Fridays For Future: tornano le manifestazioni del movimento per la resistenza climatica

A quasi a 5 anni e mezzo dal primo Climate Strike di Fridays For Future, una guerra e una pandemia dopo, i giovani tornano a manifestare nelle piazze per la “resistenza climatica”, nuovo slogan del movimento. Da Torino a Palermo passando per Roma, in tutte le principali città italiane le strade e le piazze si riempiono per chiedere a gran voce di intraprendere una volta per tutte azioni drastiche per salvare la specie umana e con essa il nostro pianeta, così come lo conosciamo oggi

Rispetto al passato, oggi nel movimento spicca una parola: resistenza. A spiegarne il significato è Alessandro, un attivista del movimento che riferisce a Collettiva.it: «La fase che stiamo attraversando in Italia è critica. Dalla società civile deve arrivare una mobilitazione sempre più forte che si deve concretizzare in una vera e propria resistenza».

Secondo il Report "Zero Carbon Policy Agenda" della Energy & Strategy School of Management del Politecnico di Milano, infatti, l'Italia mancherà il target 2030 per 110 milioni di tonnellate di CO2.

Il nostro Paese potrà verosimilmente risparmiare solo 44 milioni di tonnellate di CO2 che equivalgono ad ¼ del dovuto. Questo ha come diretta conseguenza l’impossibilità del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 sia per il nostro paese che per il continente europeo.

Tra le altre cose, anche questo ultimo settembre entra tra i mesi record in quanto a temperature alte: si è registrata una temperatura media di 16.38°C. Gli esperti l’hanno definita “anomalia senza precedenti”. A riferirlo è proprio Copernicus, il centro per i cambiamenti climatici, con questo bollettino Surface air temperature for September 2023 | Copernicus, aggiungendo che per l'anno solare in corso, da gennaio a settembre, la temperatura media globale per il 2023 è di 1,40°C superiore alla media dell’epoca preindustriale del 1850-1900.

Siamo quindi molto, molto vicini alla soglia da non superare di cui parlano gli esperti: 1,50°C

Durante la manifestazione di Fridays For Future gli attivisti hanno avanzato delle richieste al governo: “una presa di posizione contro le industrie fossili, l’interruzione del Piano Mattei per l’Africa e più trasparenza sui fondi del Pnrr destinati alla salvaguardia ambientale e del territorio”.

Una cosa è chiara: i giovani continueranno a lottare per un futuro migliore. In attesa di COP28 però, il dubbio da sciogliere resta sempre lo stesso: il mondo sceglierà di accelerare sul fronte delle rinnovabili?


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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