Ambiente: perché è importante promuovere l’avvicinamento delle donne alle materie STEM
Forse lo avrete già notato, ma spesso si parla di donne nella scienza anche quando si fa riferimento ai cambiamenti climatici: eventi di cui il “gentil sesso” non è solo vittima, ma anche e soprattutto portatore di soluzioni. Potremmo scrivere un libro pieno di biografie di donne straordinarie della scienza, ma forse non sarebbe sufficiente.
Ecco alcuni nomi che possono essere di grande ispirazione:
- Jane Goodall, antropologa ed etologa, ha condotto 60 anni di lavoro rivoluzionario. È stata il primo essere umano adulto ad essere accettata in una comunità di scimmie antropomorfe. Ha lanciato l’appello: “Il nostro pianeta è molto malato, ma l'uomo sembra non voler cambiare. Io però non perdo la speranza e vi spiego perché”. (La sua foto in apertura)
- Vandana Shiva, scienziata, ambientalista e attivista indiana, dopo gli studi in Fisica e un PhD ha fondato la Research Foundation for Science, Technology and Natural Resources Policy. Promuove la conservazione della biodiversità e i diritti degli agricoltori. I suoi libri? Sono opere d’arte!
- Marica Branchesi, astrofisica del Gran Sasso Science Institute, ha partecipato alla scoperta delle onde gravitazionali ed esorta gli adulti ad aiutare i più piccoli nel difendersi dalle fake news.
- Alessandra Prampolini, Direttrice Generale di WWF Italia, con la presidente Donatella Bianchi, guida l’associazione ambientalista tra le più note al mondo.
Proprio per promuovere la figura della donna nella scienza e incoraggiare tante ragazze a buttarsi nel mondo delle STEM, negli anni sono nate molte iniziative. Tra di esse, la più nota che lega l’Italia (e numerosi altri Paesi) agli Stati Uniti è promossa proprio dal Dipartimento di Stato Americano e si chiama ”Hidden no more: Empowering Women Leaders in STEM” ed è inserita nel più ampio e vasto programma IVLP - International Visitor Leadership Program, nato nel 1952.
Nel 2017 “Hidden no More” ha portato un gruppo di 48 donne internazionali negli Stati Uniti per partecipare a workshop e incontrare organizzazioni come il John Hopkins Applied Physiscs and Laboratory, il National Geographic e il Greena Davis Institute. Le partecipanti hanno esplorato le migliori pratiche per il reclutamento e per la formazione delle donne e di altri gruppi sottorappresentati nelle discipline STEM e hanno imparato come istituzionalizzare le opportunità per le donne nei propri Paesi di origine.
È proprio dalle storie di queste donne e da programmi come questi che dobbiamo smettere di avere ogni dubbio: le ragazze possono fare scienza, anzi: le ragazze devono fare scienza! Non sono mestieri “da maschio” e il nostro contributo è fondamentale.
Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.