Sì, il disastro ambientale di Piscinas, in Sardegna, si poteva evitare
Tutto è iniziato dal video di un residente che con la sua camera è stato spettatore incredulo di un fenomeno che rischia di compromettere o almeno, non far partire con il piede giusto, la stagione estiva.
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Il sindaco Salis si dice rammaricato dal fatto che ogni anno ci sono degli episodi che macchiano la stagione estiva e rassicura: “Per le piogge abbondanti dei giorni scorsi i bacini a monte erano sui livelli di guardia e per ragioni di sicurezza da due dighe si è dovuto rilasciare acqua, i residui dei metalli erano depositati nell'alveo del rio Piscinas e sono stati trascinati in mare. Ma dopo poche ore le acque del rio erano nuovamente limpide” mentre quello di Piscinas 2024 non è stato l’unico evento di fanghi rossi giunti al mare. Nel 2016 infatti, si verificò qualcosa di simile ma poi per mancanza di fondi e un rimpallo di competenze, si fece poco o niente.
Le proteste degli attivisti
Gli attivisti, come sempre hanno fatto sentire la loro voce. La critica più forte è stata ovviamente legata al fatto che si preferisce imporre divieti di balneazione piuttosto che procedere alla bonifica del territorio. Così, però, si compromette la nostra salute e quella degli ecosistemi da cui dipendiamo per mangiare, bere, vivere. Disastri simili non dovrebbero mai avvenire. Nel frattempo, questa ed altre situazioni, peggiorano e diventa sempre più imperativo agire.
Per quanto riguarda le spiagge della Costa Verde, le istituzioni rassicurano che: “non c’è alcun inquinamento né pericolo per la salute”. Noi questo non lo sappiamo ma di sicuro quelle scorie nell’acqua non dovrebbero più arrivare.