Isole e villaggi galleggianti: arrivano le prime soluzioni all’innalzamento dei mari

Spesso siamo focalizzati sul problema “climate change” e su come diminuire le emissioni per evitare il peggio, il che è buono, ma dato che in ogni caso siamo destinati a un futuro molto diverso dal nostro presente, perchè non iniziare a pensare a delle soluzioni di adattamento?

A fare questo è stata la compagnia olandese Dutch Docklands. A valle di una lunga esperienza sul campo, l’azienda ha progettato un’isola galleggiante che occuperà una superficie di 200 ettari e la cui costruzione è iniziata proprio quest’anno, nel 2022. Secondo le loro stime vedrà la luce nei prossimi 5 anni.

Dove si troverà? Non in Olanda ma alle Maldive, una delle 48 nazioni più minacciate dagli effetti devastanti dei cambiamenti climatici.

Come dicono le Nazioni Unite, gli oceani sono a rischio come mai prima d’ora e, come tutti sappiamo, nei prossimi anni il livello delle acque è destinato a salire. Questo tradotto in numeri significa che ci saranno problemi per il 40% della popolazione mondiale e che nazioni come le Maldive, il Kiribati e le Isole Marshall finiranno sott’acqua

Un atollo delle Maldive
Un atollo delle Maldive

A pensare ad altre possibili soluzioni, sempre in Olanda, è lo studio di architettura Waterstudio, che sta sviluppando un villaggio galleggiante con l’obiettivo di creare una rete urbana sull’acqua che possa modellarsi facilmente alle esigenze mutevoli che il Paese avrà in vista di un prossimo futuro. La città galleggiante avrà un impatto minimo sul fondale, non utilizzerà gas naturale per l’energia, ci saranno caldaie solari, le docce avranno impianti di riciclo del calore e dell’acqua, i pannelli fotovoltaici immagazzineranno l’energia temporaneamente non necessaria, nelle batterie e via dicendo.

Alcuni definiscono questi progetti “l’Arca di Noè” dell’era dello scioglimento dei ghiacciai e probabilmente hanno ragione!

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Un’altra idea che segue sempre la stessa logica, secondo il New York Times, arriva dal think tank canadese Seasteading Institute. L’idea prevede la costruzione di un’isola galleggiante nella Polinesia Francese. Al momento sono stati raccolti 2.5 milioni di dollari grazie a 1000 donatori interessati e l’unica cosa che resta da fare è uno studio sull’impatto ambientale. Il direttore esecutivo, Randolph Hencken ha dichiarato: “abbiamo una visione e vogliamo creare un’industria che fornisca isole galleggianti alle persone minacciate dall’innalzamento degli oceani”, il che aggiunge un tocco di impegno umanitario non indifferente.

Vedremo come tutte queste soluzioni prenderanno forma e speriamo di poter dire, per una volta, “finalmente una buona notizia"!


Federica Gasbarro collabora con The Wom in modo indipendente e non è in alcun modo collegata alle inserzioni pubblicitarie che possono apparire all'interno di questo contenuto.

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