Inquinamento e inverno più caldo di sempre, ma ancora nessuna misura concreta per l’ambiente

Anche questo inverno è stato il più caldo della storia. E se il 2023 ha segnato molti record, il 2024 inizia già con +1,7°C rispetto all’epoca pre-industriale. L’inquinamento in Pianura Padana, poi, è diventato un vero caso mediatico: in realtà, però, è già da molti anni tra le aree più inquinate d’Europa. C’è però qualcosa di ancora più sconcertante, ovvero l’ipocrisia di molte persone. Non si fa altro che parlare di quanto male vadano le cose ma in quanti mettono in atto azioni con ricadute concrete nel quotidiano? Pochissimi. Oggi rifletteremo proprio su questo dualismo

Si parla tanto di inquinamento, di cambiamenti climatici e di emergenza ambientale, ma quasi nessuno è disposto a fare sacrifici concreti per invertire questa tendenza distruttiva. Per di più si tende a difendere poco le realtà, le associazioni e i movimenti che si battono per un cambiamento reale e sistemico, ovvero ciò di cui avremmo davvero più bisogno.

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A dimostrarare questa mancanza di coerenza, è questo sondaggio svolto nel Regno Unito : l’82% degli intervistati considera il cambiamento climatico molto o abbastanza importante ma ben il 68% disapprova il gruppo Just Stop Oil, che si oppone alla concessione di licenze e alla produzione di tutti i nuovi progetti di petrolio, gas e carbone nel Mare del Nord.

Si tratta di persone che si ribellano allo status quo e hanno il coraggio, mettendo a repentaglio la propria libertà, di lanciare segnali di S.O.S. con il rischio di essere additati come squilibrati o criminali. Nessuno si chiede come mai queste persone arrivino a tanto.

Il punto è che pur volendo condannare il loro modus operandi o la loro strategia comunicativa (dato che purtroppo al momento ha portato solo l’effetto opposto) quasi nessuno ha provato a mettersi in discussione, andando loro incontro.

Per contrastare i cambiamenti climatici, esistono due livelli in cui operare: il primo è quello del nostro quotidiano e il secondo è quello a livello globale

Se quindi nessuno (o quasi) è disposto a ridurre il consumo di carne, ovvero una delle principali fonti di gas serra; nessuno è disposto a rinunciare ai voli aerei non strettamente necessari; a comprare meno ma meglio; a nutrirsi di cibi il più possibile a Km0 o biologici e nessuno ha tanto meno voglia di lottare o difendere chi si batte per un cambio totale di paradigma, dove stiamo andando?

C'è un vuoto tra le parole e le azioni, e questo divario sta avvelenando il nostro pianeta. È ora di smettere di fingere e di iniziare a agire

Ognuno di noi ha il potere di fare la differenza, ma dobbiamo essere disposti a fare scelte polarizzanti, a volte difficili e - senza spargere il panico, che potrebbe avere come effetto collaterale l'immobilismo - dobbiamo essere disposti a impegnarci per un cambiamento reale.

Il tempo si sta esaurendo e non possiamo più permetterci il lusso dell'indifferenza. È necessario unire le forze, supportare chi è in prima linea nella lotta contro l'inquinamento e, contemporaneamente, adottare uno stile di vita più sostenibile

Solo così possiamo sperare di preservare il nostro pianeta: per noi in primis e per le generazioni future.


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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