Good News/Bad News: le notizie dal mondo sui diritti civili di maggio 2023
L'azienda che riconosce alle dipendenti il congedo mestruale
Cinque giorni di congedo retribuito per le dipendenti che si assentano dal lavoro a causa della dismenorrea. L'iniziativa è della Masoni Industria Conciaria di Pontedera, che ha voluto adottare questa misura per riconoscere quella che per molte donne è una condizione estremamente invalidante, ovvero i forti dolori causati dal ciclo mestruale.
L'azienda toscana è una delle poche in Italia ad avere intrapreso questo passo, nonostante siano sempre di più gli studi medici e scientifici che confermano come la dismenorrea possa essere accomunata a una vera e propria patologia e nonostante l'aumentata sensibilità verso il tema. Eppure in Europa solo la Spagna ha riconosciuto, e da poco, il congedo mestruale, e nella stragrande maggioranza degli altri Paesi iniziative di questo genere sono a esclusivo appannaggio di aziende private, in assenza di una normativa nazionale.
Italia compresa, anche se lo scorso febbraio, proprio sulla scia della linea spagnola, Alleanza Verdi e Sinistra hanno presentato una nuova proposta di legge in materia di congedo mestruale che permetterebbe alle donne di assentarsi dalla scuola e dal lavoro e rimanere a casa nei giorni di picco del ciclo: fino a due giorni al mese di assenze giustificate per le studentesse che soffrono di dismenorrea con presentazione di certificato medico (proprio come accade già in un liceo di Ravenna), due giorni al mese, con indennità pari al 100% della retribuzione, per le lavoratrici.
Alla Statale di Milano assorbenti gratuiti
L’Università Statale di Milano distribuirà assorbenti gratuiti: vittoria per le rappresentanze studentesche dell’ateneo, tra cui Studenti Indipendenti Statale e link universitari, che ormai da diversi anni chiedevano che i dispositivi igienico-sanitari venissero distribuiti gratuitamente sia alle studentesse sia al personale.
La battaglia è stata vinta lo scorso 28 aprile, quando il consiglio di amministrazione della Statale ha approvato all’unanimità la proposta presentata dalle rappresentanze studentesche: «Da sempre portiamo avanti iniziative di sensibilizzazione e mutualismo, credendo fortemente nel ruolo trasformativo della nostra Università, sia tra la comunità accademia, che nella società tutta - sono state le parole del collettivo Studenti Indipendenti Statale - lo stigma legato alle mestruazioni è ancor fortemente presente, ma noi lo vogliamo combattere ovunque, anche nei luoghi del sapere. La mozione presentata è stata condivisa dalla maggioranza della Conferenza degli Studenti, uno sforzo corale delle liste di rappresentanza».
Prima della Statale, nel 2022 era stata l’Università di Padova a prevedere la distribuzione di una sorta di "kit" contenente una scatola di assorbenti igienici, dei fazzoletti disinfettanti e dei cerotti.
Il Giappone approva la pillola abortiva
Il governo giapponese ha dato il via libera alla distribuzione e alla vendita della pillola abortiva: l'autorizzazione è arrivata a fine aprile dal Ministero della Salute, che ha annunciato di aver approvato la pillola del laboratorio britannico Linepharma, che aveva depositato nel dicembre 2021 una domanda di autorizzazione dell'utilizzo del suo farmaco. Si tratta di un trattamento in due fasi a base di mifepristone (in Italia noto come RU486) che blocca un ormone necessario allo sviluppo della gravidanza, e misoprostolo, che vanno assunti a distanza di 48 ore l’uno dall’altro.
Si tratta di una svolta per un Paese dove dal 1948 l'aborto è legale fino a 22 settimane di gravidanza, ma di solito richiede il consenso del coniuge o del partner, e dove sino a oggi la procedura chirurgica era l'unica opzione.
Secondo la televisione pubblica NHK, il costo totale della pillola abortiva e di un consulto medico ammonterà a circa 100.000 yen, pari a 669 euro. Nel frattempo, gli attivisti in Giappone stanno portando avanti una campagna finalizzata a facilitare il ricorso alla pillola del giorno, che attualmente non può essere acquistata senza il via libera di un medico, non è coperta da assicurazione sanitaria ed è l'unico farmaco che deve essere assunto davanti a un farmacista.
La Florida vieta l'aborto dopo sei settimane
Non si ferma la campagna del governatore repubblicano della Florida, Ron DeSantis, contro l'aborto. Il governatore ha infatti firmato un disegno di legge che lo vieta dopo sei settimane di gravidanza, consentendo di ricorrervi sino alla 15esima settimana soltanto per le vittime di stupro, incesto e tratta di esseri umani, a condizione che la paziente fornisca prove, come per esempio una denuncia o un rapporto della polizia.
«Siamo orgogliosi di sostenere la vita e la famiglia nello stato della Florida», ha detto De Santis, che da questo disegno di legge ha tratto linfa per la campagna elettorale in vista della sua candidatura alle presidenziali. La nuova legge renderà quindi molto più difficile alle donne fare ricorso all'aborto, non soltanto in Florida ma in gran parte del sud degli Stati Uniti, ennesimo attacco ai diritti delle donne dopo che lo scorso anno la Corte Suprema statunitense aveva annullato la sentenza Roe vs Wade, lasciando ai singoli Stati le decisioni relative all'aborto.
In Alabama, Louisiana e Mississippi, tre dei principali Stati del sud, l’aborto oggi è vietato in qualsiasi fase della gravidanza, mentre in Georgia è previsto fino al momento in cui è rilevabile attività cardiaca del feto.