Agustina Souberan e l’arte come strumento per conoscere sé stessi

Artista, psicologa e arteterapeuta, Agustina Souberan ha il dono di disegnare paesaggi interiori che connettono mente, corpo e anima. Strumenti di guarigione che utilizza anche in sessioni terapeutiche dove l’arte diventa un mezzo per liberare emozioni antiche, lasciar andare e trovare sé stessi. Ci ha raccontato come l’arte possa trasformarsi in un medium per esplorare la propria interiorità
 

Nata e cresciuta a Cordoba, in Argentina, Agustina Souberan è diventata grande guardando sua mamma, l’artista visiva di origini italiane Adriana Cervi, realizzare grandi tele piene di colore, di natura, di scenari astratti leggeri. «Ricordo che da bambina capitava che mi svegliassi, la mattina, nel letto, e che trovassi mia mamma dipingere di fronte a me. Ho una connessione profonda con lei, anche se siamo così distanti. Abbiamo questo rituale: se ho un appuntamento importante lei per starmi vicina accende una candela. È una persona incredibilmente sensibile», spiega Agustina.

Da qui si sviluppa il suo percorso nell’arte, accompagnato dallo studio della psicologia. «Quando terminai le scuole superiori, mi iscrissi a un programma di volontariato dedicato alla cura di alcuni bambini orfani. Un’esperienza che mi è rimasta dentro e che mi ha infuso l’interesse per lo studio della psiche umana. È stato così che mi sono iscritta alla facoltà di psicologia. Successivamente, mi sono specializzata in mindfulness e arteterapia».

Disegnare l'anima

Il disegno, però, non l’ha mai abbandonata. Le sue illustrazioni sono donne che navigano attraverso le rotte delle emozioni, connesse con la Luna, il mare, la natura selvaggia. Oppure sono animali e paesaggi onirici, sfocati eppure vividi, colmi di vita. Quando arriva in Italia, spinta dal desiderio di ripercorrere le sue radici italiane - «Sentivo un richiamo che non potevo ignorare» -, inizia a studiare arte a Firenze. La conoscenza della psicologia, unita allo studio dell’arte, genera dipinti ancora più intimi e profondi, che tratteggiano sentimenti, paure e dolore, raccontando una femminilità vissuta intensamente.

Intanto, arrivano le prime richieste di collaborazione da parte di brand che chiedono ad Agustina di prestare la sua sensibilità per la loro creatività, tra cui Bulgari. «Interpretare l’anima di un marchio attraverso le mie creazioni è qualcosa di incredibilmente stimolante, che mi permette di espandere l’esplorazione della mia interiorità verso orizzonti sempre diversi», prosegue.

L'arteterapia

La sua vocazione, però, segue anche altri percorsi dedicati all’ascolto e alla cura dell’altro. «Ho lavorato in ospedali di salute mentale e come insegnante di antropologia, e mi sento chiamata ad aiutare le persone ad abbracciare un processo di guarigione dell’anima e del corpo attraverso la pratica artistica. Penso che il dolore abbia un grande potere trasformativo. Ci sono due modi per affrontarlo: rimanere attaccati a ciò che era e non è più, oppure lasciarsi trasportare da ciò che emerge e, anche se è doloroso, abbracciarlo. Io ho scelto questa seconda opzione», continua.

Oggi Agustina vive a Voghera e offre seminari di arteterapia, come l’ultimo workshop ospitato da the Garden, a Milano. «Sento il desiderio di aiutare le persone a esprimere la propria anima attraverso l’arte, a lasciar andare pesi, sofferenze, ad abbracciare la gioia, a sentirla davvero. È liberatorio. Basta poco: un grande foglio di carta, dei colori. E poi la voglia di interrogarsi su di sé, di guardarsi dentro senza paura. L’arte è un grande strumento di analisi interiore».

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