E se a Pasqua, invece di mangiare agnello, aiutassimo santuari di animali liberi?

La Pasqua è da migliaia di anni una festività solenne per molte culture. Negli ultimi anni, tuttavia, sta diventando uno dei momenti dell'anno con il maggior impatto ambientale, insieme al Natale. Ecco cosa possiamo fare per ridurre la nostra impronta ambientale

Come tutte le festività, anche la Pasqua ha gli ingredienti perfetti per creare un impatto ambientale non indifferente, partendo dagli innumerevoli viaggi. È infatti notizia di qualche giorno fa che le notti prenotate dai viaggiatori tra i 25 e i 29 anni, nel periodo di Pasqua, hanno registrato un incremento del 119% rispetto allo scorso anno (Fonte AGI). Questo significa solo una cosa: più emissioni, soprattutto se si parte in aereo o in nave.

Come scegliere Uova di Pasqua buone per il palato e per l'ambiente

C'è poi il problema degli sprechi alimentari e, soprattutto, il retrogusto amaro delle uova di Pasqua. Purtroppo, infatti, sia lo zucchero che il cacao vengono coltivati in zone del mondo in cui distruzione degli habitat e deforestazione corrono a ritmi velocissimi.

Lo zucchero da canna, secondo il WWF, tra il 2002 e il 2012, ha contribuito all’abbattimento di 16.000 chilometri quadrati di foresta

Lo stesso vale anche per il cacao: oltre a devastare gli ecosistemi, viene prodotto attraverso lo sfruttamento di migliaia di persone. Comprare però un uovo che sia buono sia per la nostra salute che per il pianeta è possibile, basta scegliere quelli certificati da filiere equosolidali e da agricoltura biologica.

Prova a fare caso a queste certificazioni:

  • Guaranteed Fairtrade
  • UTZ – Better farming, better future
  • Altromercato
  • Rainforest Alliance
  • B Corp

Agnelli: e se invece di mangiarli li salvassimo dagli allevamenti intensivi?

Ultimo, ma mai per importanza, è il sacrificio di migliaia di agnelli, che appena nati vengono separati dalle loro madri per essere macellati e arrivare sulle nostre tavole. Il trasporto verso la macellazione è poi tra i momenti più massacranti: gli agnelli vengono ammassati sui camion e tenuti per ore senza cibo e acqua nei container.

Ogni anno, nel solo periodo della Pasqua, vengono uccisi oltre 300 mila tra agnelli e capretti

Fonte: Istat

C’è però un dato che fa ben sperare: grazie alle campagne di sensibilizzazione, il consumo della loro carne è crollato del 50% nel corso degli anni (Fonte AGI). Questo è un ottimo segnale e ci deve spronare a fare sempre di più.

Per esempio, anziché mangiare carne, per Pasqua potresti adottare un agnellino e fare donazioni a dei rifugi santuari come quelli nella lista che segue:

  1. Fattoria la capra Campa (AT)
  2. Il Fauno fattoria ribelle (PN)
  3. Santuario capra libera tutti (Nerola, RM)
  4. Santuario Nelloporcello (Cantù, Como)
  5. Rifugio futura (TO)
  6. Rifugio Miletta (NO)
  7. L’Arca di Natalia (CT)
  8. La Tana del Bianconiglio (SI)
  9. Rifugio Hope (VT)
  10. Serafino ed i suoi amici (CE)

In questi luoghi poi si possono gustare pasti vegani, fare visite guidate, ascoltare presentazioni formative e tanto altro. Potrebbe essere una bella idea da sperimentare.


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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