L’Airc celebra 40 anni dell’azalea della ricerca: il 12 maggio torna nelle piazze contro i tumori che colpiscono le donne
Affrontiamo il cancro. Insieme”. È questa la missione di Fondazione AIRC, che dal 1965 è impegnata nel combattere i tumori trovare cure sempre più efficaci per le 390.000 persone che ogni anno si ammalano di cancro in Italia. Domenica 12 maggio si può contribuire alla sua missione con l'Azalea della Ricerca. Ecco come
Compie 40 anni l’Azalea della Ricerca, l’iniziativa con cui AIRC sostiene la ricerca sui tumori che colpiscono le donne. Ed è proprio per celebrare questo traguardo che domenica 12 maggio, giorno tra l’altro della Festa della Mamma, nelle piazze italiane tornano i banchetti con le azalee, il fiore che simboleggia sia questa ricorrenza sia il sostegno al lavoro della Fondazione.
Grazie alla vendita delle azalee, in quattro decenni AIRC è riuscita a raccogliere circa 300 milioni di euro da destinare alla ricerca e al miglioramento della qualità della vita e della sopravvivenza delle donne, attraverso diagnosi sempre più precoci, approcci chirurgici meno invasivi e terapie più precise e mirate, più efficaci e meglio tollerate.
Nel 2023 registrate 187.000 nuove diagnosi di cancro
Anche quest’anno dunque circa 20mila volontari, coordinati da diciassette uffici regionali, torneranno in circa 3.500 piazze italiane per distribuire più di 600.000 piantine di azalea con una donazione minima di 18 euro. Insieme alla pianta verrà inoltre offerta una guida che ripercorre i principali traguardi della ricerca.
Le Azalee della Ricerca sono disponibili anche su Amazon con una donazione minima di 22 euro.
Un contribuito molto importante, quello di AIRC, soprattutto alla luce del fatto che ogni anno le nuove diagnosi di cancro sembrano aumentare. Soltanto nel 2023 sono state 187.000 le donne che ne hanno ricevuto una, circa 1.300 in più rispetto al 2022. Secondo i dati AIOM-AIRTUM, il tumore alla mammella resta quello maggiormente diagnosticato (circa 55.900 casi), seguito da quelli del colon-retto (circa 23.700), del polmone (circa 14.000), dell’utero (circa 10.200), della tiroide (circa 8.700), del pancreas (circa 8.000), dal linfoma non-Hodgkin (circa 6.300), e dai tumori di stomaco, ovaio e vescica (con circa 6.000 nuovi casi).
Gli investimenti per nuove terapie ed esami sempre più accurati
Grazie ai fondi raccolti attraverso la distribuzione delle azalee, negli ultimi quarant’anni AIRC ha contribuito a ottenere importanti risultati sul fronte delle terapie, tra cui la chirurgia conservativa del tumore della mammella, una tecnica altrettanto efficace rispetto alla mastectomia radicale, ma in grado di risparmiare parte del seno, e la biopsia del linfonodo sentinella, una tecnica inizialmente sviluppata per valutare la diffusione dei melanomi e che poi è stata estesa anche al cancro del seno.
La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi per il tumore al seno è in costante aumento: negli ultimi 30 anni è passata dal 78% all’ 88%
I fondi hanno contribuito anche allo sviluppo di un nuovo farmaco, la trabectedina, per il cancro ovarico avanzato, e alla riduzione della dose di terapia ormonale, tamoxifene, nel trattamento del cancro del seno, efficace sia per ridurre del 50 per cento circa il rischio di recidiva della malattia, sia per prevenire il tumore del seno nelle donne ad alto rischio.
Grazie agli investimenti nella ricerca, inoltre, oggi è possibile sottoporre fumatori e forti fumatori a un esame molecolare che, insieme alla TC spirale, permette di diagnosticare in anticipo e con precisione il tumore del polmone, esame che in futuro potrebbe essere utilizzato come screening per la diagnosi precoce di popolazioni a rischio. Sempre in ottica di diagnosi precoce, oggi è anche possibile individuare con anticipo rispetto agli esami di imaging la ripresa di malattia dovuta a resistenze nel cancro del colon-retto grazie alla biopsia liquida, strumento ancora sperimentale che potrebbe essere anche utile a orientare la scelta dei trattamenti dopo gli interventi chirurgici di rimozione del tumore.
La diagnosi precoce è una delle sfide più impegnative
La diagnosi precoce è, d’altronde, una delle sfide più impegnative nel campo della ricerca contro il cancro. Alcuni tumori sono infatti più insidiosi e difficili da individuare precocemente, primo tra tutti il tumore dell’ovaio, che colpisce circa 6.000 donne in Italia ogni anno e rappresenta il 3 per cento circa di tutte le diagnosi di cancro.
C’è però un recente risultato, molto incoraggiante, a cui è arrivato il gruppo di studio coordinato da Maurizio D’Incalci, professore di farmacologia in Humanitas University, responsabile del laboratorio di Farmacologia Antitumorale in IRCCS Istituto Clinico Humanitas e ricercatore AIRC. Con analisi dell’instabilità genomica si potrebbero identificare alterazioni molecolari specifiche del tumore ovarico, nei tamponi utilizzati per il Pap test, con anni di anticipo rispetto ai primi sintomi. La validità di questo approccio innovativo dovrà ora essere confermata in studi prospettici. Se i risultati saranno positivi, l’esame non invasivo potrà essere implementato su larga scala, con screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore dell’ovaio.
Negli ultimi 40 anni la ricerca ha salvato oltre 2 milioni di donne
Negli ultimi quarant’anni in Europa sono state salvate dal cancro le vite di oltre due milioni di donne. Tra queste c’è Pina che nel 2004, a 42 anni, ha ricevuto una diagnosi di tumore all’ovaio al IV stadio con metastasi. È anche portatrice di mutazioni a carico dei geni BRCA e per questo, nel corso di circa vent’anni ha affrontato più volte la ripresa della malattia, ma beneficiando sempre dei nuovi risultati della ricerca.
«Sono consapevole che ogni giorno per me è regalato e forse questa consapevolezza di ‘vivere in proroga’ mi fa assaporare tutto con più felicità - spiega Pina - In questi anni sono stata sottoposta a nuovi approcci terapeutici che hanno permesso di rispondere in maniera più efficace alla ricomparsa della malattia. Io oggi sono qui e ho la fortuna di avere una squadra al mio fianco: i medici, i ricercatori e soprattutto la mia famiglia. Credo fermamente che solo continuando a sostenere la ricerca si potranno trovare risposte per tutte le donne».
Anche in questo quarantesimo anniversario, Fondazione AIRC può contare sul rinnovato sostegno di Banco BPM, partner istituzionale, impegnato a favorire la divulgazione scientifica e il coinvolgimento del pubblico nel sostegno della ricerca sui tumori che colpiscono le donne. Questa partnership si inserisce in una più ampia visione di responsabilità sociale di impresa per coinvolgere i dipendenti, le loro famiglie, i clienti e le comunità locali.
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