ENWE, il database di esperte per combattere il divario di genere nei media europei
In Italia, il divario di genere nel mondo dei media non riguarda solo le differenze di stipendio tra giornalisti e giornaliste e lo scarso numero di donne alla guida di giornali e siti di informazione.
Come segnalano i dati del Global Media Monitoring Project (GMMP), nel 2015 solo nel 18% dei casi i media italiani sceglievano di interpellare un’esperta nei loro articoli o invitarla a panel, eventi o conferenze.
Per colmare questa lacuna, nel 2016 l’associazione di giornaliste GiULiA (Giornaliste Unite Libere Autonome), in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia e la Fondazione Bracco, ha lanciato 100esperte, un database di libera consultazione che contiene i nomi e i contatti di quasi 400 esperte nell'area STEM, Economia e Finanza, Storia e Filosofia, Politica internazionale selezionate da parte di istituzioni, università e istituti di ricerca.
Ma la mancanza di esperte nei media o nei convegni è un problema generalizzato in Europa: secondo l’ultimo rapporto del GMMP, in Europa in media un’esperta viene intervistata o invitata a partecipare a un evento solo nel 24% dei casi.
Per questo motivo nel 2019, grazie al finanziamento "Expanding the Female Talent Pipeline in Europe" della Open Society Foundation, l’associazione GiULiA ha collaborato con l'agenzia di trasformazione culturale cheFare per sviluppare lo European Network for Women Excellence (ENWE), una rete di database europei di esperte per aiutare giornalisti, giornaliste e chiunque organizzi eventi a includere nuove voci femminili.
Oltre a 100esperte, dell’ENWE fanno parte anche AcademiaNet, che riunisce oltre 3200 accademiche europee, Les Expertes, il database di circa 4000 esperte francesi e francofone e la directory spagnola Agenda d’Expertes.
ENWE nasce dalla considerazione che in tutta Europa, più o meno, la situazione della scarsa presenza di esperte è simile e che un network può essere utile per disseminare meglio i progetti dei database e far conoscere a tutti una realtà comune attraverso scambio di informazioni e iniziative,
spiega Luisella Seveso, giornalista di GiULiA e cofondatrice di 100esperte e di ENWE, che assicura che i database di esperte in Europa sono tanti, ma che il progetto riunisce i più significativi.
ENWE: l’impatto della pandemia sulle donne nei media
Tra le principali cause dell’invisibilità delle donne nel mondo dei media, la squadra di ENWE – composta da Luisella Seveso, Giovanna Pezzuoli, Paola Rizzi, Maria Luisa Villa, Marilù Manta e Cristiana Bedei – cita la scarsa diffusione dei network femminili, la mancanza di tempo, l’influenza degli stereotipi di genere e della sindrome dell’impostora.
Secondo Seveso, nell’ultimo periodo si è aggiunto anche un aumento del lavoro di cura legato alla pandemia, tra didattica a distanza e lavoro da remoto:
Per riprendere la corsa servono più aiuti, asili, scuole, sostegni domestici, anche perché in ultima analisi le donne hanno meno tempo per studiare, fare ricerca, partecipare a convegni. Tutte cose che avvantaggiano gli uomini, sganciati dai problemi di gestione familiare
La pandemia ha avuto un forte impatto anche sui dati delle donne esperte in Italia, che fino al 2020 seguivano una tendenza positiva. «Il Covid purtroppo ha cambiato tutto. I dati 2020 hanno fatto segnare un 12% per l'Italia e un arretramento generale negli altri paesi. Un motivo è sicuramente il fatto che in un momento critico e di incertezza i giornalisti hanno scelto di interpellare i presidenti, dirigenti, capi di istituto. E quelli sono ancora per grandissima parte uomini», spiega Seveso, che insieme al resto della squadra è riuscita a trasformare l’ENWE in un collettore editoriale per interviste, notizie e interventi sul divario di genere nei media durante la pandemia.
A dicembre 2021 è arrivato poi il primo evento dal vivo, “First Step to the Top”, e lo scorso novembre il secondo, intitolato “Le competenze femminili per una nuova Europa”
I risultati della lotta ai manel
Al di là dei dati, a sei anni dall’inizio del progetto 100esperte, la sensazione di Seveso è che ci siano decisamente più voci femminili a commentare l'attualità:
In questi anni c'è stata una presa di coscienza maggiore della presenza di donne molto qualificate da coinvolgere per talkshow, da intervistare, da invitare ai convegni
In questo processo, Seveso segnala l’importanza della campagna contro i manel (i panel di discussione ai quali sono invitati solo uomini) lanciata dalla Commissione europea alla quale hanno aderito la Rai, molte associazioni di donne e anche 100esperte.
L'invito/obbligo a invitare una parte rappresentativa di donne nei panel ha funzionato e sta funzionando bene. Anche ENWE partecipa a questa battaglia, che non è solo italiana ma europea
aggiunge. Guardando al futuro, Seveso annuncia che nel 2023 al database italiano si aggiungerà un nuovo settore dedicato alle donne esperte nello sport.
Dal punto di vista europeo, invece, «il nostro desiderio è quello di proseguire con l'arricchimento del network e con i contatti sempre più stretti e personali (Covid permettendo) con le colleghe europee per una promozione collettiva. Il primo step: ricerca finanziamenti», conclude.