99 donne uccise nel 2024, una tragedia che non si ferma
La violenza contro le donne continua a tingere di rosso le pagine della cronaca italiana. Secondo l'XI Rapporto Eures, tra il 1° gennaio e il 18 novembre 2024, ben 99 sono state le donne uccise. Un dato che rappresenta una tragedia umana e sociale, e che impone una riflessione profonda su un fenomeno che non accenna, se non a fermarsi, neanche a rallentare la sua corsa.
Le vittime invisibili: donne oltre i 65 anni e residenti nei piccoli centri
Tra le statistiche, emerge un dato particolarmente inquietante: il 37,5% delle donne uccise nel 2024 ha più di 65 anni, una statistica che registra un aumento rispetto agli anni precedenti. Queste donne, spesso non protette e con legami familiari complessi, sono state uccise principalmente da chi avrebbe dovuto proteggerle: coniugi e figli.
In crescita anche la violenza nei piccoli comuni (quelli con meno di 5.000 abitanti), un'evidenza che segnala che anche le aree più isolate e lontane dai riflettori possono diventare il teatro di tragedie familiari.
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Le stragi familiari: vittime innocenti di una furia cieca
Un altro aspetto drammatico è l'aumento delle figlie uccise, passate da 5 a 9 rispetto al 2023. In molti casi, queste giovani donne sono vittime "collaterali" di un'escalation di violenza che ha come obiettivo principale la coniuge o la ex partner. La casa, che dovrebbe essere un luogo sicuro, diventa il teatro di orrori indicibili, una dinamica che mostra quanto sia necessario intervenire sulla prevenzione e sull'educazione alla non violenza.
Giovani autori e vittime straniere in aumento
Un altro campanello d’allarme riguarda gli autori di femminicidi: aumenta il numero degli under 25 coinvolti, passati da 4 a 12, mentre il 27,8% degli omicidi è commesso da uomini over 64. Contestualmente, cresce anche il numero delle vittime straniere (da 17 a 24), che rappresentano un quarto del totale (24,2%). Questo dato sottolinea come il fenomeno non abbia confini nazionali, colpendo trasversalmente comunità e culture.
Le donne uccise nel 2024, una responsabilità collettiva
Nonostante un calo complessivo delle vittime italiane e degli autori di femminicidi stranieri, il fenomeno rimane allarmante, con dinamiche che cambiano ma non si riducono. I numeri parlano di storie di dolore, abbandono e fallimento: delle istituzioni, che non riescono sempre a proteggere le donne; della società, che fatica a riconoscere e combattere la violenza di genere; e delle famiglie, dove spesso il silenzio diventa complice.
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Cosa possiamo fare?
Ogni numero di questo rapporto nasconde una vita spezzata e un dramma familiare. Per contrastare questa emergenza, è necessario agire su più fronti. Rimane fondamentale la prevenzione, attraverso campagne di sensibilizzazione ed educazione fin dai primi anni di scuola, ma anche il supporto, potenziando i centri antiviolenza e le reti di aiuto per le vittime e i loro familiari. Importante anche il supporto del legislatore, considerando che la violenza contro le donne non è un problema privato o una fatalità: è una ferita collettiva che richiede il coinvolgimento di tutti.