Più case con vista mare: il rischio (enorme) di scherzare col cambiamento climatico

Chi non vorrebbe una casa vista mare? Di sicuro Mister Trump! Qualche giorno fa, l’ex presidente degli Stati Uniti si trovava in Alaska, dove il riscaldamento si sta verificando a una velocità doppia rispetto a qualsiasi altro stato d’America, e proprio durante il raduno del Partito Repubblicano, noto Oltreoceano come GOP (Grand Old Party), si è lasciato andare a varie affermazioni. Una tra le tante: “We’ll have a little bit more beachfront property, that’s not the worst thing in the world" ("Avremo qualche casa in più con vista mare, non è la cosa peggiore del mondo")

In altre parole, Donald Trump non è preoccupato dall’innalzamento degli oceani perché, in fin dei conti, avremo più case vista mare, e questa non è esattamente la cosa peggiore del mondo.

Peccato che basti andare su siti come Climate Central, di cui abbiamo parlato qui, per rendersi conto che forse la situazione sarà molto diversa dall’avere semplicemente case vista mare.

Ma perché l’Artico si sta riscaldando più velocemente rispetto ad altre zone?

Ve lo spiego subito! Uno dei fattori è, per esempio, il fatto che mentre prima neve e ghiaccio riuscivano a bloccare i raggi solari, ora che hanno lasciato il posto ad acqua e terra, vengono assorbiti più raggi solari e quindi la temperatura aumenta. In generale però possiamo spiegare brevemente il tutto facendo riferimento al fenomeno climatico chiamato amplificazione polare.

Si tratta di un insieme di cause che interagiscono tra loro e si autoalimentano. Detto in altre parole, si innesca un meccanismo a feedback positivo. È un circolo vizioso in cui più si scioglie ghiaccio, più si accumula calore.

Come se non bastasse, nel Permafrost sono intrappolati gas come il metano che formano enormi bolle, dei veri e propri detonatori che potrebbero dare la botta di grazia a un clima già ampiamente compromesso

Infatti, il metano è un gas serra molto più potente dell’anidride carbonica. Lo è di 72 volte nei primi 20 anni dalla sua dispersione in atmosfera: ciò significa che può trattenere calore sulla Terra e causare il riscaldamento globale 72 volte più dell’anidride carbonica.

A catena, ciò porterà a un ulteriore innalzamento degli oceani, ondate di calore, alluvioni e impatti su attività umane come la pesca con la scomparsa di pesci (di cui guarda caso gli umani si nutrono), eventi estremi che i climatologi non saranno in grado di prevedere,

nuovi virus o batteri che erano intrappolati nel ghiaccio ormai fuso, perdita delle proprie dimore finite sott’acqua e no, noi non ci trasformeremo in Ariel ad Atlantide… resteremo umani.

Quindi, gli affacci sul mare avranno un sapore più amaro del previsto…


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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