educazione emotiva

Cos’è l’educazione emotiva e perché è importante che venga insegnata nelle scuole

La Camera ha approvato a gennaio una proposta di legge con cui si dispone l'insegnamento delle cosiddette "life skills" nelle scuole: si tratta ti tutte quelle competenze non cognitive che aiutano bambini e ragazzi ad affrontare al meglio le sfide future, come il pensiero creativo e la gestione dello stress

In inglese si chiamano “soft skills” o “life skills”, e sono tutte quelle nozioni e capacità che consentono di affrontare al meglio le situazioni a livello emotivo ed emozionale. Da settembre in Italia diventeranno materia di insegnamento, perché alla Camera, a gennaio, è stata approvata una proposta di legge sulla "educazione emotiva", che consente agli istituti che aderiscono alla sperimentazione di implementare nelle lezioni tradizionali anche quelle competenze non cognitive fondamentali per lo sviluppo delle menti e delle personalità più giovani.

Queste competenze - che possono genericamente essere riunite sotto il termine “educazione emotiva” - vanno dal problem solving alla capacità di prendere decisioni, dal pensiero creativo a quello critico, e passano anche per una efficace comunicazione, l’auto consapevolezza, l’empatia e la capacità di creare e sviluppare relazioni interpersonali

L’obiettivo è adattare il sistema scolastico italiano alle esigenze delle nuove generazioni, messe a dura prova a livello mentale e sociale dalla pandemia di Covid-19, e pensare a un nuovo livello “ibrido” in cui i docenti non si limitano a insegnare nozioni, ma aiutano i bambini e i ragazzi a sviluppare risorse fondamentali per far fronte al meglio alle sfide che la vita mette loro davanti. Una maggiore attenzione al benessere mentale dei ragazzi, che supera confini diventati ormai troppo limitati di fronte alla necessità di fornire ai più giovani strumenti importantissimi e spesso sottovalutati.

Cosa sono le “Life Skills”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità con “skills for life” intende tutte quelle abilità e competenze necessarie per relazionarsi con gli altri e affrontare le piccole, grandi sfide quotidiane. L’Oms le riassume in 10 punti:

  • Decision making (capacità di prendere decisioni);
  • Problem solving (capacità di risolvere i problemi);
  • Creatività;
  • Senso critico;
  • Comunicazione efficace;
  • Skills nelle relazioni interpersonali;
  • Autocoscienza;
  • Empatia;
  • Gestione delle emozioni;
  • Gestione dello stress.

«La mancanza di tali skills socio-emotive può causare, in particolare nei giovani, l’instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta agli stress - scriveva l’Oms già nel 1993 - Per insegnare ai giovani le skills for life è necessario introdurre specifici programmi nelle scuole o in altri ruoli deputati all’apprendimento».

La scuola diventa quindi il luogo primario in cui aiutare i bambini e i ragazzi a sviluppare queste capacità, affrontando anche criticità che negli ultimi anni si sono fatte sempre più urgenti: il bullismo, per esempio, ma anche la dispersione e l'abbandono scolastico

E se fino a oggi i singoli istituti e i singoli docenti avevano di loro iniziativa adottato programmi didattici incentrati anche sull'educazione emotiva, la nuova proposta di legge mira a unificare il percorso di formazione e il metodo di insegnamento prevedendo una sperimentazione di durata triennale e una serie di linee guida che dovranno essere recepite dalla direzione scolastica e dai docenti, appositamente formati.

Educazione emotiva: la proposta di legge in fase di approvazione

In Italia da tempo i professionisti dell’educazione sottolineano l’importanza di aiutare i bambini e i ragazzi nello sviluppo delle “life skills”, primo tra tutti Stefano Rossi, psicopedagogia, formatore e autore di numerosi testi sull’innovazione didattica, oltre che creatore del Metodo Rossi della Didattica Cooperativa.

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«Oggi i bambini fanno fatica a rispettare le regole, gli adolescenti sono in preda all’inadeguatezza o sono spesso in fuga, abbandonano la scuola, sono emotivamente fragili – ha sottolineato Rossi.

Oggi in particolare, anche a causa della pandemia, i ragazzi hanno perso gran parte delle loro certezze, a partire dalle relazioni interpersonali. Un presente incerto e un futuro imprevedibile fanno da sfondo alla loro esistenza quotidiana, tanto che “il compito della scuola e della famiglia è formare esploratori coraggiosi”

Stefano Rossi

 

Alle iniziative dei singoli e al nuovo approccio cui molti educatori – nel senso più ampio del termine – si è affiancata la volontà istituzionale di concentrarsi su questi aspetti. Una volontà che si è concretizzata con la proposta di legge “Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale”, presentata dall’onorevole Maurizio Lupi e firmata tra gli altri da Mariastella Gelmini, e Vittoria Casa, presidente della commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera, cui è stato affidato il compito di portare a termine l’iter di approvazione.

L’obiettivo della proposta, hanno spiegato i promotori nel testo, è di «promuovere la cultura della competenza, di integrare i saperi disciplinari e le relative abilità fondamentali e di migliorare il successo formativo prevenendo analfabetismi funzionali, povertà educativa e dispersione scolastica. Il Ministero dell'istruzione, a partire dall'anno scolastico 2022/2023, favorisce lo sviluppo delle competenze non cognitive nelle attività educative e didattiche delle istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado».

Dopo l’approvazione, il testo è stato rimandato in commissione per l’esame redigente e si attende il voto del Senato: se tutto andrà come previsto, già da settembre gli istituti scolastici potranno mettere a punto programmi ad hoc che integrano le life skills nell'insegnamento.

Uno strumento che si affianca a quello dello psicologo scolastico, una figura che nell'ordinamento italiano non è ancora stata ufficializzata ma che è oggetto di numerose proposte di legge

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