COP29: cosa aspettarsi dalla prossima conferenza sul clima a Baku
Oggi più che mai, la COP si preannuncia come uno dei momenti più significativi nell'ambito dell'azione climatica globale, con il compito di dare continuità agli accordi raggiunti alla COP28 di Dubai, e di proiettare il mondo verso nuovi obiettivi di riduzione delle emissioni e di sostegno finanziario per il clima. Ma cos'è la COP e perché è così importante? e quali sono gli obiettivi di quest’anno?
COP, com'è nata e quali sono i suoi obiettivi
La COP, acronimo di Conference of the Parties (Conferenza delle Parti), rappresenta l'organo decisionale supremo dell'UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), ovvero la Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, entrata in vigore il 21 marzo 1994. L'obiettivo di questa convenzione è di ridurre l’impatto antropico sul Pianeta, promuovendo azioni coordinate tra i Paesi membri per affrontare i cambiamenti climatici.
Dal 1995, anno in cui la COP si è riunita per la prima volta a Berlino, le conferenze annuali sono diventate appuntamenti fondamentali nell'agenda internazionale, soprattutto vedendo materializzarsi gli effetti devastanti del cambiamento climatico.
La COP serve a:
- Determinare le priorità dell'azione climatica globale, come la riduzione delle emissioni, l'aiuto ai paesi vulnerabili, il ripristino della biodiversità.
- Offrire una piattaforma per negoziare e assumere impegni tra i governi. Sono giorni intensissimi di negoziati in cui capi di stato e sherpa (negoziatori) si battono a colpi di scienza e finanza per raggiungere un punto che metta d’accordo le esigenze di tutti.
- Promuovere il dialogo tra governi, organizzazioni intergovernative, società civile e attori non statali.
Le conferenze della COP riuniscono capi di Stato, ministri, scienziati, esperti e rappresentanti della società civile con l'obiettivo di valutare in maniera olistica lo stato dell'azione climatica a livello globale. Ogni anno, la COP si conclude con l'adozione di un accordo da parte delle Parti partecipanti (198 Stati), che stabilisce nuovi obiettivi e strategie per fronteggiare l'emergenza climatica.
I tre ambiti in cui si muoverà la COP29
La COP29 si presenta come una tappa fondamentale, proseguendo il percorso tracciato dalla COP28 di Dubai dove c’è stata l’approvazione del testo del Global Stocktake (processo che avviene ogni 5 anni e serve a valutare e monitorare gli impegni da parte degli Stati in materia di riduzione delle emissioni, di adattamento ai cambiamenti climatici e di finanziamento ai paesi vulnerabili) e lo storico accordo del transitioning away – o uscita progressiva dalle fonti fossili, che dovrebbe iniziare già in questo decennio. Questo percorso condurrà alla COP30 di Belém, in Brasile, dove saranno presentati nuovi obiettivi e i piani nazionali di riduzione delle emissioni al 2035, i cosiddetti NDCs (Nationally Determined Contributions).
A Baku, dall'11 al 22 novembre 2024, l’attenzione sarà rivolta principalmente a tre ambiti cruciali:
Transizione energetica: dopo l'accordo di Dubai sull'abbandono delle fonti fossili, la COP29 mira a discutere le strategie per triplicare l'installazione di energie rinnovabili e raddoppiare l'efficienza energetica entro il 2030, con l'obiettivo di garantire una transizione giusta e inclusiva.
Finanza climatica: uno degli obiettivi più rilevanti della COP29 sarà definire un nuovo New Collective Quantified Goal (NCQG), che dovrà sostituire il precedente impegno di 100 miliardi di dollari annui per il finanziamento dei paesi più vulnerabili per far fronte ai cambiamenti climatici, destinato a scadere nel 2025. Le 198 Parti discuteranno l'ammontare delle nuove risorse finanziarie necessarie per sostenerli soprattutto nell'adattamento ai cambiamenti climatici. Il 2024 rappresenta infatti un punto di svolta per identificare i nuovi investimenti necessari, stimati in trilioni di dollari, per affrontare la crisi climatica e supportare una transizione giusta.
Geopolitica e cooperazione internazionale: la COP29 si svolge in un contesto di forte instabilità geopolitica, segnato da conflitti e nuove dinamiche di potere a livello globale, come l'insediamento della nuova Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen, le elezioni americane e il Vertice del G20 a Rio de Janeiro, che si terrà durante la COP stessa. Questo rende la conferenza di Baku una rara opportunità di dialogo multilaterale, dove la diplomazia climatica potrebbe rappresentare uno degli ultimi contesti di cooperazione efficaci in un panorama internazionale frammentato.
Il focus sulla finanza climatica
Il tema centrale dei negoziati tecnici alla COP29 sarà senza dubbio la finanza climatica. La sfida principale sarà quella di trovare un accordo per il nuovo obiettivo di fondi da destinare ai paesi vulnerabili, che dovrà sostituire il target dei 100 miliardi di dollari annui stabilito per il 2020 e mai pienamente raggiunto. L'obiettivo sarà quello di concordare un nuovo target che riconosca l’enorme fabbisogno di investimenti per affrontare la crisi climatica e che prevede il contributo dei Paesi sviluppati, identificando modalità di finanziamento, punto quest’ultimo molto controverso.
L'Unione Europea ha chiesto un nuovo obiettivo "ambizioso ed equilibrato" che mantenga vivo l'impegno a mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C e che avanzi verso una resilienza a lungo termine. Tuttavia, la posizione europea potrebbe incontrare resistenze, soprattutto da parte dei Paesi del Sud globale, poiché l’UE richiede l’allargamento del numero di Paesi che contribuiscono finanziariamente come precondizione per discutere l'ammontare del nuovo obiettivo.
Le sfide che dovrà affrontare la COP29
La COP29 si terrà in un momento particolarmente delicato, con la pressione internazionale per un accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian che potrebbe influire sull’andamento della conferenza. La speranza è che la COP29 possa rappresentare un luogo di dialogo aperto, dove la comunità internazionale possa trovare soluzioni condivise per affrontare la crisi climatica e rafforzare la cooperazione globale, nonostante le tensioni geopolitiche.
La tappa di Baku sarà cruciale nel percorso di azione climatica globale, non solo per dare continuità agli impegni presi a Dubai, ma anche per definire nuove strategie e obiettivi per il futuro. Il vero successo della conferenza dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra le esigenze dei Paesi sviluppati e quelle delle nazioni più vulnerabili, e dalla volontà di tutti gli attori coinvolti di collaborare per un futuro più sostenibile e giusto.
Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.