da fuoco a Troina, in provincia di Enna. A sparare il marito, arrestato poi dai carabinieri. L’ennesimo femminicidio avvenuto in Italia, già condannata cinque volte dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo per la mancata valutazione del rischio e l’assenza di protezione delle donne dopo le denunce nei confronti di partner ed ex partner violenti. La dimostrazione, per le associazioni che si battono per la tutela delle donne, di come sia necessaria una revisione del sistema giudiziario quando si affronta la piaga della violenza di genere.
Dalle prime ricostruzioni, infatti, sembra che Mariella Marino avesse già denunciato il marito, che grazie al patteggiamento era stato condannato a otto mesi di carcere con sospensione della pena subordinata alla frequentazione di un percorso di riabilitazione. Prima di Mariella e Sofia, nel 2023 altre 47 donne hanno perso la vita in Italia, la maggior parte per mano di partner o ex partner, e in molti casi la loro pericolosità era stata già segnalata, se non addirittura già punita.
Le associazioni insorgono: contro la violenza sulle donne va fatto di più
«Lo abbiamo ripetuto più volte: la sospensione della pena deve essere concessa solo previa adeguata e aggiornata valutazione del rischio. Il percorso di riabilitazione in un centro per uomini maltrattanti non è una protezione per le donne che denunciano. Mariella Marino doveva essere protetta da chi, al contrario, ha deciso che il percorso riabilitativo sia di per sé tutelante nei confronti della vittima - ha detto Antonella Veltri, presidente di D.i.Re - La violenza maschile contro le donne si ripropone sempre con le medesime modalità e ormai si sa che senza un’accurata valutazione del rischio le donne restano in balia dei maltrattanti da cui vogliono allontanarsi. A quando l’attivazione seria e puntuale delle raccomandazioni che da anni arrivano sia dai Centri antiviolenza che dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo?».
Il nuovo disegno di legge contro la violenza sulle donne
Qualche passo avanti in questo senso, in realtà, sembra in procinto di arrivare. A giugno il Consiglio dei ministri, su proposta della Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, ha approvato un disegno di legge finalizzato a introdurre nuove disposizioni per il contrasto alla violenza sulle donne e contro la violenza domestica.
Un provvedimento che integra il cosiddetto "Codice rosso”, la legge approvata nel 2019 che introdusse tra le altre cose il reato di revenge porn, e che dovrà passare dall’approvazione delle due camere del Parlamento prima di entrare in vigore. La ministra Roccella ha detto che nella stesura il governo si è basato proprio sul “Codice rosso”, con l'intenzione però di fare un ulteriore passo avanti nella tutela delle vittime di violenza domestica e stalking, soprattutto dal punto di vista della prevenzione. Ma quali sono, nel concreto, le principali novità?
Rafforzamento dell’“ammonimento” da parte del questore
VEDI ANCHE CultureBraccialetto elettronico e procedibilità d’ufficio: le nuove misure contro la violenza sulle donneL'“ammonimento” da parte del questore è una misura di prevenzione volta a tutelare le vittime di violenza domestica, stalking e altri atti persecutori. Questo strumento consente di adottare provvedimenti rapidi e anticipati rispetto alla definizione dei processi penali. Ogni segnalazione ricevuta dalle forze di polizia riguardo a questi comportamenti porta a una immediata verifica, e, in caso di conferma, si può procedere all'ammonimento. Chi riceve l'ammonimento deve astenersi dal commettere ulteriori atti di violenza o molestia, e può subire il ritiro di armi possedute legalmente.
Con il nuovo codice, si estendono i casi in cui si può applicare l'ammonimento includendo anche i cosiddetti "reati-spia" che avvengono nel contesto delle relazioni familiari ed affettive. Tra questi rientrano percosse, lesioni personali, violenza sessuale, violenza privata, minacce gravi, atti persecutori e altre violazioni. In caso di reiterazione della condotta, i reati non saranno più a querela di parte ma d'ufficio, rendendo la procedibilità automatica.
Potenziamento delle misure di prevenzione
Le misure di prevenzione come la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e l'obbligo di soggiorno nel comune di residenza o dimora abituale, previste dal Codice antimafia, possono con il nuovo testo di legge (che potrà comunque subire modifiche) essere applicate anche agli indiziati di reati legati alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. Queste misure si applicano indipendentemente dalla commissione di un precedente reato.
La sorveglianza speciale di pubblica sicurezza può essere applicata con modalità di controllo elettronico, come l'uso del braccialetto elettronico, in caso di consenso dell'indiziato. Nel caso in cui il consenso sia negato, la durata della misura non sarà inferiore a due anni, e il soggetto dovrà presentarsi periodicamente alle autorità di pubblica sicurezza. È previsto anche l'obbligo di non avvicinarsi a determinati luoghi frequentati dalle vittime.
Velocizzazione dei processi, anche nella fase cautelare
Il testo di legge assicura poi il rapido svolgimento dei processi in materia di violenza contro le donne, includendo specifiche fattispecie per le quali è garantita priorità nella trattazione. Si prevede inoltre un massimo di 30 giorni per valutare l'applicazione delle misure cautelari e ulteriori 30 giorni per la decisione del giudice. Anche nel caso in cui il pubblico ministero non riscontri i presupposti per la richiesta delle misure cautelari, dovrà proseguire le indagini preliminari.
Sospensione condizionale della pena
Il nuovo testo introduce inoltre modifiche agli obblighi necessari per accedere alla sospensione condizionale della pena. I condannati dovranno partecipare e superare con esito favorevole specifici percorsi di recupero, con l'obiettivo di garantire un maggiore monitoraggio e una giusta applicazione delle misure.
L'arresto in flagranza differita
Viene, infine, introdotto il cosiddetto "arresto in flagranza differita", uno strumento che rende possibile procedere all'arresto anche in casi in cui il reato possa essere dimostrato attraverso prove visive come video, foto o altre tipologie di documentazione, come chat o dati forniti da un sistema GPS. Il testo prevede però che affinché sia ammissibile l'arresto, dovrà essere rispettato un limite di tempo di 48 ore dalla commissione del reato che si intende documentare.
Nella pratica questa nuova normativa consentirà quindi alle forze dell'ordine di intervenire immediatamente, anche in presenza di prove visive o digitali, e di arrestare il sospetto responsabile dei reati di violenza domestica o stalking senza attendere l'effettiva cattura sul luogo del crimine.