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Come le “catene” della Blockchain possono liberare le donne

La Blockchain è un registro informatico aperto che non è gestito da nessuna autorità e che garantisce la sicurezza dei dati rendendoli immutabili (a prova di manomissione) e trasparenti in quanto accessibili a tutti gli utenti della rete. Questa tecnologia sta rivoluzionando moltissimi settori in tutto il mondo: solo in Italia nel 2021 il mercato della Blockchain valeva 28 milioni di euro. Ma chi sono le donne che lavorano con la Blockchain in Italia e in Europa?

La risposta arriva dal primo studio sulle professioniste del settore Donne e Industria Blockchain. Indagine sulle carriere professionali e l’occupazione femminile in Italia e in Europa, realizzato dall’Osservatorio Italiano Nazionale Blockchain (IBNO) e della community internazionale Blockchain Ladies, che fornisce anche una panoramica sulle applicazioni presenti e future di questa tecnologia nell’imprenditoria, nell’arte, nel mondo legale e nella lotta alle molestie sessuali sul lavoro.

Come nasce il report Donne e Industria Blockchain

«Si tratta di un report unico del suo genere», ci racconta Caterina Ferrara, consulente senior in ambito Blockchain e fondatrice di Blockchain Ladies, che prosegue:

Non solo perché è il primo studio realizzato in Italia e in Europa sulle donne che lavorano in questo ambito, ma anche perché nasce dalla collaborazione tra due attori molto diversi tra loro: l’Università degli Studi di Napoli Federico II e la community internazionale Blockchain Ladies

Una scelta che non è stata dettata dal caso: «ho contattato vari atenei e l’Osservatorio Italiano Nazionale Blockchain, promosso dall’Università Federico II, mi ha colpita per la forte presenza femminile e per la grande capacità di ascolto e collaborazione».

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Alla stesura del report hanno inoltre partecipato otto membri della community Blockchain Ladies, inclusa la fondatrice. «Cinque anni fa volevo creare una startup nel mondo della Blockchain con una forte presenza femminile nel team, ma non riuscivo a trovare le professioniste che cercavo. Allora ho pensato di creare una community in modo che le donne di tutto il mondo che lavoravano con la Blockchain – apparentemente poche, ma se messe insieme tante – potessero fare gruppo», racconta Ferrara.

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Uno dei primissimi membri della community è stata Toni Lane Casserly, fondatrice del sito d’informazione su Blockchain e criptovalute Cointelegraph: il report è dedicato a lei, mancata improvvisamente nel 2020 a soli 29 anni per ragioni non rese pubbliche.

I risultati del report “Donne e Industria Blockchain”

Dai risultati dello studio emerge che in Europa la maggioranza delle partecipanti che lavorano con la Blockchain ha un’età compresa tra i 26 e i 32 anni (36%), mentre in Italia la fascia d’età si estende fino alle over 50.

Questo è il dato che mi ha sorpreso di meno: le donne si approcciano tipicamente a una carriera in quest’ambito dopo l’università, dato che in molti casi, e specialmente in Italia, l’impegno nell’avvicinare le ragazze alle materie scientifiche durante la scuola dell’obbligo è molto scarso, ci spiega Ferrara.

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A livello geografico il report segnala «un forte sbilanciamento verso il Centro Italia in prevalenza, seguito dal Nord Italia e da una percentuale molto bassa per il Sud Italia», mentre un ulteriore censimento rivela invece una fortissima presenza di professioniste della Blockchain in Spagna.

Un dato molto sorprendente, che andrebbe analizzato più in profondità. Non è chiaro se si tratti di una questione economica o culturale, legata a una certa apertura mentale, commenta Ferrara

Nel resto d’Europa, i Paesi dove si trova la maggior parte delle professioniste sono Germania e Portogallo, seguiti dagli stati dell’Europa dell’Est.

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Infine, il settore che guadagna il primo posto per numero di esperte della Blockchain è la finanza, seguita dall’industria, le telecomunicazioni, la sanità, il cibo, l’energia e la pubblica amministrazione. Tuttavia, la rivoluzione della Blockchain sta cambiando le carte in tavola in moltissimi altri ambiti, tra cui l’imprenditoria, l’arte e il mondo legale.

Il futuro delle donne nella Blockchain

«Rispetto ai campi più tradizionali, in cui il mercato legale è fortemente sovraffollato, un nuovo settore rappresenta un’occasione fondamentale per le donne per inserirsi e dimostrare le proprie capacità, recuperando il gap che affligge le professioniste legali donne rispetto agli uomini», spiega nel report Laura Cappello, avvocata e fondatrice dello Studio Legale Cappello. Il settore di cui parla è il legal engeneering, una nuova attività di consulenza legale che unisce diritto e tecnologia per supportare le imprese che adottano soluzioni permissionless, ovvero che non richiedono l’autorizzazione di un’autorità centrale come le banche.

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Getty Images

Le stesse soluzioni sono anche di grande aiuto all’imprenditoria femminile, dato che «in Italia, l’imprenditoria, laddove ci fosse necessità di supporto finanziario, ha sempre avuto come punto di riferimento il sistema bancario», precisa nel documento Cristina Baldi, docente del corso di specializzazione in Blockchain ELDA dell’Università di Firenze. Le imprenditrici di oggi possono invece chiedere un prestito utilizzando alcune piattaforme di prestito che utilizzano la tecnologia Blockchain e che non richiedono gli stessi requisiti di affidabilità delle banche. Inoltre, all’interno delle aziende

la Blockchain è una perfetta alleata per il contrasto agli abusi commessi ai danni delle lavoratrici perché permette di creare uno spazio digitale privato e sicuro nel quale le informazioni sono distribuite tra i nodi della rete e, pertanto, affidabili e immutabili

scrive nel report Enza Cirone, dottoranda di ricerca in Scienze Giuridiche presso l’Università di Firenze.

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Infine, gli NFTs (dall'inglese, Non-Fungible Tokens, contenuti digitali non replicabili) «corrispondono a delle “figurine digitali” da collezione che la Blockchain ha il potenziale di rendere uniche e rare grazie alla possibilità di certificarne la proprietà e stabilirne un numero finito di copie», spiegano nello studio Amelia Tomasicchio, co-fondatrice e direttrice di The Cryptonomist, e Caterina Ferrara.

Oggi il mercato degli NFTs supera i 250 milioni di dollari e aiuta centinaia di artiste a cambiare il modo in cui concepiscono e vendono la propria arte

Tra queste c'è World of Women, una community di artiste che ha venduto una serie di avatar femminili ideati dalla sua fondatrice Yam Karkai per più di 40 milioni di dollari in sole due settimane.

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Insomma, le "catene" della Blockchain possono essere uno strumento di liberazione ed emancipazione per le donne di oggi e di domani?

Per le autrici del report, tra le quali contiamo anche Raffaella Aghemo, Adriana Carotenuto e Francesca Failoni, la risposta è un grande sì. «La storia è piena di esempi di donne che hanno negoziato i loro diritti e il loro spazio nei luoghi privati e pubblici», spiega Ferrara:

ma oggi, le donne di tutto il mondo stanno riacquisendo potere anche nello spazio della tecnologia dell'informazione e della comunicazione, cambiando la loro posizione rispetto al passato. [...] Le donne, ora, non possono più perdersi

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