Cop28: cosa aspettarsi (e sperare) dalla prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima

Il 30 novembre si tiene a Dubai COP28, la ventottesima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Un appuntamento chiave che riunisce 197 paesi per parlare di politiche ambientali. Sul negoziato, però, pesano le tensioni internazionali. Sarà l’ennesima delusione?
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Sui tavoli decisionali pesano le molteplici crisi che si sono susseguite negli ultimi anni: pandemia, conflitto russo-ucraino, inflazione, recessione e per ultima, ma non per importanza, la guerra in Medio Oriente. A rendere più dubbioso l’esito è anche il luogo in cui si terranno i negoziati: gli Emirati Arabi Uniti, i principali fornitori di fonti fossili al mondo. Le stesse fonti fossili che causano il cambiamento climatico. Nonostante il piano Vision 2030, i paesi del Golfo sono ancora ben lontani da contribuire concretamente a limitare le emissioni globali e, con esse, arriva la controversa discussione tra “phase out” e “phase down”, ossia quella dell'eliminazione o riduzione delle fonti non rinnovabili.

L’auspicio è che a COP28 i Paesi partecipanti presentino impegni climatici aggiornati e più ambiziosi nell'ambito dell'Accordo di Parigi. Ciò potrebbe comportare la definizione di nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni e strategie per limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5° rispetto ai livelli preindustriali, come indicato nell'accordo. Tuttavia, siamo già sulla traiettoria dei 2,5 gradi Celsius e servirebbe un'azione di massa presa da tutti gli stati membri.

Ecco i temi che verranno discussi durante COP28:

  • Finanziamenti e sostegno: questo punto sarà al centro dell'attenzione. I Paesi in via di sviluppo cercano un'assistenza finanziaria che li aiuti ad adattarsi e a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici. La COP28 potrebbe focalizzarsi su come i paesi sviluppati possano rispettare gli impegni assunti e fornire sostegno economico ai paesi in via di sviluppo.
  • Adattamento e resilienza: man mano che gli impatti del cambiamento climatico diventano più evidenti, si prevede che le discussioni sull'adattamento e sulla resilienza agli effetti del cambiamento climatico acquisiscano maggiore importanza. Una delle discussioni sarà sicuramente sulle strategie e sui piani di adattamento all'innalzamento del livello del mare, agli eventi meteorologici estremi e ad altre sfide legate al clima.
  • Biodiversità ed ecosistemi: il legame tra cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sta diventando sempre più evidente. Uno dei punti chiave alla conferenza sarà legato al come proteggere e ripristinare gli ecosistemi. Questi ultimi, infatti, contribuiscono a mitigare i cambiamenti climatici e forniscono numerosi co-benefici.
  • Trasparenza e rendicontazione: la trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per garantire che i Paesi rispettino gli impegni assunti in materia di clima. La COP28 potrebbe venire finalmente a capo del problema legato al miglioramento dei processi di rendicontazione e verifica.

Gli eventi delle COP vedono una forte presenza di giovani attivisti e organizzazioni della società civile. Questi gruppi svolgono un ruolo cruciale nel sostenere un'azione ambiziosa per il clima e nel responsabilizzare i governi. Data la natura globale della sfida climatica, il costi economici ingenti causati dai disastri naturali e le possibilità di business che offrono le energie rinnovabili, COP28 potrebbe rappresentare l'opportunità per tutti gli Stati di riaffermare il loro impegno e lavorare insieme per combattere il cambiamento climatico.

Il successo della COP28 dipenderà solo dalla volontà dei Paesi partecipanti di cooperare e intraprendere azioni significative. Tutti i fallimenti passati danno solo “un’impronta”, ma la situazione può capovolgersi completamente di anno in anno.

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Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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