Molce Atelier, la “sartoria terapeutica” che aiuta le donne a uscire dalla violenza

L'associazione Molce Atelier è nata nel 2021 e ha un duplice scopo: da una parte un corso di formazione sartoriale tenuto da una sarta-stilista, dall’altra un luogo di ascolto e sostegno psicologico. Quest'anno ha il sostegno di Hacking Talents

Quando si parla di violenza di genere e sulle donne, è diventato ormai chiaro che è indispensabile guardare a questa piaga con un approccio sistemico, senza relegarla alla mera violenza fisica. Come dimostrano, purtroppo, i fatti di cronaca e i racconti di chi è sopravvissuto ed è uscito da situazioni di questo genere, la violenza si esprime attraverso una lunga serie di comportamenti, vessazioni e privazioni, e la violenza economica rientra a pieno titolo nella lista di quelli da cui doversi difendere. È anche per questo che ogni investimento e progetto finalizzato ad aiutare le donne a tornare a essere economicamente indipendenti può rivelarsi fondamentale.

Molti partner abusanti, infatti, cercano di isolare le donne impedendo loro di accedere ai conti correnti e in generale al denaro, e anche di lavorare e costruirsi una propria carriera e una solidità economica. È proprio per intervenire su questo aspetto che è nata Molce Atelier, la sartoria terapeutica di Milano creata per aiutare le donne vittima di violenze domestiche. L’associazione, nata nel 2021 e inaugurata grazie a un bando della Scuola dei Quartieri promosso dal Comune di Milano e dalla Comunità europea, è guidata da un team completamente al femminile: Paola Maraone, giornalista e psicologa da sempre attenta ai temi femminili, Adriana Morandi, di origine argentina e fama internazionale, Fernanda Muniz, sarta responsabile della sartoria e dei corsi, e Ilaria Solari, giornalista e comunicatrice. 

https://www.instagram.com/p/C09ckh1BUuW/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

La storia di Molce Atelier

Molce Atelier ha trovato ispirazione nel verbo molcere, che significa "lenire e addolcire". Allo stesso modo, l’obiettivo è quindi quello di lenire e curare le ferite delle donne vittime di violenza attraverso una sartoria terapeutica che offre un duplice servizio: da una parte un corso di formazione sartoriale tenuto da una sarta-stilista, dall’altra un luogo di ascolto e sostegno psicologico gestito da una professionista, attraverso il quale le donne vengono indirizzate verso servizi di assistenza e tutela legale, sociale e sanitaria nel totale rispetto della privacy. In questo modo, coloro che si trovano in condizioni di fragilità possono apprendere un mestiere, conquistando così anche la propria autonomia economica, oltre ad aderire ad un percorso di riabilitazione psicosociale. 

VEDI ANCHE SEP, l’impresa sociale che con l’arte del ricamo aiuta centinaia di donne rifugiate in Giordania CultureSEP, l’impresa sociale che con l’arte del ricamo aiuta centinaia di donne rifugiate in Giordania

Una volta completato il ciclo di formazione, in Molce Atelier le sarte che desiderano continuare a lavorare con l’associazione partecipano attivamente alla produzione dei capi di abbigliamento realizzati in sartoria. Ogni abito e accessorio della collezione è accompagnato da un’etichetta parlante che consente, a chi acquista, di ripercorrere la storia di riscatto della donna che l’ha confezionato e di sentirsi parte della comunità che la sostiene nel suo percorso di emancipazione. Abbiamo parlato del progetto con Ilaria Solari, una delle tre fondatrici del progetto.

Ilaria, quando è nato il progetto Molce Atelier e con quali obiettivi?

L’attività di Molce Atelier si basa su un progetto di inclusione lavorativa che si muove seguendo due canali, uno formativo sartoriale e uno di supporto psicologico e terapeutico. Molce Atelier si rivolge alle donne senza diritti e senza possibilità di esprimere emozioni, italiane e straniere, con alle spalle un comune percorso di sofferenza e abusi. La sartoria terapeutica serve a sostenerle e indirizzarle, a permettere loro un percorso di autonomia ed empowerment, e infine, a ridare loro voce. I due canali si esplicitano in un laboratorio/showroom e nell’offerta di uno spazio dedicato al sostegno psicologico, coordinato da una professionista. Una volta completato il ciclo di formazione le sarte che desiderano continuare a lavorare con noi partecipano attivamente alla produzione dei capi di abbigliamento realizzati in sartoria. La produzione, la distribuzione e la vendita di collezioni creano un sistema di economia circolare positivo, sia in chiave culturale che economica. Alle utenti è infatti riconosciuta una percentuale sulla vendita dei capi, con il raggiungimento della sostenibilità economica stiamo cominciando ad assumere part time le prime sarte.

https://www.instagram.com/p/C0R3NeFM4ZR/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

Che cosa avete notato nel corso degli anni di attività dell’atelier? C’è qualche aspetto, tra le donne che hanno partecipato, che balza agli occhi o che le accomuna?

Quando arrivano in atelier, segnalate dai centri antiviolenza con cui siamo in rete o grazie al passaparola, sono spesso chiuse, silenziose, anche perché spesso parlano lingue diverse e non comprendono l'italiano. A meno che non frequentino anche lo sportello psicologico (corsi sartoriali e sportello sono percorsi indipendenti, non per forza paralleli) non sono obbligate a raccontarsi o a dire niente di sé. Ma intanto la sartoria diventa un luogo tutto per loro, protetto dal mondo esterno, con i suoi problemi, e la sartoria è un linguaggio universale. I corsi si svolgono in piccoli gruppi, in un ambiente accogliente e raccolto, il ticchiettio delle macchine da cucire scioglie i grumi di malinconia, il lavoro manuale, realizzato in comune, è un potente antidoto alla sofferenza psichica. Il senso di autoefficacia che sviluppa diventa uno strumento di empowerment formidabile, insieme al senso di far parte di una squadra. Piano piano, qualcuna abbozza un sorriso, una risata, si creano dei legami, alimentati dalla soddisfazione di aver realizzato insieme qualcosa di bello, di far parte di un progetto comune. Nei mesi le vediamo spesso rifiorire, anche nell'aspetto.

Oggi la violenza economica tende ancora a essere messa in secondo piano davanti ad altre forme di violenza, quelle più “eclatanti” e che lasciano segni. Eppure è ugualmente, se non ancor più, dannosa. Quanta consapevolezza c’è oggi, e come sono cambiate le cose, per la vostra esperienza?

Accanto alle donne che arrivano su segnalazione dei centri antiviolenza, che hanno già fatto una parte importante del percorso, da noi arrivano ancora tante signore che non hanno gli strumenti o non sono ancora pronte a definirsi "vittime", o forse non vogliono. Tutte però hanno ben chiaro il senso della limitazione delle proprie libertà, spesso agìta proprio attraverso la leva del ricatto economico, che impedisce loro di fare scelte di riscatto. Per questo abbiamo sentito il bisogno di allargare la griglia dei requisiti per accedere ai nostri servizi gratuiti a tutte le donne "in condizione di vulnerabilità e insicurezza". Per tutte l'arrivo in sartoria rappresenta il momento in cui ha inizio la storia, altrettanto complessa, della risalita dagli abissi, della rinascita al mondo, quella pagina bianca che è tutta da scrivere: una tabula rasa su cui allestire la ricostruzione di sé, il riconoscimento del proprio valore dopo le tante umiliazioni, anche attraverso la conquista di quell’autonomia economica che è la condizione necessaria per emanciparsi dai propri aguzzini, anche per chi alle spalle non ha le percosse, ma forme di abusi psicologici o di forzata dipendenza economica.

Hacking Talents in supporto di Molce Atelier

Proprio per sostenere la causa di Molce Atelier, la Hacking Talents, piattaforma digitale nata nel 2021 con l’obiettivo di accelerare e migliorare lo sviluppo e l’engagement dei dipendenti di un’azienda, ha deciso di contribuire al progetto. Dopo avere profilato le caratteristiche e i bisogni della persona tramite un form online, la piattaforma offre agli interessati una sessione di mentorship pro-bono grazie a un match con il/la mentor più adatto a rispondere alle loro esigenze. In seguito alla sessione, svolta tramite videocall, la persona beneficiaria è invitata ad effettuare, senza obbligo, una donazione libera a Molce Atelier.

https://www.instagram.com/p/C0FPakxMUjZ/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==

Il progetto di Molce Atelier è stato scelto come beneficiario delle donazioni per il supporto che fornisce alle donne partecipanti all’iniziativa nell’apprendere nuove competenze utili al reinserimento nel mondo del lavoro, creando un circolo virtuoso allineato con la mission di Hacking Talents. Inoltre, il servizio di mentorship bro-bonoè stato possibile (ed tuttora attivo) grazie alla community di mentor di Hacking Talents, che conta 104 membri.

Riproduzione riservata