Good News/Bad News: le notizie dal mondo sui diritti civili di aprile 2023

Nuovo appuntamento con la rubrica mensile sui diritti civili. Ad aprile parliamo della battaglia delle famiglie omogenitoriali per registrare i propri figli, di pillola del giorno dopo e di attacchi, gli ennesimi, ai diritti delle donne in Afghanistan

Lo stop alla registrazione dei figli delle coppie gay e la battaglia dei sindaci

Bandiera arcobaleno pride
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Da giorni ormai in Italia infuria la battaglia per tutelare i diritti delle famiglie LGBTQIA+ e i figli delle coppie omogenitoriali. A farla scoppiare, la bocciatura in Senato della proposta di regolamento per la creazione di un certificato europeo di filiazione, e lo stop che il ministro dell'Interno ha imposto al Comune di Milano (che aveva deciso di riconoscere in autonomia i figli nati da coppie omogenitoriali procedendo alla trascrizione) chiamando in causa la sentenza 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del dicembre scorso.

Nel provvedimento, i giudici hanno stabilito che i bambini nati all’estero con maternità surrogata devono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori non con trascrizione diretta all'anagrafe, ma con la cosiddetta adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice. Serve insomma una sentenza, e non è sufficiente un atto meramente amministrativo. Questo ha ricordato Piantedosi in una circolare inviate al prefetto di Milano, che ha a sua volta bloccato il sindaco Beppe Sala. La circolare ha scatenato la dura reazione di Sala, che ha annunciato l’intenzione di continuare con le registrazioni, e anche dei sindaci di Roma, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari, che hanno fatto fronte compatto inviando una lettera aperta al governo e chiedendo di aprire un dialogo su questo fronte. La richiesta è, in particolare, di continuare a registrare i certificati dei figli nati dall’unione tra due mamme, quelli cioè non riconducibili alla cosiddetta “gestazione per altri”, nota anche come maternità surrogata, vietata in Italia dalla legge 40 del 2004.

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La richiesta di Gualtieri, Beppe Sala, Gaetano Manfredi, Stefano Lorusso, Matteo Lepore, Dario Nardella e Antonio Decaro è duplice: invitare il legislatore ad applicare «i principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona», compiendo «passi non più rinviabili» come il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali e il via libera al matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni, così come previsto per le coppie eterosessuali.

Il Parlamento europeo, intanto, ha approvato in plenaria a Bruxelles un emendamento presentato da Renew Europe che condanna il governo italiano per lo stop alle registrazioni: «Questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli», si legge nel documento.

I talebani vietano alle donne di lavorare per l’Onu

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In Afghanistan i talebani hanno vietato alle donne di lavorare per le Nazioni Unite. Il nuovo attacco ai diritti è stato confermato martedì dal portavoce dell’ONU, Stéphane Dujarric, che ha spiegato che i funzionari dell’organizzazione in Afghanistan sono stati informati di «un ordine delle autorità di fatto» del Paese che vieta alle dipendenti afghane dell’ONU di lavorare. Alcune fonti dell’ONU sentite da Reuters hanno detto che a tutto il personale afghano impiegato dall’organizzazione nel Paese, circa 3.300 tra donne e uomini, è stato chiesto di non presentarsi al lavoro per 48 ore in via precauzionale.

«Qualsiasi tentativo di impedire alle donne afghane di lavorare per l’ONU sarebbe inaccettabile e francamente inconcepibile», ha detto il segretario generale dell’ONU António Guterres. Si tratta dell’ennesima stretta da parte del regime talebano da quando ha ripreso il potere, nell’agosto del 2021. Da allora alle donne è stato vietato di frequentare scuole superiori e università, di uscire e viaggiare senza un accompagnatore maschio e di lavorare praticamente in ogni campo.

In Honduras cade il divieto per la pillola del giorno dopo

pillola maschile

La presidentessa dell’Honduras, Xiomara Castro, ha firmato un decreto legge 75-2023, che garantisce e promuove la libera diffusione, l’accesso, l’acquisto e la vendita della pillola anticoncezionale d’emergenza (Pae) o pillola del giorno dopo. 

Si tratta di un atto limitato alla Pae, ma importante. Da gennaio 2021 infatti in Honduras è imposto il divieto assoluto di aborto: la decisione di Castro, che ha firmato il decreto l’8 marzo scorso, rappresenta un’apertura verso la garanzia dei diritti e delle tutele delle donne in materia di salute riproduttiva.

«Oggi, 8 marzo, commemoriamo la lotta storica delle donne, firmando con la segretaria l'Accordo Esecutivo per la libera utilizzazione e commercializzazione della Pae. L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito che fa parte dei diritti riproduttivi delle donne e non è abortiva».

La decisione di Castro ha incontrato il plauso dell’ONU, che attraverso l’Alto Commissario per i diritti umani in Honduras ha ricordato che «i diritti umani delle donne, riconosciuti internazionalmente, includono i diritti all’uguaglianza, la dignità, l’autonomia, l’informazione, l’integrità fisica e il rispetto per la vita privata insieme al più alto standard possibile di salute, includendo la salute sessuale e riproduttiva.

In Scozia è stato eletto il primo premier musulmano pro-gender e pro-aborto

La Scozia ha un nuovo premier: il parlamento ha eletto Humza Yousaf, 37 anni, già leader del Partito Nazionale Scozzese (SNP). Yousaf raccoglie il testimone di Nicola Sturgeon, con cui condivide le idee progressiste.

Nato a Glasgow da padre pakistano e madre keniota, Yousaf ha chiarito di voler portare avanti l’agenda di Sturgeon, che si è dimessa a febbraio. Ha detto di essere intenzionato a difendere la proposta di legge approvata dal parlamento scozzese per facilitare la procedura di cambio di nome e genere sui documenti alle persone trans (su cui il parlamento britannico ha invece espresso il veto), e ha sostenuto pubblicamente il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

Ha inoltre annunciato di voler rendere più inclusivo l’ambiente lavorativo governativo, partendo dai livelli più alti.

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