Divario di genere sulle banconote

Il divario di genere? Pure sulle banconote

26-11-2024
Uno studio di Bankitalia ha analizzato il simbolismo delle banconote, considerandone 2229 di 171 Paesi. L'analisi mette in evidenza un grande divario, a favore dei secondi, tra ritratti di donna e di uomo. L'ennesimo dato a favore dei modelli di rappresentazione prevalentemente maschili
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Le banconote non sono solo un mezzo di pagamento, ma anche specchi dell’identità culturale e sociale di un Paese. In uno studio, realizzato da Angelamaria Fiori per Banca d’Italia, dal titolo «Questioni di Economia e Finanza – I ritratti sulle banconote: studio sul divario di genere», emerge un aspetto spesso trascurato: il divario di genere sulle banconote.

Nonostante, come ricorda lo studio, alcune banche centrali abbiano recentemente deciso di ricercare una certa uguaglianza di genere sulle banconote, l’osservazione della realtà evidenzia ancora lo svantaggio femminile in questa rappresentazione. Tra il 2000 e il 2023 (e considerando le banconote dell’ultima serie in valuta locale dei paesi Eurosistema del 2002) solo il 5,6% delle banconote emesse a livello globale presentava il ritratto di una donna identificabile, escludendo Elisabetta II. Un dato che riflette una realtà culturale radicata e un modello di rappresentazione prevalentemente maschile. L'ennesimo gender gap.

Il simbolismo delle banconote e l’identità collettiva

Le banconote trasmettono messaggi culturali e storici attraverso i ritratti che ospitano. Lo studio rivela che, su un campione di 2229 banconote di 171 Paesi, il 53,7% dei ritratti è maschile, mentre quelli femminili si attestano solo al 9%. Le banconote con soggetto non umano sia su recto che su verso sono 793, quelle con almeno un uomo non anonimo su recto o verso sono 1196 e quelle almeno una donna non anonima su recto o verso sono 217. Di queste 93 sono le banconote con Elisabetta II come unica donna mentre le restanti 124 banconote con almeno una donna non anonima su recto o verso escludendo Elisabetta II.

Dati che evidenziano un retaggio culturale che premia figure maschili come simboli di leadership e progresso, relegando le donne a ruoli marginali o allegorici.

Le donne sulle banconote: qualche progresso, ma molto da fare

I Paesi che hanno cercato di colmare questo divario di genere sulle banconote lo hanno fatto spesso a seguito di pressioni sociali. È il caso dell’Australia, che dal 1992 ha raggiunto la parità di genere nei ritratti sulle sue banconote, e del Regno Unito, dove una campagna pubblica ha portato la scrittrice Jane Austen sui 10 sterline. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le donne rappresentate appartengono a categorie specifiche: artiste, attiviste sociali e politiche, mentre è rarissimo trovare scienziate o leader istituzionali.

10 sterline Jane Austen
Una banconota da 10 sterline con Jane Austen

A proposito di Paesi, la già citata Australia ha 8 banconote con ritratti femminili al pari delle Filippine. In cima alla classifica abbiamo però la Repubblica Dominicana con 10.

200 pesos repubblica dominicana
200 pesos della Repubblica Dominicana con Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal

Qualche dato sulla più presente, Elisabetta II

L'ex regina di Inghilterra è - per ovvi motivi - presente su 97 banconote di 15 paesi, di cui 93 come unica donna e 87 come unico personaggio rappresentato.

Elisabetta II è attualmente la persona più rappresentata al mondo su banconote e monete. Del resto ha potuto vantare un'elevatissima longevità nel ruolo, senza contare che è comparsa sulle banconote ancora prima dell’incoronazione. Il suo primato è però poco significativo ai fini dello scopo dell'analisi: la sua rappresentazione non è frutto di una libera scelta ma di una regola consolidata.

20 sterline elisabetta 2
Banconote da 20 sterline con l'effige di Elisabetta II

In Italia un solo caso virtuoso, le 1000 lire del 1990

È noto come l'Italia, dall'introduzione della moneta unica europea, non abbia più un sistema di banconote proprio. Ma in precedenza com'era la situazione? Tra le banconote del Regno d’Italia emesse tra il 1866 e il 1944 il tema del ritratto non è prevalente. In 78 anni di numismatica sono presenti 13 rappresentazioni di 4 personaggi maschili realmente esistiti. La presenza femminile è invece non residuale: su circa metà delle emissioni sono presenti figure femminili, ma sono anonime e con funzione allegorica o decorativa. Lo studio evidenzia infatti come il soggetto allegorico femminile più rappresentato sia l’Italia turrita e, a seguire, l’Italia laureata, Atena, la grande madre, le Repubbliche Marinare.

Considerando invece le banconote emesse dal secondo Dopoguerra, si registrano 17 ritratti di 15 personaggi illustri con un'unica donna, la celebre pedagogista, educatrice e medica Maria Montessori. I più nostalgici la ricorderanno: stava sul biglietto da 1000 Lire emesso nel 1990.

1000 lire maria montessori
La banconota da 1000 lire del 1990 con l'immagine di Maria Montessori

Una rappresentazione che conta

Le banconote, simboli quotidiani di valore e riconoscimento, contribuiscono a plasmare il modo in cui una società percepisce sé stessa e il suo passato. Migliorare la rappresentanza di genere non è solo un atto di giustizia storica, ma un’opportunità per ispirare le nuove generazioni e ridefinire i modelli di ruolo. Inserire più donne sulle banconote non significa solo celebrare il passato, ma anche costruire un futuro più inclusivo.

Lo studio della Banca d’Italia non è solo un’analisi del design delle banconote, ma un invito a riflettere sull’importanza della parità di genere nella rappresentazione culturale. Ridurre il divario di genere significa dare voce a chi è stato troppo a lungo dimenticato e valorizzare l’apporto femminile alla storia e alla società. Il cambiamento, come dimostrano alcuni esempi virtuosi, è possibile, ma richiede un impegno condiviso tra istituzioni e cittadini.

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