Violenza di genere e guerra: alla Fabbrica del Vapore di Milano torna il Festival dei Diritti Umani

In programma dall'8 al 10 maggio, la nona edizione del Festival dei Diritti Umani si focalizzerà su due macro argomenti che mirano al coinvolgimento dei giovanissimi: ecco il programma e gli ospiti

La violenza di genere e la guerra. Sono questi i due filoni su cui si sviluppa la nona edizione del Festival dei Diritti Umani, che quest’anno torna alla Fabbrica del Vapore di Milano dall’8 al 10 maggio con un calendario ricco di eventi, incontri e dibattiti.

In un’epoca così complessa dal punto di vista geopolitico e costellata di tragici fatti di cronaca che hanno come protagoniste soprattutto le donne, i riflettori non possono che essere puntati sul tema della violenza, che Danilo De Biasio, direttore del festival, definisce «un tratto distintivo della contemporaneità», un terrible strumento utilizzato come «metodo per risolvere una complessità che non siamo in grado di gestire, né a livello individuale, né come comunità».

Incontri, laboratori e gamification: il programma mattutino dedicato ai giovanissimi

È in questo contesto che si inserisce il Festival dei Diritti Umani, che in nove anni ha raggiunto oltre 20mila studenti coinvolgendoli in incontri, attività di laboratorio e gamification che hanno consentito ai ragazzi di esprimersi liberamente, interrogarsi e interrogare testimoni diretti e studiosi chiamati a condividere buone pratiche sui diritti umani in Italia e nel mondo. 

Per l’edizione 2024 il Festival ha dunque deciso di rivolgersi soprattutto ai giovanissimi: se gli eventi serali sono aperti a tutti, la mattina è dedicata a loro, nella convinzione che l’educazione delle giovani generazioni sia un obiettivo che necessita di tutti gli sforzi possibili. Per il terzo anno di fila, inoltre, la rassegna propone momenti di riflessione legati al disagio giovanile attraverso testimonianze dirette e il contributo di professionisti e associazioni che, con formule innovative, possano rispondere ai dubbi e alle domande dei presenti.  

Festival dei Diritti Umani 2024: il programma e gli ospiti

Due, come detto, i filoni su cui si sviluppata il festival. Per la violenza di genere interverranno Stefania Prandi, giornalista, scrittrice e fotografa freelance, che si occupa di diritti umani, sfruttamento sul lavoro, violenza di genere, questioni sociali, ambiente e cultura; Giovanna Ferrari, autrice del libro Per non dargliela vinta. Scena e retroscena di un uxoricidio (Ed. Il Ciliegio, 2012) che racconta il femminicidio della figlia Giulia Galiotto e la successiva vicenda processuale; Mariachiara Cataldo, presidente di Break the Silence, progetto contro la violenza sessuale e di genere, nato dalla volontà di quattro ragazze classe 1997 che portano avanti un obiettivo comune: rompere il silenzio; ed Elisa Giustarini, Francesca Formaggio e Greta Garignani, psicologhe volontarie di Mama Chat, primo Ente Europeo per le richieste d’aiuto via chat che si avvale di oltre 70 professionisti tra psicologi, psicoterapeuti ed esperti di salute della donna, per proteggere le donne vittime di violenza e in difficoltà psicologiche.

In un incontro serale aperto a tutti il tema sarà inoltre affrontato da Unite – Azione letteraria e Amnesty International Italia, con gli interventi di Laura Bosio, scrittrice e editor, fondatrice di Penny Wirton; Marta Perego, giornalista, autrice e conduttrice televisiva; Irene Soave, giornalista, autrice di Lo statuto delle lavoratrici (Bompiani, 2024); Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia; Leila Belhadj Mohamed, giornalista esperta di migrazioni, diritti umani e geopolitica; e Francesca Garisto, vice presidente della Casa delle Donne Maltrattate di Milano. 

Un'immagine dalla guerra in Ucraina
Un'immagine dalla guerra in Ucraina

Sul tema della guerra e delle sue conseguenze interverranno invece Yousef Hamdouna, palestinese, direttore dell’area Gaza di Educaid, ong italiana che ha nella Striscia un Centro per la vita indipendente rivolto alle persone con disabilità; Jean Paul Habimana, nato nel 1984 a Nyamasheke (Ruanda), insegnante di religione a Milano, che riporterà il suo ricordo del genocidio in Ruanda, di cui quest’anno ricorre il 30esimo anniversario; e Anna Maria Mizzi, anestesista di Medici Senza Frontiere. Il reading teatrale Salam/Shalom. Due padri, aperto a tutti, è la proposta per la seconda serata di Festival, realizzato grazie al sostegno del Comune di Buccinasco e alla collaborazione del festival vicino/lontano.

Il Festival si chiude quindi con un dj set al Tempio del Futuro Perduto dal titolo DJ4HR - DJs for Human Rights, in cui il pubblico avrà l’occasione di incontrare in modo informale e conviviale alcuni degli ospiti intervenuti alla tre giorni.

Un focus su disabilità e disturbi alimentari

Quest’anno ci sarà inoltre un focus su disabilità e disturbi alimentari con Francesca Donnarumma, affetta da sindrome di Usher, una rara patologia che con il tempo causa sordità e cecità, che si è recentemente laureata in giurisprudenza e si sta preparando per sostenere il concorso di magistratura. Preziose anche le testimonianze di Cristina Alippi, operatrice territoriale presso il Centro della Lega del Filo d’Oro di Lesmo, e di Valeria Vedovatti, che si occupa quotidianamente del tema dei disturbi del comportamento alimentare attraverso contenuti condivisi con gli 1.4 milioni di follower su Instagram e i 3 milioni su Tik Tok.

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Il Festival è promosso dalla Fondazione Diritti Umani ETS, patrocinata dal Comune di Milano e Amnesty International Italia e realizzato con il sostegno di Fondazione Banca Popolare di Milano e la sponsorship tecnica di Ostello Bello. Per realizzare la nona edizione del Festival dei Diritti Umani è tutt’ora attiva una campagna di crowdfunding su Produzioni dal Basso, con il sostegno di Banca Etica.

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