Alluvioni e inondazioni: perché accadono sempre più spesso?
A Saragozza, quinta città più grande della Spagna, è la prima volta che ha luogo un evento simile. In venti minuti le strade si sono riempite d’acqua al punto da far galleggiare le auto che, nel giro di poco, hanno iniziato a essere trascinate dalla furia della piena. Molte persone sono rimaste intrappolate ai piani bassi degli edifici, ma soprattutto c'è stata tanta, tanta paura. È bastata un'ora e mezza per creare il caos totale.
Una manciata di ore dopo è stato il turno della città di Vitoria, con una violenta grandinata che ha mandato in fumo mesi di lavoro degli agricoltori locali. I giorni successivi? Sole pieno e ondate di calore
Benvenuti nel cambiamento climatico, direbbero alcuni!
Data la violenza, l'imprevedibilità e la velocità con cui l’evento si è palesato per poi scomparire nel nulla, ciò che è accaduto ha tutto il sapore di una conseguenza del climate change.
Ma quali sono i principali motivi delle inondazioni delle città?
- sistemi di drenaggio inadeguati: periodi di pioggia troppo prolungati possono superare la capacità dei sistemi di drenaggio delle città, che molto spesso sono mal tenuti, non curati, a volte addirittura inadeguati o vecchi. Va da sé che poi non riescano a gestire massicci volumi d’acqua
- straripamento dei fiumi: Saragozza si trova sulle rive dell’Ebro, il secondo fiume più lungo della Spagna. Piogge eccessive e fenomeni simili possono portare i fiumi a ingrossarsi e tracimare
- urbanizzazione eccessiva: ciò causa la riduzione di zone chiave per evitare eventi di inondazione
A questi punti va poi aggiunto anche il fenomeno El Niño, che può influenzare i modelli metereologici e la distribuzione delle precipitazioni in varie regioni, aumentando la probabilità di piogge in alcune aree e rendendo severe le condizioni di siccità in altre.
Insomma, lo scenario è sempre lo stesso: da una parte ci sono gli eventi atmosferici estremi, dall'altra un’Europa che stenta a prepararsi al futuro. Avremo infatti sempre più bisogno di misure di adattamento ai cambiamenti climatici. I piani stanno migliorando, ma la strada è lunga. Un articolo su Nature ci dice a che punto siamo. Buona lettura!
Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie chepossono apparire all'interno di questo contenuto.