Consapevolezza economica: qualche consiglio per iniziare settembre con il piede giusto
Un terzo delle donne in Italia non ha una fonte di reddito e altrettante considerano le proprie conoscenze in ambito finanziario insufficienti. Due dati molto significativi che sono emersi da una recente ricerca dell’Università Cattolica di Milano sul rapporto tra donne e denaro e che impediscono alle donne di raggiungere la propria indipendenza economica.
Secondo la ricerca, i principali ostacoli rimangono culturali: per insicurezza, molte donne tendono a evitare di rapportarsi con chi lavora nel mondo della finanza, preferendo l’aiuto ben poco professionale di amici e parenti. Sempre per insicurezza, tendono inoltre a non occuparsi della gestione di grandi patrimoni e investimenti, concentrandosi piuttosto sulla gestione delle spese quotidiane.
Siamo talmente abituate a sentir parlare di soldi solo uomini in giacca e cravatta che spesso inconsciamente pensiamo non sia un argomento da donne. Invece lo è eccome
spiega l’educatrice finanziaria e money coach Elisabetta Galeano, che fin da bambina invece ha sviluppato una grande passione per l’economia e per i numeri. «Da quando poi ho messo piede fuori di casa, a 23 anni, sono sempre stata indipendente, a prescindere da quanto guadagnassi: ho voluto contare soltanto sulle mie forze, costruendo strumenti e consapevolezza, un passo alla volta», spiega l’esperta.
Al desiderio di autonomia si è unita poi l’esperienza in ambito commerciale nel settore della Grande Distribuzione. «Molti dei metodi che ho sviluppato per la mia professione [di educatrice finanziaria], infatti, sono frutto dell’evoluzione di file e ragionamenti creati ad hoc per me nella mia vita precedente», continua l’educatrice.
A oggi Galeano ha svolto più di 600 consulentze, aiutando tantissime persone – soprattutto donne – ad avere un rapporto più consapevole con il denaro e a raggiungere l’indipendenza economica, ovvero possedere le risorse necessarie per scegliere liberamente la propria strada nella vita.
Consapevolezza economica: non solo una questione di numeri
L’errore più grande che spesso viene fatto nella gestione del denaro è pensare che sia solo una questione di numeri
Il denaro fa parte della vita di ciascuno di noi e l’unica matematica di cui hai bisogno è quella della seconda elementare», spiega Galeano, che tra le fonti di ansia principali cita anche la paura di guardare il saldo del proprio conto. «L’estratto conto è il tuo punto di partenza, non di arrivo e nascondere la testa sotto la sabbia non aiuta» continua l’esperta, che invece suggerisce di iniziare fin da subito a tenere traccia regolarmente delle proprie entrate e uscite.
Sapere esattamente cosa sta succedendo aiuta a fare scelte più consapevoli, più in linea con i propri desideri di vita
afferma l’esperta, mettendo in luce un altro degli aspetti più delicati del rapporto tra donne e denaro: il motivo per cui si risparmia. Secondo la ricerca dell’Università Cattolica di Milano, da un punto di vista culturale le donne sono motivate a risparmiare principalmente per realizzare un progetto di vita familiare e relazionale, mentre gli uomini tendono a risparmiare (e a investire) per migliorare il proprio status sociale.
Per la maggior parte delle donne, i soldi non sono importanti per realizzare e valorizzare la propria identità e questa tendenza è associata a una peggiore gestione dei risparmi
Tuttavia, gli esempi da cui trarre ispirazione non mancano. Come racconta la filosofa Ilaria Gaspari, Louisa May Alcott, l’autrice di Piccole donne, è stata una «figlia di genitori imprevidenti, che per tutta la vita mantenne la famiglia con il suo lavoro e si diede un gran da fare, affrontando con piglio inflessibile e una punta di cinismo divertito editori e riviste».
Secondo Gaspari, il rapporto tra desiderio e risparmio «è un problema di autostima, oltre che di educazione e di condizionamenti culturali», che a livello individuale può risolversi solo se ci si rende conto che "se non sono la prima a dare valore a ciò che faccio, nessuno lo farà per me".
Parlare di soldi per prevenire la violenza economica
“Non riesco a risparmiare” è la frase che più volte mi viene detta da chi inizia a lavorare con me. Non importa quanto alte o basse siano le voci di guadagno, il problema è molto più comune di quanto pensi
conferma Galeano, che consiglia alle sue clienti di avere un approccio mirato e strategico al risparmio. «Se si aspetta di mettere via ciò che avanza a fine mese, allora non si riuscirà mai davvero a risparmiare, perché sarà difficile che avanzi qualcosa!», afferma l’esperta, che suggerisce invece di accantonare tra il 5 e il 10% delle entrate non appena arrivano sul conto corrente e creare dei piccoli “fondi” per i propri progetti personali o per eventuali emergenze.
I soldi sono ancora uno dei più grandi tabù. Parlarne liberamente potrebbe aiutare a risolvere la maggior parte dei problemi e far sentire meno sole le persone in difficoltà
afferma l’esperta. Trasformare le conversazioni sui soldi da tabù in normalità è infatti il primo passo per prevenire la violenza economica, uno dei lati meno conosciuti della violenza di genere che consiste nel controllare le risorse economiche di chi subisce violenza ostacolandone la possibilità di avere un lavoro, un’entrata finanziaria personale e di poterne usufruire secondo le proprie volontà. Come conclude Galeano, infatti:
Un confronto aperto e sincero normalizza argomenti che crediamo intoccabili e permette di trovare molte più alleate di quanto si creda