Black Friday: come affrontarlo in modo sostenibile

Il Black Friday rappresenta una tradizione americana che nel tempo è entrata sempre più profondamente nella nostra cultura. Cade all’indomani del giorno del ringraziamento e la sua origine risale al 1924, quando i grandi magazzini Macy’s idearono quello che sarebbe diventato l’appuntamento dell’anno. L'obiettivo era quello di dare il via allo shopping natalizio, e per farlo, il centro commerciale lanciò una serie di sconti stratosferici e fatturò incassi mai visti prima. Ma come può essere affrontato, oggi, nel modo più sostenibile possibile? Vediamolo insieme
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Da quel lontano 1924 passarono diversi anni e solo negli anni ’60 l’evento iniziò ad avere un certo clamore. L’apice si raggiunse negli anni ’80, un periodo nel quale il Black Friday raggiunse ogni remoto angolo del dal Regno Unito a tutta l'Europa, fino all'Asia e al Giappone.

Più o meno negli stessi anni ’80, venne coniato anche il suo nome. In realtà ci sono moltissime ipotesi sulla sua origine e tante sono anche molto fantasiose! L’idea più accreditata è quella secondo cui la denominazione derivi dal fatto che nei registri contabili si utilizzava l’inchiostro nero per segnare le vendite fatte e in rosso i conti in perdita; quindi, il nero sarebbe l’emblema del bilancio positivo.

In Italia, dopo un inizio reticente, ha preso oggi ufficialmente il via, tanto che si parla addirittura di "Black November" e della “settimana del Black Friday”. Nata come iniziativa positiva, oggi si è tramutata in uno dei peggiori nemici dell’ambiente, e, di riflesso, della nostra sopravvivenza.

Quanto inquina, infatti, il Black Friday?

Si stima che solo in quella giornata vengano emesse circa 429 mila tonnellate di anidride carbonica. In altre parole, è come andare in aereo 435 volte da Londra a New York. Oltre alle emissioni per i trasporti e l’uso delle risorse naturali, c’è il problema dei resi. Infatti, la maggior parte di essi finiscono dritti nelle discariche

E ben più grave è la quasi totale mancanza di consapevolezza di questo dato. Infatti, solo 1 persona su 10 si domanda quanto costi questo enorme esempio di consumismo.

Come sopravvivere al Black Friday?

In realtà non è così difficile e può tramutarsi in un modo per sostenere il Made in Italy. Ecco qualche trucchetto per affrontarlo:

  • Nei giorni precedenti, facciamo una lista di cose che da tempo vorremmo comprare, magari aggiungendo anche quelle che di impulso avremmo voluto acquistare nelle ultime ore. A questo punto è necessario lasciar passare almeno 24 ore, tornare sulla lista e depennare ciò per cui non proviamo più attrazione. Nei giorni che ci avvicinano al Black Friday possiamo anche pensare di ripescare qualche eliminato e scambiarlo con qualcosa che ci sembrava volessimo di più. Sinceriamoci, infine, di arrivare al fatidico momento con solo ciò di cui abbiamo davvero necessità!
  • Facciamo scorte ma solo di prodotti che siamo sicuri che useremo tutto l’anno. Un paio di esempi potrebbero essere cibi secchi come cereali e legumi piuttosto che dentifrici, saponi o detersivi.
  • Terzo trucchetto, il più importante! Chiediamoci: se fosse a prezzo pieno, lo comprerei? Proviamo a pensare a quel bellissimo ipad a cui facciamo la corte da sempre, convincendoci che sia necessario come il pane, oppure a quella borsa così bella. Bene, sono oggetti davvero così necessari? Siamo davvero così convinti di questo al punto da comprarli a prezzo pieno? Spoiler: con le comprensibili eccezioni, nel 95% dei casi no. Stiamo comprando perché sono in sconto, non perché ci servono davvero, e la soluzione migliore è quella che possiediamo già.

Conclusione: gli sconti, e in generale una giornata dedicata a essi credo siano di base una buona idea.

  • Rendono fruibili alcuni prodotti che altrimenti non arriverebbero mai a tante persone
  • Aiutano molte realtà, spesso piccole e made in Italy
  • Contestualmente aiutano il mercato dell’usato o del rigenerato

Il problema, però, è sempre lo stesso: l’eccesso condito da mancanza di consapevolezza. A noi la scelta se sfruttare bene questo giorno o meno


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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