Non solo 8 marzo: così le associazioni femministe in Italia difendono i diritti delle donne
Fare rete, supportarsi, diffondere informazioni e metterle a sistema per rendersi soggetti visibili nella sfera pubblica: il mondo dell’associazionismo è stato fondamentale sin dagli inizi del movimento femminista italiano e già a partire dalla Resistenza.
Nel novembre 1943 nascono i Gruppi di difesa della donna diretti da Caterina Picolato, riunendo gruppi femminili e donne antifasciste d'ogni provenienza con lo scopo di mobilitare le masse femminili contro l'occupazione. Dai gruppi escono le prime gappiste (appartenenti ai Gruppi di Azione Patriottica), le partigiane combattenti, le staffette tanto che i Gruppi vennero ufficialmente riconosciute con il loro organo clandestino “Noi donne” dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Ancora oggi l’obiettivo di associazioni storiche come l’Unione Donne in Italia (UDI) è quello di impegnarsi per la difesa dell’autodeterminazione delle donne e di contrastare la violenza di genere. Nel tempo, la necessità di fare rete si è fatta sempre più forte e urgente: come emerge dal report “Il movimento femminista italiano: analisi conoscitiva, sfide e sostenibilità” condotto da Semia (primo fondo per finanziare i movimenti delle donne in Italia), oltre il 70% delle associazioni femministe italiane sono di piccole dimensioni e sono composte da massimo 15 persone, di cui l’85% lavora su base volontaria.
Donne in Rete Contro la Violenza: D.i.Re
Riappropriarsi della propria vita e indipendenza: è questa la mission che guida il lavoro di D.i.Re - Donne in Rete Contro la Violenza, la più importante associazione italiana che si occupa di violenza contro le donne.
Riunisce 82 organizzazioni indipendenti, un centinaio di centri antiviolenza con sportelli di prima accoglienza telefonica e in presenza, case rifugio e case di semi autonomia
I Centri Antiviolenza sono luoghi in cui vengono accolte le donne che hanno subito violenza e qui vengono svolte attività di consulenza psicologica, consulenza legale, gruppi di sostegno, formazione, promozione, sensibilizzazione e prevenzione, raccolta ed elaborazione dati, orientamento e accompagnamento al lavoro, raccolta materiale bibliografico e documentario sui temi della violenza.
Le case rifugio, invece, sono spesso a indirizzo segreto e ospitano le donne e i loro figli minorenni per un periodo di emergenza. Grazie all’accoglienza telefonica, ai colloqui personali, all’ospitalità in case rifugio e ai numerosi altri servizi offerti, le donne sono coadiuvate nel loro percorso di uscita dalla violenza.
Sul sito web della rete si trovano elencati tutti i centri, filtrati per regione, con relativi recapiti telefonici: ogni anno D.i.Re accoglie e sostiene decine di migliaia di donne in difficoltà.
Associazioni di volontariato, di promozione sociale e cooperative sociali compongono la rete: il loro comune denominatore è essere organizzazioni di sole donne che condividono la metodologia e il progetto politico di D.i.Re, ovvero mettendo in campo l’approccio femminista al contrasto della violenza maschile contro le donne e riconoscendo il sistema culturale patriarcale che ne rappresenta le fondamenta. Solo attraverso la decostruzione degli stereotipi che sono alla base del disequilibrio tra uomini e donne, infatti, si può pensare di costruire una società rispettosa dei diritti per tutte e tutti.
Non una di meno
Il movimento femminista e transfemminista "Non una di meno" ha avuto origine in Argentina nel 2015, in risposta all'aumento dei femminicidi e alla crescente violenza di genere nel paese.
La prima manifestazione significativa del movimento si è tenuta il 3 giugno 2015, con il grido di protesta "Ni una menos" (Non una in meno), simboleggiando la determinazione a fermare la violenza contro le donne. Questa iniziativa è stata una reazione congiunta a diversi casi scioccanti di femminicidi che avevano scosso la società argentina.
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Il movimento ha rapidamente guadagnato forza e ha ispirato azioni simili in molte parti del mondo, inclusa l'Italia. Qui il movimento ha preso il nome di "Non una di meno" e ha organizzato la sua prima manifestazione significativa a Roma nel 2016, con l'obiettivo di protestare contro la violenza di genere e promuovere l'uguaglianza. Da allora, il movimento ha continuato a crescere, coinvolgendo donne di diverse età, background e contesti sociali.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il movimento "Non una di meno" chiama lo sciopero femminista e transfemminista contro la violenza patriarcale e organizza una serie di iniziative in tutto il Paese: manifestazioni, marce, dibattiti pubblici, eventi culturali e azioni di sensibilizzazione.
L'obiettivo principale è richiamare l'attenzione sulla persistente disparità di genere, denunciare la violenza contro le donne e promuovere i diritti delle donne in tutte le sfere della vita
La giornata diventa un momento chiave per mobilitare la società civile e sottolineare l'importanza della battaglia femminista nella lotta contro la discriminazione di genere.
Aidos, Associazione italiana donne per lo sviluppo
Una prospettiva di genere per uno sviluppo sostenibile: con questo obiettivo dal 1981 AIDOS lavora per i diritti, la dignità e la libertà di scelta di donne e ragazze nel mondo.
Riconosciuta nel 1992 dal Ministero degli Affari Esteri come ente idoneo a gestire fondi pubblici per la realizzazione di progetti di cooperazione allo sviluppo, oggi AIDOS è ente del terzo settore e opera in diversi paesi del sud globale, in Europa e in Italia. Come lo fa? Lavorando in sinergia e in partenariato con organizzazioni e istituzioni locali che hanno l’obiettivo comune di fornire strumenti alle donne e alle loro organizzazioni, soprattutto nei settori in cui l’esperienza del movimento femminista italiano e internazionale ha dato i frutti più significativi, quali i diritti e la salute sessuale e riproduttiva, la libertà dalla violenza di genere, l’empowerment economico.
L’approccio di AIDOS si fonda sul dialogo ininterrotto e paritario con le organizzazioni di donne e non governative di tutto il mondo che si occupano di diritti umani, diritti delle donne e diritti delle persone LGBTQIA+
Una stretta collaborazione con le realtà del territorio, infatti, è necessaria per la costruzione comune di progetti mirati ai bisogni specifici delle donne e allo sviluppo di strategie condivise perché tali bisogni siano soddisfatti. La soluzione del problema specifico di una determinata comunità, necessariamente circoscritta, non può bastare: occorre anche influire positivamente sulle politiche governative per contribuire a migliorare le condizioni di vita di tutte le donne e della popolazione del paese interessato. Per questo, tutti i progetti di AIDOS prevedono un'importante attività di sensibilizzazione e informazione.
Mama Chat
Il primo ente europeo a offrire assistenza psicologica online tramite psicoterapie low-cost e uno sportello chat gratuito e anonimo: dal 2017 Mama Chat ha aiutato gratuitamente più di 37.000 donne e ragazzi ad uscire dal buio da situazioni di violenze e di disagio psicologico nascosto.
Il servizio di supporto messo a disposizione di Mama Chat è il primo ad offrire, a livello europeo, sostegno psicologico attraverso uno sportello di ascolto digitale protetto e gratuito.
Tramite l’ascolto anonimo, professionale e accessibile, l’associazione si occupa di violenza, disturbi alimentari, depressione, ansia e attacchi di panico, maternità fragili e disuguaglianze. Semplice e sicura da utilizzare, la chat non ha barriere di registrazione e risulta facilmente accessibile
In occasione della Festa della Mamma, lo scorso anno l’associazione ha raccolto fondi invitando a donare una “Terapia Sospesa” per supportare psicologicamente le mamme in fragilità che hanno bisogno di aiuto ma non possono permettersi di intraprendere un percorso psicoterapeutico: l’obiettivo è garantire alle madri in fragilità supporto terapeutico con un percorso di otto sedute gratuite coperte dal Fondo di Terapia Sospesa e che vuole raggiungere tutte quelle madri in condizioni psicologiche precarie che fanno fatica a uscire di casa per chiedere aiuto ai servizi dei territoriali, anche a causa di sintomatologie di ansia e depressione che rendono complessi anche spostamenti più semplici.
Pangea onlus
Pangea è un’organizzazione no profit che dal 2002 lavora per favorire lo sviluppo economico e sociale delle donne, delle loro famiglie e delle comunità circostanti. Italia, Afghanistan e lndia sono i Paesi dove oggi lavora Pangea: lontani e diversi, accomunati dalla fragilità e dalla debolezza in cui si trovano a nascere e vivere le donne. Non solo di progetti sul campo, Pangea si occupa anche di advocacy e di ricerca: l’obiettivo è poter disporre e mettere a disposizione di tutti studi e analisi e per indirizzare le istituzioni verso corretti percorsi di sviluppo ed empowerment femminile.
Dalle istituzioni ai territori, il lavoro di Pangea parte dai piccoli gesti che possono fare la differenza: dal 2003, ad esempio, Fondazione Pangea ha avviato a Kabul - capitale dell’Afghanistan - il Progetto Jamila. Attraverso questo progetto le donne possono frequentare corsi, ricevere assistenza e, vero elemento che fa la differenza, possono accedere al programma di microcredito, messo a disposizione di quante vogliono avviare o incrementare attività lavorative.
Nel tempo l’offerta di Fondazione Pangea si è ampliata, seguendo anche i desideri e le richieste che arrivavano dalle beneficiarie dei progetti. E oggi quello che loro chiedono è la bellezza
Da questa premessa prende il via un programma per la realizzazione, dall’agosto 2017, di una scuola per parrucchiere dove svolgere corsi di formazione per donne che desiderano apprendere la professione di parrucchiera o estetista e poter così sentirsi, finalmente, libere. Un programma che può realizzarsi anche grazie ad alcuni operatori della bellezza italiani che aderiscono all’iniziativa.
Donnexstrada
Donnexstrada è un’associazione no profit che offre supporto alle vittime di violenza di genere, fornendo allo stesso tempo strumenti concreti per impedire il ripetersi di quelle dinamiche. Rivendicando il diritto fondamentale e inalienabile di tornare a casa in sicurezza, costruendo una rete attiva sui social e sul territorio per promuovere una partecipazione collettiva concreta, rieducando la società nei confronti della violenza di genere e supportando psicologicamente chiunque subisca delle discriminazioni.
Il servizio offerto è semplice ed efficace: tutte le donne che si sentono in pericolo tornando a casa la sera possono fare richiesta di ricevere una videochiamata dalle operatrici di Donnexstrada
Inoltre, con il progetto Punti Viola, DonneXStrada ha l’obiettivo di creare luoghi sicuri per le persone, ovvero qualsiasi esercizio commerciale aperto al pubblico, sensibilizzato e formato contro la violenza di genere e per la sicurezza in strada delle persone.
Il fine ultimo è attivare il singolo cittadino nel contrastare la violenza partendo proprio dal territorio e dalla costruzione di una rete che possa sostenere le vittime. Un Punto Viola di DonneXStrada è quindi un luogo di riferimento nel territorio, che ha la sensibilità e gli strumenti per accogliere la persona nelle diverse situazioni di difficoltà. Il progetto prevede la selezione, la sensibilizzazione e la formazione, svolta dai professionisti del team legale e psicologico.
Valore D
La prima associazione di imprese in Italia che dal 2009 promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva nelle organizzazioni e nel Paese: Valore D è un network in continua crescita e la sua storia comincia grazie alle manager di dodici aziende virtuose e al progetto comune di valorizzare le figure femminili ai vertici delle aziende.
Nel corso degli anni, l’associazione ha ampliato il suo spettro di azione – originariamente focalizzato sulle tematiche di genere – per abbracciare tutte le diversità presenti nella società. Nel 2015, questo impegno ha trovato un ideale ancora più alto nell’agenda ONU per lo sviluppo sostenibile, con riferimento in particolare agli obiettivi di parità di genere (Obiettivo 5), lavoro dignitoso collegato alla crescita economica (Obiettivo 8) e riduzione delle diseguaglianze (Obiettivo 10).
Oggi Valore D sostiene le aziende con attività mirate a lavorare sui fattori ESG, concentrandosi soprattutto sulle dimensioni “Social” e “Governance”. Come lo fa?
Capitalizzando il sapere acquisito, mettendo a disposizione delle aziende modelli di governance e di leadership, programmi di formazione, consulenze e strumenti concreti per intraprendere un percorso di evoluzione organizzativa
«Vogliamo un mondo professionale senza discriminazioni in cui l’empowerment femminile, la valorizzazione delle differenze e l’inclusione siano acquisiti e diventino motore di crescita e sviluppo sostenibile, per le aziende e per il paese», affermano le associate di Valore D nella loro mission, aggiungendo: «Come rete di aziende ci impegniamo perché vengano riconosciute le differenze individuali come fondamenta della società. Lavoriamo per la creazione e lo sviluppo di modelli organizzativi capaci di includere e valorizzare le diversità, a partire da quella di genere, attraverso la partecipazione, la collaborazione e il dialogo tra le aziende associate. Con le nostre buone pratiche vogliamo essere stimolo al cambiamento del mondo del lavoro e della società» .