La sfida di “Barbie” agli stereotipi e pregiudizi di genere

Il film Barbie ha debuttato nelle sale italiane il 20 luglio, e ha riscosso un enorme successo: merito del cast, e della regia di Greta Gerwig, che ha voluto raccontare una storia divertente, ma anche profonda

“Come on Barbie, let’s go party”: un’intera generazione cresciuta negli anni 2000 saprebbe cantare a memoria il celeberrimo brano degli Aqua. Chi non ha avuto modo di sentirla uscire dalle casse di una radio ormai quasi un ventennio fa, però, non deve preoccuparsi: la canzone fa parte della colonna sonora del nuovo, attesissimo film di Greta Gerwig dedicato alla bambola più famosa della storia, uscito nelle sale italiane il 20 luglio. E ci è voluto poco, pochissimo per far definitivamente deflagrare anche in Italia la “Barbie mania”.

Il cast e i personaggi di Barbie

La pellicola vede Margot Robbie nei panni di Barbie e Ryan Gosling in quelli di Ken - quelli "principali", in un mondo composto da omonimi - ma il cast è composto da altri nomi stellari: America Ferrera interpreta una donna umana, e tra i vari Barbie ci sono le star di "Sex Education" Emma Mackey, Connor Swindells e Ncuti Gatwa, John Cena (Ken tritone) e Dua Lipa (Barbie sirena), e ancora Nicola Coughlan, star di "Bridgerton", è Barbie Diplomatica, Ritu Aya è Barbie Giornalista, Sharon Rooney è Barbie Avvocata. Voce narrante, "Dame" Helen Mirren.

Non sorprende dunque che nei mesi scorsi il film sia stato al centro di una campagna promozionale che ha creato un enorme hype. Complici teaser in cui si vede soltanto il piede di Robbie scendere da un sabot scintillante con tacco vertiginoso - diventata in pochi minuti una scena iconica - trailer ad alto tasso pop pieni di dettagli (inevitabilmente) rosa, tour in giro per il mondo e gadget di ogni genere, “Barbie” ha debuttato nelle sale essendo di fatto già un cult.

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I numeri riflettono il successo vertiginoso: i dati di Cinetel, associazione che raccoglie le informazioni sugli incassi e le presenze nelle sale italiane, attestano che il 20 luglio 2,1 milioni di persone hanno acquistato un biglietto per vedere "Barbie", battendo praticamente tutti gli altri film usciti nelle sale quest’anno. E tantissime celeb nostrane hanno deciso di immortalarsi al cinema, pronte a godersi lo spettacolo, da Chiara Ferragni a Mara Sattei. Tutte, ovviamente, con un look rigorosamente ispirato a Barbie.

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La sfida di Barbie (e Gerwig) agli stereotipi

Il merito, ovviamente, non è soltanto della protagonista. Se è vero infatti che per intere generazioni la bionda bambola di Mattel è stata un’icona, negli ultimi anni è stata la stessa Mattel a “rivedere” il personaggio considerato troppo stereotipato e a renderlo al passo con i tempi, andando oltre stereotipi di bellezza datati. La trama ricalca questa visione: Barbie, bambola che vive a "Barbieland”, viene allontanata dal suo perché considerata imperfetta e inadeguata. Parte quindi per un'avventura nel mondo reale in cerca della vera felicità, oltre le apparenze di un mondo patinato e “plastificato”, appunto.

Il fatto che a lavorare al film sia stata Greta Gerwig, famosa per le storie incentrate su personaggi femminili anticonformisti e in lotta proprio con stereotipi e pregiudizi di genere, ha reso quindi “Barbie” uno dei film più attesi dell’anno. E le aspettative non sono andate deluse, perché la critica ha quasi unanimemente promosso la pellicola, definendola una brillante commedia satirica che sfida proprio le convenzioni sui ruoli di genere e la considerazione sul giocattolo vero e proprio. Non è un caso che vi siano decine di citazioni dell’universo Barbie, dai costumi, che si ispirano ad alcuni tra i più iconici della bambola, ai personaggi che hanno popolato il suo mondo dalla nascita, nell’ormai lontano 1959.

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«Barbie è un film sull’essere umani e sul diventare umani - ha spiegato Gerwig, che ha lavorato alla sceneggiatura con il compagno e che non ha mai nascosto di essere stata una fan della bambola - Abbiamo sempre usato le bambole come strumenti per capire noi stessi attraverso una sorta di argilla. Ho pensato, “non sarebbe stupendo se le fosse concesso di essere come noi, con difetti, incasinata, imperfetta? Volevo costruire questo mondo folle e pieno di gioia, divertente».

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«Greta è stata la prima persona cui ci siamo rivolti per girare il film - ha invece spiegato Robbie, la persona che ha chiesto a Gerwig di lavorare alla regia - La amo come sceneggiatrice e regista, sapevamo che avrebbe fatto un film contemporaneo e in grado di fare la differenza». E l’obiettivo sembra essere stato centrato: nonostante qualche critica diretta in particolare a Gerwig, accusata di avere abbandonato il cinema “indie” per dedicarsi al mainstream, Barbie ha tutte le carte in regola per diventare un blockbuster diverso dagli altri, che racconta una storia di emancipazione e crescita senza per questo rinunciare al divertimento e a un tocco di glamour.

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